Vambrace: Cold Soul – Recensione

Sviluppatore: Devespresso Games Publisher: Headup Games Piattaforma: PS4 Genere: Roguelike Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 24,99 € Italiano:

Quando nel 2016 uscì Darkest Dungeon, probabilmente neanche gli stessi sviluppatori si sarebbero aspettati un’accoglienza tanto calorosa. Il titolo targato Red Hook Studios non spiccava per quanto riguarda innovazione e originalità, ma era riuscito lo stesso a mettere insieme alcune componenti capaci, da sole, di dar vita a uno dei migliori roguelike degli ultimi anni. Questo gioco di ruolo infatti è stato in grado di unire un sistema di combattimento profondo, una difficoltà notevole ma ben bilanciata e una caratterizzazione di rilievo di tutti i personaggi in gioco in maniera tanto efficace da risultare difficile da non amare. Darkest Dungeon non è quindi un semplice gioco, ma un vero e proprio omaggio alle tradizioni che molti sviluppatori hanno usato negli anni a venire come fonte di ispirazione e modello da eguagliare.

Su questa ambiziosa premessa ha preso vita l’ultimo lavoro dei ragazzi di Devespresso Games che, grazie ad alcune scelte di design, hanno cercato in tutti i modi di fare breccia nel cuore dei videogiocatori più esigenti proprio come precedentemente aveva fatto il titolo targato Red Hook. Purtroppo, però, questo Vambrace: Cold Soul è uscito piuttosto malconcio dalla nostra analisi. Un sistema di combattimento un po’ troppo superficiale, una difficoltà mal calibrata e un level design troppo labirintico sono solo alcune delle cose che non ci hanno convinto. Andiamo però con ordine e vediamo passo dopo passo tutte le meccaniche in gioco.

Vambrace: Cold Soul Recensione

Benvenuti a Icenaire

L’incipit della trama non è nulla di speciale, ma riesce perfettamente ad aprire le porte a un’avventura incredibile e a personaggi ottimamente caratterizzati. Evelia Lyric è una giovane combattente partita alla volta del regno ghiacciato di Icenaire per rendere omaggio al padre deceduto. Dopo un cammino tumultuoso e non povero di minacce, la giovane riesce a raggiungere le porte della città, ma scopre suo malgrado che queste sono protette da una fitta barriera di ghiaccio. L’unica speranza di portare a termine il suo viaggio viene quindi riposta nel bracciale donatole dal padre, il Vambrace. Con l’enorme potere liberato dall’oggetto e privo di qualsiasi tipo di controllo, la giovane non può però fare altro che accasciarsi al suolo esanime. Solo l’avvento di un gruppo di ricognitori del vicino rifugio di Dalearch riesce a salvare Evelia da morte certa.

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Trasportata al vicino accampamento, la ragazza farà la conoscenza di una piccola organizzazione caratterizzata dalla presenza di razze originariamente ostili tra di loro, ma che per sopravvivere alle dure condizioni imposte dalla natura hanno seppellito momentaneamente l’ascia di guerra. In questo contesto estremo, la protagonista verrà inoltre accusata di essere un membro della temutissima fazione dei Green Flame, un gruppo nemico talmente potente da essere anche l’artefice di una maledizione che ferisce il terreno di questo luogo ormai da diverso tempo. In un clima di diffuso scetticismo, la giovane dovrà quindi inizialmente conquistare la fiducia degli abitanti di Dalearch per poi cercare di fare luce sulle minacce che dominano queste terre. Questo sarà quindi solo l’inizio di un’avventura profonda e ben strutturata, caratterizzata da un comparto narrativo coinvolgente e da una serie di sottotrame altrettanto valide e interessanti.

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In maniera completamente diversa da quanto fatto da Red Hook Studios con Darkest Dungeon, in Vambrace: Cold Soul non avremo troppe difficoltà nel recuperare informazioni. Se vogliamo dirla tutta, soprattutto nelle prime ore di gioco verremo letteralmente bombardati da qualsiasi tipo di informazione riguardante vita, morte e miracoli degli abitanti del posto, e ci vorrà diverso tempo prima di assimilare tutte le informazioni e collocarle nel giusto contesto. Per fortuna, ad allietare questa confusione iniziale, ci penseranno gli originali personaggi secondari, tutti dotati di un background tanto misterioso quanto intrigante, frutto dell’ottimo lavoro di caratterizzazione fatto dai ragazzi di Devespresso Games. L’unico vero difetto del comparto narrativo risulta essere la mancanza di scelte multiple e delle conseguenti biforcazioni di trama. Abbandonate quindi l’idea di assistere a finali diversi rispetto a quello impostato di default.

Un gameplay non certo perfetto

Il punto nevralgico di tutta l’esperienza sarà il colorito villaggio di Dalearch, l’unica hub principale che ci fornirà tutti gli strumenti per portare avanti l’avventura. Proprio qui, oltre a fare la conoscenza di tutte le fazioni in gioco, potremo comprare armi ed equipaggiamenti nuovi e, cosa non meno importante, reclutare guerrieri da affiancare a Evelia nelle sue scorribande. Il numero di razze e classi disponibili è senza dubbio notevole e apprezzabile, ma la mancanza della possibilità di visionare le abilità dei singoli personaggi in anticipo e l’assenza di un sistema di progressione sono aspetti che faticano a convincere. In questo modo i guerrieri reclutati si limiteranno a fare la loro comparsa per un paio di missioni, per poi venire brutalmente rimpiazzati da una loro versione più forte e potente (non affezionatevi troppo…). Una volta assemblato il nostro team, non ci rimarrà altro da fare se non dirigerci verso il dungeon di turno. Ed è proprio a questo punto che iniziano a emergere tutte le problematiche di questa produzione.

