ToeJam and Earl: Back in the Groove! – Recensione

Sviluppatore: HumaNature Studios Publisher: HumaNature Studios Piattaforma: PS4 Genere: Sandbox Giocatori: 1-2 (Online: 2-4) PEGI: 7 Prezzo: 20,99 € Italiano:

Negli ultimi anni si è verificato un aumento esponenziale di remastered e reboot di serie più o meno note che sono sbarcate prepotentemente su PlayStation 4, sia per evocare ricordi ai nostalgici sia per tentare di creare una nuova fan base di giocatori giovani. ToeJam & Earl: Back in the Groove! è un gradito remake del glorioso titolo datato 1991.

Natura umana

Dal lancio di una campagna su Kickstarter per dare vita a un reboot della celebre serie ToeJam & Earl, accompagnatori silenziosi ma mai dimenticati di un’icona SEGA come Sonic, il team di HumaNature probabilmente non si sarebbe potuto aspettare un’accoglienza migliore, con oltre 500.000 dollari raccolti per dare vita al progetto. Per chi non conoscesse questi pittoreschi personaggi, sappiate che si tratta di due alieni provenienti dal pianeta Funkotron creati per dar vita a una satira della cultura urbana del periodo e inseriti in un gioco ricco di situazioni al limite del ridicolo, in grado di strappare ben più di una risata e molto spesso di muovere delle velate critiche alla società.

ToeJam e il suo amico Earl si sono presentati a più riprese su varie console con progetti dalle fortune altalenanti che hanno spinto proprio i ragazzi di HumaNature, ben supportati dall’esperta Limited Run Games, a dar vita a un prodotto fresco che riprendesse le tematiche e lo stile del gioco classico, svecchiandolo e donandogli lo stile necessario a portarlo ai massimi livelli. Nasce così Back in the Groove, un’avventura dalla trama strampalata in cui, per far colpo sulla bella Lewanda, i nostri faranno una gita fino al pianeta Terra, dove però attiveranno inavvertitamente un buco nero che sfalderà in strati il globo terracqueo, strati che dovranno essere esplorati per recuperare i pezzi della navicella e tornare così a Funkotron. Il simpatico incipit è poco più che una scusa per lanciarci in un rogu-lite con visuale isometrica e grafica cartoon dalle meccaniche particolari tanto quanto il design e la storia raccontata.

Senti che ritmo

Inizialmente creato come gioco d’azione, l’originale ToeJam & Earl fu influenzato pesantemente da Rogue, un dungeon crawler pubblicato su Amiga e Atari nel 1980 che permise a SEGA di creare una struttura a livelli generati in maniera casuale, ricchi di insidie e con tantissimi bonus da utilizzare. Back in the Groove!, come detto, riprende in pieno queste meccaniche modificando però lo stile grafico del gioco. Mentre i precedenti capitoli tentarono di stravolgere lo stile dell’avventura per meglio adattarsi all’evoluzione del mondo dei videogiochi, infatti, il team di HumaNature sceglie di fare un passo indietro per attirare l’attenzione di tutti i fan di vecchia data.

L’utilizzo di una grafica cartoon e non del classico e abusato 16 bit permette inoltre di godere del folle design degli alieni protagonisti del gioco, del mondo a strati in cui gli stessi si muoveranno e dell’incredibile mole di personaggi non giocanti, alcuni ostili altri amichevoli. Proprio come nel classico targato SEGA, ogni piano celerà una serie di insidie che nella maggior parte dei casi non potranno essere combattute, data la quasi totale assenza di armi, ma dovranno piuttosto essere furbescamente evitate. La struttura a strati creata dal buco nero generato dai nostri eroi si rifletterà in una serie di piani esplorabili liberamente che dovranno essere immaginati come sovrapposti; cadere nel vuoto ci farà quindi retrocedere e ci obbligherà a ripetere uno o più livelli di gioco.

