Piattaforma: PS4 Genere: Hack and Slash Giocatori: 1 PEGI: 1 Prezzo: 39,99 €
La recensione di Onechanbara Z2: Chaos non è tanto l’analisi di un prodotto. E’, più correttamente, la risposta alla domanda: “Può il solo – o quasi – trash nipponico, contraddistinto da spiccata carica erotica e horror, sopperire ad evidenti limiti tecnici, di durata e pure di gameplay?”. La risposta è meno negativa di quanto possiate pensare.
Sterminare zombie in bikini
A dispetto di quanto possano fare sembrare le apparenze, Onechanbara Z2: Chaos (ennesimo capitolo della serie che non vedevamo in Europa dal 2009 con OneChanbara: Bikini Zombie Slayers per Wii e su PlayStation addirittura dal 2007, con Zombie Hunters 2) è ben più di quattro ragazze poco vestite che fanno fuori miriadi di zombie per un divertimento facile e grezzo. E’ pure questo, ci mancherebbe, con buona pace di The Walking Dead e il suo “drama” in continuo calante, almeno a parere del sottoscritto. Ma l’action hack and slash – con una strizzatina d’occhio al genere musou, vista la mole di nemici da abbattere – che vede protagoniste le belle Aya, Kagura, Saya e Saki offre un gameplay che bocciare sarebbe ingeneroso.
Il giocatore infatti si troverà per le mani un titolo che oltre ai classici “colpo leggero” e “colpo pesante” presenta delle trovate piuttosto interessanti, una su tutte il “cambio” con una compagna di squadra, nel bel mezzo della combo che si sta effettuando, così da prolungarla il più possibile fino a raggiungere, senza eccessivi problemi nelle fasi più avanzate dell’avventura, numeri a quattro cifre, per quanto riguarda il contatore. Lo “switch” e un buon tempismo nell’effettuarlo sono una delle colonne portanti del gameplay del titolo sviluppato da Tamsoft, e dovrete imparare il prima possibile a farne buon uso (da autodidatti, aggiungerei, visto che uno straccio di tutorial non è presente nemmeno per sbaglio).
Va segnalata anche la presenza di “mosse finali” effettuabili a furia di menare le mani o le spade, diverse per ogni personaggio; la possibilità di entrare in modalità Rage (chiamata Dare Drive o Xtasy, sempre in base a chi state utilizzando); armi secondarie specifiche che possono essere alternate le primarie, senza scordarci di quelle di supporto; e ancora la Cross Merge Combination per richiamare tutte e quattro le lottatrici sul campo di battaglia, per un tripudio di sangue e arti di non-morti, lupi mannari, ghoul e demoni vari a tutto schermo.
Ma non è ancora tutto, perché nell’apposito “negozio” avrete modo, spendendo gli orb gialli che guadagnerete combattendo, di potenziare le combo delle vostre eroine, equippaggiare loro nuove armi ed oggetti, fare apprendere ulteriori abilità, comprare oggetti e così via. Peccato solo che tutta questa frenesia non sia accompagnata da una telecamera capace di seguire le gesta che si susseguiranno a schermo come si deve, anche sfruttando il sistema di lock-on.
Non abbiamo ancora fatto menzione della trama, se avete notato: non si tratta di un caso, visto che quest’ultima, come prevedibile – non ci sentiamo di farne una colpa agli sviluppatori, decisamente – risulta essere poco più di un pretesto. Le “storiche” protagoniste Aya e Saki si sono trovate costrette, causa nemico comune, a unire le forze con le rivali di sempre Kagura e Saaya. Solo con la collaborazione dei clan Baneful e Vampiric sarà possibile debellare la minaccia che rischia di ottenebrare il mondo intero, nelle 16 missioni che compongono la modalità principale della durata di circa 20 minuti ciascuna, per una longevità piuttosto bassa anche per gli standard odierni. Sbloccherete livelli di difficoltà crescente, ovviamente, con i vostri miglioramenti statistici debitamente conservati, ma non sappiamo quanti saranno ben disposti verso una seconda run (e una terza, e una quarta…)
Taglia e affetta, taglia e affetta… Taglia e affetta!
Ma dunque, se siamo di fronte ad un prodotto con un gameplay relativamente buono, come mai sono piovute tante stroncature? Un po’ perché scagliarsi contro Onechanbara è un po’ più facile che farlo con Call of Duty, questa è la premessa. Ma comunque sia il gioco ha dei limiti evidenti: oltre a quello della telecamera già citato, c’è quello dell’eccessiva ripetitività, dato che non farete altro se non sconfiggere nemici: per quanto altamente improbabili e contraddistinti da un irresistibile non-sense, specie per quanto riguarda gli a volte mastodontici boss, questi non basteranno a dare un tono di varietà sufficiente.
I responsabili principali di questo difetto sono, prima di tutto, la totale assenza di qualsiasi sezione che non sia action. Qualche fase platform alla Dmc Devil May Cry sarebbe stata una manna dal cielo, ma niente di simile è presente: l’azione più “alternativa” che vi ritroverete saranno dei Quick Time Event in cui dovrete fare passare il dito sul Touch Pad del DualShock 4 come richiesto a schermo (una bella trovata che simula al meglio le movenze delle spade e simili in possesso delle nostre cacciatrici di demoni, a dire la verità).
Oltre a questo, c’è da segnalare un level design incredibilmente povero, tanto da dare la sensazione di trovarvi lungo un infinito corridoio. Spaziare dagli Stati Uniti all’Africa all’Asia, con relativi cambi di scenario, non riesce tutto sommato a smuovere le acque e a non dare la sensazione di deja-vu al videogiocatore.
Rivedibile anche il comparto grafico, dotato di buona fluidità ma comunque non all’altezza di PlayStation 4, soprattutto per una questione di impatto: alcune cut-scene saranno chiaramente contraddistinte da uno riuscito stile fumettistico, ma questo non basta a farci cambiare opinione in merito. Siamo però sicuri che di fronte ai (non) vestiti delle protagoniste la maggior parte di voi sarà più che disposto a chiudere un occhio. Meglio il comparto sonoro, che offre un discreto doppiaggio in lingua inglese – così come i sottotitoli – e delle musiche di accompagnamento pop-rock che si sposano molto bene con l’atmosfera generale del gioco.
Come anticipato, purtroppo la longevità non brilla di luce propria, con una Story Mode (certamente rigiocabile grazie allo sblocco di livelli di difficoltà sempre maggiori) ma che dura circa quattro-cinque ore. La situazione migliora parzialmente grazie ad una quarantina di sfide che vi propongono obiettivi “laterali”, come quello di uccidere nemici solo a mezz’aria o mentre siete “trasformati” nella forma ancora più svestita e potente che contraddistingue la modalità rage.
Trofeisticamente parlando: gioca che ti passa
Il set di trofei previsto per Onechanbara Z2: Chaos richiede un certo sacrificio per puntare al trofeo di platino: una trentina d’ore (senza nessun particolare impedimento, a dirla tutta) e diverse run sono quello che vi serve per sbloccare buona parte delle coppe virtuali presenti. Tante altre le sbloccherete semplicemente giocando, altre ancora invece vi richiederanno un approccio più specifico, magari legato a certi personaggi. Niente di impossibile comunque!