The Lord of the Rings: Gollum – Recensione

Sviluppatore: Daedalic Entertainment Publisher: Nacon Piattaforma: PS5 (disponibile anche per PS4) Genere: Platform Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 59,99 € Italiano: Sottotitoli

Il mondo già vastissimo del Signore degli Anelli si amplia con The Lord of the Rings: Gollum, titolo protagonista della nostra recensione. I ragazzi di Daedalic Entertainment, dopo aver realizzato numerose avventure grafiche di successo, provano ad uscire dalla loro comfort zone per proporre un titolo molto più dinamico. Se non avete paura di esplorare la mente del terrificante Gollum, continuate a leggere e avventuratevi con noi in questo viaggio.

Che bello stagno, per fare un bagno, polposo ssììì!

Qualsiasi amante del genere fantasy che si rispetti non può non conoscere la saga de Il Signore degli Anelli. La storia creata da J. R. R. Tolkien sta vivendo una terza giovinezza. Dopo la pubblicazione dei libri nel 1954, Peter Jackson ha creato una incredibile trilogia cinematografica, premiata peraltro da numerosi Oscar, dando letteralmente vita ai racconti.

Parliamo però di “terza era” grazie al lavoro di Amazon, che ha proposto una serie inedita denominata Gli Anelli del Potere. Seppur tra le critiche, gli episodi hanno riportato gli appassionati nella meravigliosa Terra di Mezzo e fatto da proseguo alle vicende de Lo Hobbit prima e del già citato Il Signore degli Anelli poi. In questo panorama in cui il brand (perché ormai così va definito) è tornato in auge, Daedalic pubblica il suo The Lord of the Rings: Gollum.

Proprio come per Gli Anelli del Potere, anche questa opera si propone di raccontare una storia inedita, collocabile però tra la saga di Bilbo Baggins e quella del nipote e cugino Frodo. I protagonisti non sono i celebri ed eroici hobbit, ma piuttosto una figura oscura che li accompagna: stiamo parlando di Gollum, creatura dalla doppia personalità che brama l’Unico Anello.

The Lord of the Rings: Gollum si pone l’ambizioso traguardo di raccontare gli anni di prigionia del fu Sméagol nella fortezza di Barad-dur. Per farlo, Daedalic ha interpellato numerosi esperti della saga di Tolkien, cercando di creare (e riuscendoci per lunghi tratti) una storia coerente e mai in grado di contraddire quanto viene raccontato nei libri. Il tutto si spalma su una decina di ore in cui faremo una full immersion nella mente di Gollum, anche se, come vedremo, non sarà sempre un’esperienza piacevole.

Il gameplay di The Lord of the Rings: Gollum

Le premesse dietro a The Lord of the Rings: Gollum non sono felici: Daedalic si è infatti vista costretta a rimandare più volte la pubblicazione del gioco, arrivando così all’agognato lancio a quasi due anni dalla prima data proposta. Nonostante questo, fin da subito il titolo sembra afflitto da parecchi problemi, a cominciare da un ray tracing che ci dispiace quasi definire pessimo, ma per cui non troviamo altri sinonimi.

Animazioni scriptate male, una generale legnosità di fondo e modelli poligonali che fanno pensare a un prodotto sviluppato per PlayStation 3 piuttosto che per console di nuova generazione. Salvando gli ambienti, tutto sommato evocativi e coerenti, il gioco si presenta come tecnicamente arretrato sia nella realizzazione che nel gameplay. Come è facile immaginare i giocatori controllano Gollum, che dovrà muoversi in un mondo ostile cercando di evitare minacce potenzialmente letali.

Il tutto si trasforma rapidamente in un platform infarcito di sezioni in stile Uncharted, in cui muoversi su pareti e sporgenze saltando sui giusti appigli. Non bastano le fasi stealth a risollevare una produzione noiosa, complice la ripetitività di fondo che chiede di usare sassi per distrarre le guardie e cespugli per nascondersi.

Tutto sa di già visto, con l’accezione più negativa che questa affermazione può assumere. Non si tratta infatti di un copia e incolla ben fatto con qualche idea innovativa, ma di una riproposizione di meccaniche obsolete sviluppate peraltro male. Tra punti di appiglio assurdi e modelli poligonali scadenti, c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Dobbiamo avere il tesoro. Ce lo hanno tolto, rubato

In mezzo a una vera e propria debacle tecnica, a salvarsi è per assurdo solo il protagonista. Non parliamo del modello poligonale di Gollum, anch’esso arretrato come tutto ciò che lo circonda, ma della scrittura del personaggio. Daedalic si è sempre rivelata incredibilmente abile nello scrivere storie (Deponia ne è un ottimo esempio) e nel realizzare protagonisti e comprimari affascinanti.

