Stickman’s Arena – Recensione Speedrun

Sviluppatore: AFIL Games Publisher: Eastasiasoft Piattaforma: PS5 (disponibile anche per PS4) Genere: Roguelike Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 4,99 € Italiano: Sottotitoli

Abbiamo realizzato per voi la recensione Speedrun di Stickman’s Arena. Il titolo di AFIL Games, pubblicato da eastasiasoft, appare fin da subito figlio di quella corrente di giochi che da smartphone e tablet sbarca anche su console. Scoprite con noi se questo roguelike con visuale top down merita il prezzo del biglietto.

Uomo stecco contro wrestler

Per chi non avesse familiarità con il termine, lo stickman è il classico omino stecco, disegnato facendo un tondo per la testa e cinque linee per corpo, braccia e gambe. Questo soggetto è anche il protagonista (ovviamente) di Stickman’s Arena, titolo in cui dovremo molto banalmente sopravvivere a ondate di nemici.

Non vi parliamo della trama perché non è presente: avviando il gioco potremo solo entrare in partita o settare le opzioni, che di fatto sono solo per il volume di musica ed effetti. Non aspettatevi nemmeno uno straccio di tutorial, tutto sarà lasciato all’intuizione dei giocatori. Non che servano chissà quali spiegazioni per capire che il nostro eroe userà un’arma in maniera automatica sui nemici vicini e dovrà scappare evitando che la sua salute arrivi a zero.

Il gioco è strutturato a ondate di difficoltà crescente, in cui affrontare una serie di nemici e potenziarci con nuove armi oppure poteri speciali. Una volta che, inevitabilmente, verremo eliminati, potremo solo ricominciare da zero scegliendo uno degli eroi disponibili. Questi, di fatto, differiscono solo per alcune caratteristiche basilari e per l’arma iniziale.

Il gameplay di Stickman’s Arena

Ma quindi, Stickman’s Arena riesce a fare qualcosa per intrattenere il giocatore? Vi diciamo fin da subito che la risposta è no, perché di fatto a parte muoverci a caso schivando le sagome dei nemici non faremo nulla. Scordatevi di premere tasti per fare cose, usare mosse speciali o trovare strani oggetti. Tutto si riduce a una passeggiata di salute in attesa della morte.

L’unica variabile è la possibilità, dopo ogni ondata, di accedere al negozio e spendere le monete guadagnate uccidendo i nemici. Si potranno come detto acquistare potenziamenti che si traducono in equipaggiamenti per migliorare le statistiche oppure armi aggiuntive che ci orbiteranno attorno per far fuori più agilmente le truppe nemiche che appariranno sul ring, sempre più numerose e forti.

Il design dei nemici, così come quello generale, è abbastanza nonsense: si passa da wrestler a agenti segreti per arrivare alle streghe che volano sulle loro scope. Non chiedeteci perché dovrebbero salire su un ring, non sappiamo rispondervi. Simpatica invece la colonna sonora, anche se i pochi brani diventeranno spesso ripetitivi. Potenzialmente infinita invece la longevità, anche se probabilmente abbandonerete l’arena dopo meno di mezz’ora.

Il Platino di Stickman’s Arena

Se siete dei cacciatori senza scrupoli, sarete felici di sapere che la lista trofei di Stickman’s Arena non nasconde insidie. Il Platino è sbloccabile in maniera molto lineare: basterà infatti sopravvivere fino all’ondata 20 per sbloccare così tutte le coppe. Un Platino semplice e rapido, perfetto da aggiungere in bacheca nei ritagli di tempo.

VERDETTO

Pur cercando di mettere in campo qualche idea simpatica, Stickman's Arena non riesce a offrire spunti che lo rendano un prodotto interessante per i possessori di una console potente come PlayStation 5 (ma persino per chi gioca ancora su PlayStation 4). La grafica è compassata, il gameplay monotono e gli elementi in grado di far divertire si contano sulla punta delle dita. Di fatto, Stickman's Arena si rivela un gioco poco soddisfacente su mobile, ancor meno su console: l'unica attrattiva potrebbe essere un Platino semplice, ma forse neanche questo basterà a convincervi a investire i quasi cinque euro del prezzo di listino.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.