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Nonostante un comparto artistico di spessore, con un’ambientazione e nemici finemente prodotti, Vambrace: Cold Soul viene penalizzato da un level design labirintico e incapace di rendere quanto meno comprensibili le varie indicazioni proposte. I dungeon si sviluppano su più livelli, ognuno dei quali con una serie di stanze collegate in successione. L’obiettivo è quello di passare da una parte all’altra dell’area, facendo però molta attenzione ai nemici e alle trappole presenti. Ogni stanza è caratterizzata dalla presenza di almeno uno scontro, e questo ci permette di introdurre il superficiale e mal bilanciato sistema di combattimento di questa produzione. Così come in Darkest Dungeon, i membri della squadra e i nemici saranno disposti in fila indiana. Questa è una componente cruciale di tutto il sistema poiché la posizione occupata influenzerà l’efficacia dei singoli attacchi. Ogni abilità può colpire solo particolari zone, in maniera coerente al ruolo del personaggio utilizzato. Allo stesso modo i nostri guerrieri potranno essere colpiti esclusivamente dagli attacchi capaci di raggiungerli.

A causa di una difficoltà mal calibrata, soprattutto nelle prime fasi, questo sistema di combattimento ci costringerà ben presto a fare scelte strategiche mirate per evitare di incappare in una prematura dipartita. Fin dal primo dungeon i nemici non ci andranno leggeri, e finiranno per sfoderare i loro attacchi più devastanti. Noi avremo la possibilità di ricambiarli con la stessa moneta, ma capiremo quasi subito che questa altro non sarà che un’arma a doppio taglio. Le abilità più potenti richiedono più tempo per essere utilizzate. Se nello stesso tempo però si possono lanciare due o tre attacchi base che fanno in proporzione più danno, ecco che tutto il sistema crolla insieme alle speranze di una qualsiasi forma di tatticismo. Le difficoltà non si limitano però ai soli combattimenti; durante l’esplorazione bisognerà fare attenzione alle trappole disseminate e ad alcuni indicatori molto importanti: il vigore e il livello di terrore (Geistometer). Mentre il primo influenzerà il numero di azioni che potremo compiere, il secondo contribuirà ad aumentare gli incontri ostili. Sfruttare a dovere tutti gli accampamenti e i punti di riposo disseminati lungo le varie zone sarà fondamentale.

Vambrace: Cold Soul Recensione

Come già accennato qualche riga più in alto, la cosa che più convince di questa produzione risulta essere l’eccellente comparto artistico, con la sua caratterizzazione unica degli ambienti e con una qualità dei disegni tale da non sfigurare neanche in un confronto con le più pregevoli produzioni targate Vanillaware. La qualità del comparto narrativo e il numero di aree che ci troveremo a esplorare contribuiranno a invogliare il giocatore a procedere sempre più avanti solo per il desiderio di ammirare la bellezza di un’area tutta nuova. Trattandosi di un lavoro grafico ben lontano dalle produzioni più complesse, il comparto tecnico di Vambrace: Cold Soul funziona a dovere, senza mai regalare spiacevoli rallentamenti o qualsiasi tipo di bug. Anche il comparto sonoro viene promosso, grazie a una soundtrack d’effetto capace di coronare a dovere tutte le spettacolari ambientazioni. Se siete dunque amanti del genere, troverete sicuramente pane per i vostri denti ma, se siete invece giocatori alle prime esperienze, potreste trovare ben più di qualche difficoltà nel digerire alcune meccaniche.

Trofeisticamente parlando: la buona novella

L’elenco trofei di Vambrace: Cold Soul, già disponibile sul nostro forum, è un perfetto elogio all’incredibile comparto narrativo di questa produzione. Gli obiettivi richiederanno di cimentarsi nella scoperta di tutte le dinamiche proposte, facendo conoscenza di tutte le fazioni e cercando di scoprire il maggior numero di segreti possibile. Il Platino in sé non rappresenterà una sfida troppo impegnativa, la vera difficoltà risiederà purtroppo in un sistema di combattimento fin troppo punitivo e che necessiterà di diverso tempo prima di essere padroneggiato. Se avrete abbastanza pazienza e passerete sopra alle diverse problematiche, vi assicuriamo che questo roguelike difficilmente vi deluderà, in ogni caso.

VERDETTO

Vambrace: Cold Soul è senza dubbio il lavoro più complesso e ambizioso dei ragazzi di Devespresso Games. Ispirato all’ottimo Darkest Dungeon, questo gioco di ruolo roguelike ha cercato di proporre una personale versione delle meccaniche tipiche del titolo targato Red Hook Studios. Il risultato, per quanto non esente da difetti, si è dimostrato molto valido grazie all'eccellente comparto narrativo e artistico. Purtroppo il gameplay fatica a convincere, con alcune meccaniche che rendono il tutto meno tattico e piuttosto superficiale. Se siete amanti del genere, rimarrete sicuramente soddisfatti, ma se siete alle prime esperienze con titoli del genere potreste trovare parecchie difficoltà a causa di un livello di sfida a tratti troppo punitivo. Al giusto prezzo, però, è un acquisto da non lasciarsi scappare.

Guida ai Voti

Ivan Presutto
Ivan, tra studio e basket, riesce a ritagliarsi il suo angolo della giornata per immergersi nel magico mondo dei videogiochi. Gioca un po' di tutto ma i generi preferiti sono: gli shooter (TPS e FPS) e gli action (in particolar modo quelli con una forte componente stealth). Se gli date un controller... sogna!