La stessa cura viene riposta in un Gollum ottimamente doppiato da Wayne Forester (non chiamato in causa quindi il doppiatore originale Andy Serkis), che risulta in grado di trasmettere senza problemi la doppia natura del personaggio. Uno dei grandi torti che il mercato italiano subisce è l’assenza di localizzazione, se non per i testi a schermo. Seguire i dialoghi diventa però complesso, complice anche un font piccolo e poco chiaro.

Nonostante questo, chi digerisce un po’ d’inglese parlato noterà con piacere la grande qualità del doppiaggio, accompagnata peraltro da un ottimo comparto audio. Si tratta forse del maggior pregio del gioco, unitamente alla meccanica che fa scontrare le due personalità di Gollum.

In determinati frangenti della storia infatti il giocatore dovrà effettuare scelte di allineamento, propendendo per il lato Gollum (dunque malvagio) oppure per quello Sméagol (più umano e innocente). Queste decisioni si concretizzano solitamente in una sorta di battaglia verbale, in cui effettuare scelte per convincere l’altro lato della personalità. Un’idea accattivante e ben studiata, con il merito di modificare anche in parte la storia e l’interazione con alcuni personaggi.

Disastro tecnico

Come avrete intuito, l’ago della bilancia di The Lord of the Rings: Gollum propende pesantemente verso il lato negativo. I pochi elementi positivi infatti non riescono a bilanciare il disastro tecnico a cui si va incontro. Doveroso segnalare anche che in fase di test, nonostante un corposo aggiornamento in corso d’opera, sono stati frequenti i crash che ci hanno obbligato a ripetere svariate volte determinate sezioni.

I momenti platform sono come detto afflitti da numerosi problemi e da animazioni disarmanti, senza contare che spesso la telecamera deciderà di offrire inquadrature che rendono impossibile capire cosa fare per proseguire. Questo si traduce fin troppe volte in morti ingiuste, che vanno peraltro a colpire uno dei trofei della lista rendendo di fatto il Platino un vero incubo per i cacciatori (come vi sveleremo più avanti).

Non va meglio sotto il fronte longevità, perché i più celeri potranno completare i dieci capitoli di cui si compone la storia (con i primi quattro sostanzialmente dimenticabili) in meno della decina di ore ipotizzata. Davvero troppo poco, anche nel netto della sadica decisione di cercare tutti i collezionabili del gioco. Considerato anche il prezzo del gioco, praticamente lo stesso di qualsiasi altro Tripla A in commercio, anche qui non possiamo che dirci delusi.

Quello che quindi emerge dalla nostra analisi è che, purtroppo per i fan della saga, The Lord of the Rings: Gollum è un prodotto obsoleto tecnicamente, bruttino a vedersi e afflitto da numerosi problemi tecnici. Una vera e propria occasione sprecata da parte di Daedalic che potrà probabilmente cercare di chiudere la stalla con qualche patch correttiva. Tutto questo però quando i buoi sono già scappati, portandosi con sé tutte le possibilità di successo di un prodotto che poteva raccontare una storia memorabile, ma che invece si farà ricordare per i suoi problemi.

Il Platino di The Lord of the Rings: Gollum

Come anticipato, siamo pronti a parlarvi approfonditamente del Platino di The Lord of the Rings: Gollum. La sfida ideata dai ragazzi di Daedalic Entertainment sulla carta non è impossibile, considerato anche che non esiste nessun selettore di difficoltà. Anche trovare i collezionabili, grazie alla selezione capitolo, è un’impresa ingrata ma non troppo.

Quello che minerà pesantemente la percentuale di ottenimento del Platino è il trofeo che chiede di completare il gioco senza morire. Allo stato attuale, considerati i problemi tecnici del titolo, è un’impresa per cuori forti. Siamo però certi che i cacciatori più temerari potranno lanciarsi in questa sfida. Per tutti gli altri, invece, suggeriamo di attendere una corposa patch correttiva.

VERDETTO

Da grandi appassionati de Il Signore degli Anelli non è stato facile assegnare un'insufficienza così pesante a The Lord of the Rings: Gollum. La delusione nel vivere le avventure di Sméagol e del suo alter ego malvagio, realizzate in maniera approssimativa e contornate da problemi tecnici, è stata però troppo grande. Dopo tante opere di qualità, Daedalic Entertainment ha dato vita a un prodotto che più che finito sembra un early access di un gioco affascinante in potenza, ma terribile in atto. Modelli poligonali arretrati, meccaniche ripetitive e banali, oltre a tanti altri problemi (come quello costante dei crash) sono difetti che potranno solo in parte essere tamponati da patch correttive. The Lord of the Rings: Gollum resta a conti fatti una grande occasione sprecata, nonché potenziale kryptonite per tutti i fan della saga di Tolkien.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.