I Hate Running Backwards – Recensione

Sviluppatore: Croteam Publisher: Devolver Digital Piattaforma: PS4 Genere: Sparatutto Giocatori: 1-2 PEGI: 7 Prezzo: 14,99 € Italiano:

Quando i creatori di Serious Sam incontrano il publisher di Hotline Miami, il risultato non può che essere esplosivo. Tale collaborazione non è nuova nel mondo videoludico. Il frutto di quella precedente fu The Talos Principle, uno dei migliori puzzle game degli ultimi quindici anni. A distanza di qualche tempo, la collaborazione fra Croteam e Devolver Digital si ripresenta con un progetto ben diverso, ossia un arcade shooter rivolto a un pubblico rigorosamente hardcore. Così è nato I Hate Running Backwards.

I Hate Running Backwards Recensione

Non guardare indietro

Il gameplay di IHRB (da adesso lo chiameremo così per comodità) è concettualmente semplice. Uno shooter a scorrimento verticale in cui il vostro personaggio sarà circondato dai nemici e, alla fine di ognuno dei sei livelli di gioco, si troverà di fronte un temibile boss. La peculiarità sta nel fatto che i nemici giungeranno dal basso, anziché dall’alto. Questo renderà il gameplay speculare rispetto ai tipici shoot ‘em up verticali dello scorso millennio. Inizialmente potrete scegliere se giocare con Serious Sam, Denzel il ballerino o Chux. Ognuno dei personaggi godrà di statistiche di vita e velocità di movimento differenti, oltre a variare le due armi principali e bonus passivi. Durante la vostra avventura, potrete sbloccare altri personaggi, tra cui Richard, direttamente da Hotline Miami, oppure Lo Wang di Shadow Warrior.

Ogni personaggio godrà di due armi principali personalizzate, un’abilità finale e una vastità di armi speciali che potrete raccogliere lungo il percorso. Oltre a questo, avrete a disposizione il martello, ossia un attacco corpo a corpo rotante che sbaraglierà i nemici che vi circondano e consentirà anche di distruggere elementi paesaggistici. Il citazionismo intriso nel gioco non si ferma qui, potendo, ad esempio, utilizzare come abilità speciale il raggio di dottor Strange o il gatling di Rambo. Tenete conto che quasi la totalità delle abilità ha il raggio verticale, rendendo la vostra abilità nel muovervi fondamentale per colpire i nemici. Infine, l’interfaccia di gioco permetterà di tenere sotto controllo ogni dato utile alla causa con estrema pulizia e semplicità.

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Sei livelli, infinite combinazioni

I livelli giocabili sono in tutto sei, al termine di ognuno dei quali vi attenderà un temibile boss. Ogni volta che comincerete una nuova run, dovrete ripartire dal primo mondo, con la possibilità di skipparlo se lo avete già terminato, andando subito al successivo. L’infinità delle combinazioni, oltre che dettato dalla varietà dei personaggi e delle abilità speciali (ne abbiamo trovate una cinquantina), è dato anche e soprattutto dalla proceduralità dei livelli di gioco, che rende dunque ogni run unica. Fra le numerose variazioni in cui vi imbatterete, ci sono anche minigiochi, come il carretto nella miniera, la barca con il mitra o la fuga dai tori mutanti.

Altro elemento di varietà è il livellamento del personaggio. Nella parte alta dello schermo potrete scorgere una barra gialla, che si riempirà uccidendo i nemici o distruggendo gli oggetti dello scenario. Arrivati al termine della suddetta, il vostro guerriero salirà di livello, e verrà offerta una scelta di power-up fra tre poteri casuali. Alcuni esempi possono essere la tipica vita extra, un aumento delle dimensioni del caricatore, un rateo di fuoco aumentato o la (sbilanciata, secondo noi) possibilità di poter attaccare in corpo a corpo e a distanza contemporaneamente.

A livello di variabilità il titolo è assolutamente inattaccabile ma, come tutti i giochi di questo tipo, la run potrebbe essere pesantemente influenzata dai power-up o da qualche layout particolarmente ostico. Il fattore C ha dunque una sua incidenza, seppur estremamente inferiore rispetto alla skill e alla freddezza che svilupperete man mano. Infine, i livelli di sfida sono molteplici. Potrete infatti attivare la “modalità bebè”, che aggiunge una vita extra e rende più inoffensivi i nemici; così come potrete, una volta sconfitto un boss di fine livello, sbloccare una maledizione passiva che renderà la run più complessa.

