Bladestorm: Nightmare – Recensione

Sviluppatore: Publisher: Piattaforma: Genere: Giocatori: PEGI: Prezzo: Italiano:

Publisher: Koei Tecmo Developer: Omega Force
Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS3) Genere: Musou strategico Giocatori: 1-2 PEGI: 12

Nel 2007 Omega Force lanciò un Musou leggermente diverso dal solito, che provava ad abbandonare le dinamiche action dei suoi predecessori in favore di un gioco di strategia in tempo reale. I risultati non furono eccezionali ma Koei, convinta della qualità del suo titolo, ha deciso di riproporlo su PlayStation 4 in versione “Nightmare”. Andiamo quindi a scoprire insieme, cosa è cambiato in questi otto anni per il controverso Bladestorm.

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Me la ricordavo un po’ diversa la Guerra dei cent’anni..

Il titolo del paragrafo è abbastanza chiaro a proposito dell’ambientazione: la storia, anzi le storie, si svolgono durante la Guerra dei cent’anni. Vestiremo i panni di un mercenario che potrà arruolarsi liberamente in entrambe le fazioni in guerra, a nostra completa discrezione. Scegliendo uno schieramento andremo ad influenzare anche l’andamento della guerra, decidendo chi tra inglesi e francesi siano più meritevoli dei nostri servigi e quindi del successo in battaglia. Nella storia “classica” troveremo generali e figure storiche importanti tra cui Edoardo III e Giovanna d’Arco, caratterizzate però in maniera piuttosto eccentrica, nonostante una buona fedeltà storica del background generale con riferimenti abbastanza precisi agli avvenimenti realmente accaduti. La campagna “Nightmare” invece è completamente di fantasia e proprio per questo ancora più esagerata: un esempio è sicuramente Giovanna D’arco in versione demoniaca, con un’armatura piuttosto striminzita e un’esercito composto da demoni e mostri, che non risulta proprio il massimo della credibilità. In modalità “Nightmare” un’invasione di mostri interromperà la guerra in corso, costringendo tutte le forze umane ad allearsi per combattere la nuova minaccia: una trama piuttosto leggera e tutto sommato anche piuttosto gradevole da seguire. In conclusione, possiamo dire che potrete sicuramente farvi un paio di risate grazie alle caratterizzazioni stravaganti dei protagonisti, ma purtroppo proprio a causa di ciò non riuscirete ad apprezzare pienamente tutto il lavoro di ricostruzione storica alle spalle del buon Bladestorm.

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Una Giovanna d’Arco in queste “vesti”, proprio non ce l’aspettavamo

Il punto forte di Bladestorm, o quantomeno il più interessante di cui parlare è sicuramente il gameplay, piuttosto atipico per un Musou. Giocando a questo titolo infatti, non vi ritroverete nel più classico dei Dynasty Warriors in cui con un personaggio potrete spazzar via decine di migliaia di soldati. Con questo titolo Koei ha sperimentato l’introduzione della strategia in tempo reale, pur mantenendo la struttura classica da Musou. Ecco che ci muoveremo per le mappe, andando alla conquista di avamposti e buttando giù generali (o mostri giganti nella campagna Nightmare), con un piccolo esercito al nostro seguito gestibile attraverso quattro tasti: uno di attacco semplice e gli altri tre per gli attacchi speciali, diversi per ogni classe. Le abilità speciali vanno attivate con l’apposito tasto indicato su schermo e dopo essere state usate bisognerà aspettare che si ricarichino, fattore che avvicina molto il titolo al mondo strategico seppur con tutte le riserve del caso.

