Plants vs Zombies: Garden Warfare 2 – Recensione

Sviluppatore: N/A Publisher: N/A Piattaforma: PS4 Genere: Accessorio Giocatori: 1 PEGI: Prezzo: N/A Italiano:

Publisher: PopCap Games Developer: Electronic Arts
Piattaforma: PS4 Genere: Spara-zombie/piantine Giocatori: 1-2 (Online: 2-24) PEGI: 7 Prezzo: 69,99€

Nonostante una base installata che fin dagli esordi ha registrato buonissimi risultati, sia Xbox One che PlayStation 4 si sono scontrati nei primi mesi di vita con un catalogo di titoli fin troppo risicato. In questo scenario quasi desertico, uno spazio inaspettato (?) è riuscito a ritagliarselo Plants vs Zombies: Garden Warfare, sparatutto in terza persona che ha ribaltato l’etichetta, da sempre scomoda, di “tie-in dalla dubbia riuscita” – soprattutto se, come in questo caso, il brand in questione è quello di un titolo per smartphone che, per quanto genuino possa essere nelle meccaniche, può far storcere il naso ai puristi dei videogiochi. Alla luce di ciò, PvsZGW è riuscito a farsi apprezzare sia dalla critica che dal pubblico, grazie ad un gameplay fresco ed immediato che ha conquistato veramente tutti; l’unica grave pecca era la sostanziale mancanza di contenuti – fatto questo giustificato dal prezzo ridotto, rispetto ad un normale titolo tripla A, di 39,99€ all’uscita.

Plants-vs.-Zombies-Garden-Warfare-2

“Bigger, better and more badass”

L’obiettivo per questo Plants vs Zombies: Garden Warfare 2 era quindi quello di mettere a punto un “more of the same” che ampliasse quanto mostrato nel capitolo precedente, seguendo il dettame di bleszinskiana memoria, e cioè “bigger, better and more badass”. Popcap Games sarà riuscita in questo intento? Dopo svariate ore possiamo dire di sì. La prima differenza rispetto al passato è riscontrabile nell’hub di gioco, costituito dai due quartieri generali delle rispettive fazioni, cioè piante e zombie, che è liberamente esplorabile in una sorta di free roaming che ci permette di spostarci da una parte all’altra per cimentarci nelle varie modalità di gioco. Fra le altre cose, è finalmente presente anche una sorta di story-mode, che serve tuttavia ad introdurci alle meccaniche del titolo, con una specie di tutorial esteso per una manciata di ore; si tratta di una ventina di missioni da affrontare in compagnia di alcuni bot o di un amico in split-screen locale, e nelle quali dovremmo difedendere, proprio come accade nelle iterazioni per smartphone e nel capitolo precedente, il nostro campo base. Altre volte dovremo fare viceversa, eliminare grossi boss, recuperare determinati oggetti e così via, il tutto a garantire una discreta varietà che però tende ad esaurirsi dopo non molto. Poco importa: in un titolo del genere il fulcro deve è e deve essere il multiplayer, per fortuna abbastanza massicco.

pvsz2a

Piantando in compagnia

Facendo qualche passo più in là e spostandoci all’interno del conflitto presente nell’hub di gioco avremo infatti modo di accedere ad altre modalità di gioco, dando al tutto un ché di immediato e parecchio immersivo; il rovescio della medaglia è che il titolo richiede il costante collegamento online. Poco importa, visto che come già detto il titolo ha il suo perno nelle modalità multiplayer, che sono ben otto: oltre ai canonici deathmatch a squadre, ritroveremo anche vecchie ritorni, come Tappetino di Benvenuto, dedicato ai giocatori più casual, e Tombe e Giardini, in cui dovremo catturare una serie di punti di controllo entro un limite di tempo fino allo scontro finale; un’importante differenza, rispetto al capitolo precedente, è che questa volta potremo vestire i panni anche degli adorabili zombi. Il comune denominatore di ogni modalità di gioco è rappresentata dalla buona varietà di gioco, a cui contribuisce l’ottimo level design delle mappe, ripartite in numero più che sufficiente, ma anche da alcuni mini-giochi presenti a fine livello.

pvsz2b

Nulla di trascendentale, ma ogni partita manterrà sempre l’attenzione elevata, e la stanca arriverà solo dopo un gran numero di ore passate in compagnia di zombie e piantine. Qualche parola anche per il netcode del gioco: molto buono, raramente abbiamo riscontrato problemi nelle svariate ore di gioco che abbiamo dedicato al titolo.