Da voi non ce lo aspettavamo

Se a livello di variabilità e di sfida il gioco tocca delle vette, purtroppo non si può dire lo stesso del level design che, preso atto della proceduralità dei livelli di gioco, delude le nostre aspettative. I modelli paesaggistici sono limitati numericamente e vanno a smorzare quella sensazione di nuovo e di illimitato che qualsiasi altra componente del titolo ci porterebbe invece a pensare. Fortunatamente, potremo comunque distruggere la quasi totalità degli ambienti del paesaggio, meccanica di gioco, oltre che divertente, anche e soprattutto utile, poiché ci consentirà di raccogliere cure, scudi, munizioni extra e armi speciali.

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Si poteva inoltre fare qualcosina di più sul piano della colonna sonora, godibile ma piuttosto anonima. Probabilmente, considerato il citazionismo a Serious Sam, Shadow Warrior, Hotline Miami e Broforce, le nostre aspettative sul versante musicale si erano alzate fin troppo. Graficamente, IHRB si presenta con uno stile vintage ispirato a Minecraft che fa la sua sporca figura grazie a una pulizia generale e a una nitidezza dei contorni che rende ogni fotogramma riconoscibile e mai caotico. Da sottolineare inoltre il frame rate costante e la totale assenza di bug.

La difficoltà di gioco, infine, è ottimamente bilanciata. Si tratta di quei titoli che quando vengono osservati da esterni ci portano a pensare “vabbè, dai, è una cretinata questo gioco”, mentre, quando li giocate, morite a ripetizione. Questo implica che tutto ciò che è necessario fare per vincere è ben chiaro e semplice meccanicamente, ma concatenare il tutto richiede costanza, praticità, concentrazione e anche una piccola dose di fortuna. Un’amalgama omogenea e dosata alla perfezione che rende il gameplay di IHRB mai (e sottolineiamo mai) frustrante, qualità estremamente rara nel panorama attuale.

Due is better che uno

Ultima per ordine ma non per importanza, la modalità cooperativa in locale. Poteva mancare? Sì, difatti spesso viene trascurata, e dunque è da annoverare come pregio di spessore. Potrete infatti giocare con un amico, rendendo drasticamente più semplice l’esperienza poiché, morto un giocatore, se l’altro sopravvive per trenta secondi, il primo risorgerà. Tenete conto che raddoppiare i proiettili, i martelli e i movimenti renderà tuttavia la situazione ben più caotica a livello visivo. Modalità divertentissima, esattamente come quella di Broforce.

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A proposito di coppie, ci teniamo a congratularci con questo duo atomico composto da Devolver Digital e Croteam, che non smette mai di stupire e partorisce sempre titoli di grande spessore e comunemente di estremo intrattenimento. IHRB è, a conti fatti, un titolo senza difetti e con una forte dose di personalità (delirante), come da tradizione per Devolver Digital. Per farvi un’idea, gustatevi il trailer di lancio in calce alla recensione.

Trofeisticamente parlando: are you serious, Sam?

Ottenere il trofeo di Platino è un’impresa piuttosto ostica, per non dire disperata. Il trofeo “scalino” corrisponde a quello che richiederà di completare un’intera run (ossia tutti e sei i livelli, compresi i boss), con tutte le maledizioni attive e senza subire neanche un danno. Roba davvero per pochi. Se non si punta al Platino, in una quindicina di ore si può raccogliere un buon 50-60% di trofei divertendosi genuinamente.

VERDETTO

I Hate Running Backwards è una sfida accattivante, stimolante e soprattutto estremamente divertente, in particolar modo se giocata in coppia. Ogni run è un'esperienza unica, sia per l'estrema variabilità dei power-up, delle armi e dei personaggi, sia per l'approccio che voi deciderete di avere nei confronti delle insidie che troverete in ogni livello. Croteam e Devolver Digital hanno, ancora una volta, fatto centro, proponendo un titolo che strutturalmente non ha difetti e che ha l'unica pecca di non essere "un gioco per tutti", data una difficoltà non accessibile ai più, seppur ben bilanciata, e uno stile grafico che molti videogiocatori moderni non approvano.

Guida ai Voti

Giovanni Paolini
Catalizzatore di flame sul web e drogato seriale di fantacalcio, Giovanni vede il videogioco come un'espressione artistica piuttosto che come un mero intrattenimento privo di contenuti significativi. Per questo motivo, ripudia il 90% dei AAA e si tuffa sfacciatamente nel mercato indipendente, rimanendone il più delle volte scottato seppur senza rimorsi. Amante della musica di qualità, delle narrazioni articolate e di design ispirati, si è tuttavia mostrato fin dall'adolescenza ossessivamente attratto dai personaggi femminili antropomorfi, mistici o animati, universalmente conosciuti come waifu. Rappresenta orgogliosamente la vena toscana del Bit.