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Un Musou insolito

Come già anticipato in precedenza, ogni classe avrà i suoi attacchi speciali: avremo a disposizione arcieri, fanti, spadaccini, lancieri, vichinghi, insomma una buona varietà a cui va aggiunto il fattore forza/debolezza da classico GdR. Ogni tipo di guerriero che porterete al vostro seguito infatti, avrà un tipo di debolezza e di forza verso un’altra classe, feature che vi porterà a riflettere sulle mosse da fare, attaccare un avamposto piuttosto che un altro o tornare alla base pur di evitare scontri con nemici avvantaggiati sulla vostra classe. A rovinare tutta una buona struttura di base, ci pensano purtroppo difficoltà e intelligenza artificiale: dopo le prime partite, che effettivamente offrono una certa dose di strategia e di divertimento, tutte le ottime idee di Bladestorm vanno a farsi benedire. Salendo di livello e potenziando le truppe infatti, diventerete praticamente semidei, andando ad annullare tutte le componenti strategiche del gioco: dopo poche decine di minuti vi ritroverete davanti ad un gioco che è tutto fuorchè uno strategico, che purtroppo eredita dai Musou le caratteristiche peggiori. Inoltre vista la struttura poco action del gioco, non potrete neanche divertirvi ad inanellare combo infinite con il vostro personaggio, visto che con la pressione di un solo tasto il vostro esercito attaccherà all’unisono. Insomma, buone, anzi ottime idee, ma veramente mal gestite a causa di una difficoltà calibrata come peggio non si poteva, che di fatto rende inappetibile il prodotto a chiunque non sia fan della ripetitività che affligge inevitabilmente ogni titolo di questo genere.

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Non tutte le Remastered escono col buco

Le Remastered ormai sono diventate un grande problema nel mondo dei videogiochi, spieghiamoci meglio: non è tanto quando si offre un contenuto effettivamente restaurato che ci si lamenta, ma piuttosto quando ci si ritrova di fronte a quei giochi riproposti sulle nuove console identici alla versione originale, che di solito si limitano a raccogliere tutti i DLC precedentemente usciti. Bladestorm ha senza dubbio il merito di proporre qualcosa di completamente inedito, come la campagna Nightmare, ma graficamente i risultati sono davvero scadenti: modelli dei personaggi, soldati, fondali, tutto risulta poco elaborato probabilmente anche per PlayStation 3. Quantomeno, il motore grafico riesce a reggere bene le centinaia di soldati “copia-incollati” presenti su schermo, magra consolazione comunque. Continuando l’analisi sul comparto tecnico, se la colonna sonora se la cava discretamente bene, lo stesso non si può dire del doppiaggio ai limiti della decenza: non tanto in versione giapponese, quanto in inglese, potrete ascoltare un doppiaggio caricaturale e così mal recitato, che riesce a distruggere quel briciolo di credibilità rimasta ai protagonisti. Ultime menzioni vanno fatte per il comparto online, praticamente ingiocabile vista la totale assenza di utenti connessi e per la mancanza della localizzazione in lingua italiana, che comunque non impedisce la fruizione di tutti i contenuti del titolo Koei.

httpvh://www.youtube.com/watch?v=K38Yi4e-mNc

VERDETTO

Bladestorm Nightmare ripropone le stesse buone idee della versione originale del 2007, ma fallisce nuovamente la sua missione di adattare la strategia in tempo reale al Musou. Il problema risiede principalmente nella difficoltà e nell'intelligenza artificiale, fattori che impediscono al giocatore di usufruire di una struttura di gioco che in fondo non è stata pensata neanche poi così male. Bladestorm Nightmare è un Musou presentato con un abito diverso, ma con la stessa formula di sempre che potrà essere apprezzata solo dai fan del genere.

Guida ai Voti

Gennaro Favatà
Detto anche Giovanni, dagli amici di Ubisoft. Newser, inviato, grafico e se sei fortunato lo trovi anche sul forum di PlayStationBit. Ama alla follia fumetti, cartoni animati, videogiochi e quanto di più colorato e nonsense ci sia, non disdegnando però generi più dark come l'horror e il noir. Inoltre, come ogni eroe che si rispetti, sa trattenere il fiato per dieci minuti.