Plants Ultimate Zombies Team

Poc’anzi si è fatto presente un fattore che caratterizza ogni tipo di intrattenimento, videoludico e non: la noia. Come già detto, in Plants vs Zombies: Garden Warfare 2 non si paleserà subito, ma arriverà come in ogni gioco del resto, e nello specifico del titolo PopCap in questione, si mostrerà dopo… 15-20 ore? Per correre ai ripari la software house statunintense ha ben pensato di rifarsi ad un altro celebre marchio di Electronic Arts, pubblisher del gioco, e cioè al magico mondo delle microtransazioni che ha spopolato proprio con la serie calcistica di FIFA. Proseguendo nel gioco avremo infatti modo di sbloccare l’elevato numero dei personaggi e di componenti e/o parti aggiuntive per questi ultimi, e per farlo PopCap Games ha ben pensato di ricorrere ad un sistema di carte acquistabili, attraverso degli appositi gettoni guadagnabili partita dopo partita, in-game in pure stile Ultimate Team. Una buona mossa per allungare la longevità, anche se non attirerà necessariamente tutti i giocatori, allontanando coloro i quali sono allergici a tutte quelle sottoforme di microtransazioni.

pvsz2c

Come prima ma pure meglio

Anche visivamente questo Plants vs Zombies: Garden Warfare 2 riprende chiaramente quanto visto nel capitolo precedente, e che rappresentò, all’epoca dell’esordio, uno dei fiori all’occhiello del titolo di PopCap Games: uno stile tutto personale, con colori vivaci ed un character design schizzato davvero convincente, che ben reinterpreta quanto visto nei capitoli originali per smartphone, non scadendo nella mera riproposizione. Grazie anche ad una maggiore padronanza dell’engine di gioco, il Frostbite 3 messo a punto dai ragazzi di DICE (il motore che muove, per fare qualche esempio, colossi quale Star Wars Battlefront o Mirror’s Edge Catalyst), il titolo mostra anche degli ottimi scorci di ottima grafica, pur restando il fatto che si tratta di un titolo che, per stile e tipologia, non è di certo alla ricerca del fotorealismo.

pvsz2d

Trofeicamente parlando: in Sardella we trust

Il titolo PopCap Games porta in dote 51 trofei, tra cui il canonico platino e tre d’oro. Alcuni, per essere acquisiti, richiederranno l’uccisione di alcuni nemici a determinate condizioni, mentre altri si riferiscono invece ai vari collezionabili presenti nel gioco. Una buonissima parte dei trofei verranno conquistati con il normale proseguimento, mentre altri richiedono ore ed ore di grinding; il tutto si traduce in un platino non impossibile da conseguire, ma il tempo da impiegarci è comunque parecchio.

VERDETTO

Plants vs Zombies: Garden Warfare 2 prosegue ed amplia la strada già percorsa dai ragazzi di PopCap Games con il capitolo precedente. Più personaggi, più mappe, più modalità e più stile. Tutto ciò si traduce in un buon shooter, che riuscirà a coinvolgere ogni tipo di giocatore, dal più casual al più core, senza però appassionarlo probabilmente a dovere, per via soprattutto di un gunplay buono ma non eccelso, e di una componente densa di microtransazioni che si paleserà dopo poche ore di gioco, allontanando quei giocatori allergici a certe modalità, soprattutto se così invasive, come in questo caso.

Guida ai Voti

Natale Ciappina
Traumatizzato dallo studio di Kierkegaard, è solito nascondere il suo nome fra miriadi di pseudonimi, sommerso com'è fra le sue infinite liste di cose da fare, vedere, ascoltare, leggere e magari anche giocare.