Scavicchi ma non apra

ToeJam, Earl e gli altri personaggi che potranno essere interpretati, per un totale di nove, avranno una serie di caratteristiche che obbligheranno i giocatori ad affrontare in maniera diversa i vari piani: alcuni eroi saranno più rapidi, altri più resistenti e così via. Interagendo con alcuni potremo migliorare queste caratteristiche per essere pronti ad affrontare gli strati più alti, che offriranno un livelli di sfida crescente e che richiederanno quindi maggior abilità per essere completati fino a trovare tutti i dieci pezzi dell’astronave necessari per terminare la storia.

Oltre alle abilità sarà poi possibile recuperare una serie di pacchi regalo che conterranno vari potenziamenti in grado di fornire abilità più o meno strambe ai protagonisti: scarpe a molla, cibi per ripristinare la salute ma anche potenti starnuti e perfino pacchi bomba in grado di infliggerci danni se proveremo incautamente ad aprirli. Tutti i piani conterranno una serie di umani più o meno ostili: fan troppo scalmanati ci correranno incontro danneggiandoci con la loro irruenza, poliziotti sul Segway tenteranno di lanciarci nel vuoto e danzatrici hawaiane ci rallenteranno obbligandoci a ballare. Non tutti i mali verranno per nuocere. Alcuni NPC ci faranno regali, potranno essere pagati per ottenere utili bonus o ci offriranno cure e protezioni, senza contare i nostri amici alieni che ci sfideranno a ballare in un simpatico minigioco ritmico.

Cura e dedizione

Detto di una serie di meccaniche che devono necessariamente piacere, dato che a conti fatti Back in the Groove! sarà una sorta di simulatore di camminata in cui saremo chiamati a schivare degli ostacoli e usare dei bonus, la vera forza di quest’opera risiede nello stile unico che i ragazzi di HumaNature sono riusciti a ravvivare per l’occasione. Riproporre un titolo di quasi trent’anni fa sperando che potesse avere lo stesso impatto sui giocatori dell’originale era francamente impensabile, ecco perché la scelta di inserire una grafica in stile cartone animato paga l’occhio e permette a chiunque, fan o meno della serie, di apprezzare lo stile, pur magari non comprendendo appieno alcune citazioni risalenti al periodo e mantenute, quelle sì, sostanzialmente invariate.

Da applaudire anche la colonna sonora groove, uno dei cavalli di battaglia della serie, che torna prepotentemente anche sulle nostre PlayStation 4. Discreta la longevità, con livelli di difficoltà aumentabile a piacimento, anche se il suo meglio Back in the Groove! lo darà giocato con un amico. Mirabile in questo senso la scelta di proporre, oltre alla cooperativa locale, anche una funzione online che permetterà di invitare amici o lasciare la stanza aperta, qualora qualche altro alieno volesse unirsi a noi. L’esperienza complessiva risulta quindi più che riuscita; si tratta di un giusto mix di passato e presente per un titolo che saprà riportare alla mente ricordi ai nostalgici e attirare anche nuovi potenziali fan, magari incuriositi dallo stile unico di questa avventura.

Trofeisticamente parlando: schiaffami ‘sto riff!

La lunga lista trofei di ToeJam & Earl: Back in the Groove! racchiude, oltre a un succulento Platino, anche tutta una serie di strane ricompense legate ad azioni compiute nel gioco, come riuscire a mangiare tutti i tipi di cibo in una sola partita o schivare tutti i terrestri. Alcune sfide saranno molto semplici, altre invece richiederanno dedizione, pazienza e soprattutto un buon amico con cui dividersi i compiti.

VERDETTO

Se state cercando un titolo in grado di offrivi ore di divertimento in compagnia di un amico, allora vi suggeriamo di non farvi sfuggire ToeJam & Earl: Back in the Groove!, ottimamente rivisitato dai ragazzi di HumaNature, che hanno il merito di aver rinfrescato un titolo divertente e irriverente già trent'anni fa portandolo su PlayStation 4. Una longevità più che buona, tanti buffi personaggi, uno stile unico e soprattutto la co-op locale e online sono le armi a disposizione di un titolo che renderà ogni partita un'esperienza incredibilmente divertente e colorata. Ovviamente giocato in singolo il titolo perde molto, ma siamo sicuri che, se darete in mano un DualShock a un amico, rimarrete incollati allo schermo per ore.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.