Castle Renovator – La principessa è in un altro castello – Recensione

Sviluppatore: Ultimate Games Publisher: Pyramid Games Piattaforma: PS4 Genere: Manageriale Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 14,49 € Italiano: Sottotitoli

Se volete sentirvi dei veri re, allora partite dalla costruzione di un castello con la recensione di Castle Renovator. Il titolo sviluppato da Pyramid Games e pubblicato su console da Ultimate Games si unisce alla ricca schiera di gestionali approdati su PlayStation. Vediamo insieme se le nostre abilità da interior designer ci hanno permesso di brillare in quest’opera dallo stile fantasy.

Costruzione medievale con Castle Renovator

Quello attuale è un periodo incredibilmente florido per i gestionali. Che si tratti delle università di Two Point Campus, della ditta informatica di Startup Company o dei campi di grano di Farming Simulator, questo genere sta vivendo una seconda giovinezza su PlayStation. In questa folta schiera di prodotti che ci fanno giocare con i lavori troviamo anche Castle Renovator. Se siete nostri fedeli lettori, avrete anche riconosciuto il nome della software house, responsabile un paio d’anni fa di Rover Mechanic Simulator.

Questa volta Pyramid Games abbandona lo spazio profondo e ci porta indietro nel tempo, in un’epoca fatta di dame e messeri, di re e cavalieri. Stiamo parlando, ovviamente, del Medioevo, periodo storico in cui è ambientato Castle Renovator. Questa premessa potrebbe portare a una trama articolata che spieghi al giocatore perché trasformarsi in architetti. Potrebbe, appunto, ma non lo fa. O almeno non in maniera coinvolgente. Una volta avviata la campagna e scelto il nome del regno, ci si troverà a completare un rapido tutorial che spiega i comandi di gioco.

Castle Renovator si divide in missioni, tutte introdotte da un noioso testo che spiega cosa dovremo fare nella location di destinazione. Tra una prova e l’altra ci si troverà nell’hub principale, il nostro regno appunto, che potremo personalizzare a piacimento investendo il denaro e le risorse recuperate durante le missioni di cui sopra. Sulla carta questo mix potrebbe essere interessante anche senza il supporto di una vera e propria storia. Sfortunatamente, anche qui il condizionale è d’obbligo, perché Castle Renovator delude sotto ogni aspetto.

Colf simulator

Di base, l’idea di costruire un castello e arredarlo è incredibilmente affascinante. Realizzare vaste aree, piazzare tavoli per banchetti e arazzi dovunque è il sogno di qualsiasi amante del Medioevo. Peccato che in Castle Renovator non si faccia niente di tutto questo. Le missioni, tutte uguali tra loro, ci portano in aree chiuse in cui svolgere in maniera anonima e ripetitiva alcune azioni.

La richiesta è sempre quella di completare compiti di ristrutturazione e pulizia di villaggi e simili. Con il tasto R2 è possibile raccogliere la spazzatura, da tramutare poi in risorse da sfruttare. Si possono inoltre riparare colonnati, staccionate e abitazioni usando le assi di legno sparse nell’area, oppure abbattere alberi a colpi di accetta. L’apposito martello è deputato alla distruzione di strutture fatiscenti, lo spazzolone a pulire le macchie.

Più che costruttori di castelli, ci si sente delle serve al pari di Cenerentola. Tutto questo, inoltre, ben lontani da qualsiasi cosa che si avvicini anche solo minimamente a un castello. Scordatevi grandi sale, torri altissime e qualsiasi altro elemento di medievale memoria. Castle Renovator potrebbe chiamarsi anche Medieval House Renovator e nessuno potrebbe obiettare.

Il gameplay di Castle Renovator

Ma quindi c’è qualche elemento d’intrattenimento nel titolo di Pyramid Games? La risposta in breve è no, perchè sfruttando dei controlli legnosissimi è possibile svolgere le azioni di cui abbiamo parlato nel precedente paragrafo mediante la semplice pressione di un tasto. L’interattività è quasi nulla, non sono nemmeno presenti mini giochi o tasti da premere in sequenza per completare con successo l’azione. Persino gli oggetti raccolti scompariranno magicamente, come assorbiti dai nostri arti.

Il tutto è accompagnato da movimenti a scatti della visuale in prima persona, da effetti pop up a tutto spiano e da un generale senso di nausea causato dal movimento di una telecamera decisamente rivedibile. A poco servono i forzieri contenenti denaro da spendere nell’hub e le note stucchevoli e irrilevanti nascoste nelle aree di gioco. L’unico pensiero sarà quello di completare la missione e tornare alla base, nella speranza di poter terminare le pulizie e dedicarsi davvero al design del proprio castello.

E in effetti, nell’hub principale qualcosa si fa, anche se definirlo “creazione di una fortezza” è decisamente esagerato. I giocatori possono investire denaro per creare una sorta di contrada, in cui attirare affittuari rispondendo alle loro richieste. Peccato solo che non vedremo mai nessuno eccetto un paio d’inservienti, perché il team non ha pensato d’inserire alcun tipo di NPC che possa animare il terreno brullo in cui andremo a edificare. Il che è un peccato, perché la varietà di oggetti è buona, ma l’interesse nel collocarli sarà pari a zero.

Mattone su mattone

Sin qui nessun elemento di Castle Renovator ci permette di consigliare questo prodotto. Il comparto tecnico non fa eccezione: la grafica sembra risalire ai tempi della gloriosa PlayStation One, complici anche modelli poligonali non all’altezza e gli effetti pop up a cui abbiamo già accennato. Non migliore il sonoro, con tracce da film medioevale di serie B sparate a volume altissimo e incredibilmente irritanti già dopo pochi minuti. Purtroppo non ci sono davvero elementi che riusciamo a salvare di quest’opera.

Nemmeno le location riescono a regalare emozioni, con paesaggi desolati e strutture costantemente ripetute, senza contare l’assenza d’indicatori a schermo che permettano di capire come orientarsi o cosa manchi da fare durante le missioni. Solo uno speciale potere (che potremmo chiamare ironicamente “occhio della colf”) permette di evidenziare alcuni punti d’interazione. Se pensate che sia già abbastanza, sappiate poi che oltre ai comandi legnosi, anche un sistema di spostamento oggetti soffre di gravi problemi, rendendo quasi impossibile collocare correttamente gli oggetti.

L’unica nota positiva in questo mare di problematiche fantasy è la longevità del titolo: Castle Renovator terrà impegnati gli appassionati (?) per una buona quantità di ore, congrua al prezzo a cui il gioco viene proposto. Un po’ troppo poco per giustificarne l’acquisto, a meno che non siate degli amanti dei prodotti trash, vogliate auto punirvi oppure, cosa più probabile, siate alla ricerca di un Platino relativamente facile.

Il Platino di Castle Renovator

Niente attira i giocatori più di un Platino facile. La lista trofei di Castle Renovator include la bellezza di 37 coppe virtuali, sbloccabili senza troppa fatica da qualsiasi tipo di cacciatore. Se riuscirete a resistere alla noia, riuscirete ad aggiudicarvi in una manciata di ore la tanto ambita coppa blu. Le richieste del gioco sono semplici e cumulative: eseguite le azioni base più e più volte, affittando almeno trenta case. Bisognerà anche terminare la storia trovando tutte le note e i forzieri. La richiesta comunque è tutt’altro che impossibile.

VERDETTO

Il 2023 è appena iniziato, ma Castle Renovator si candida come uno dei peggiori giochi da noi analizzati nel corso dell'anno. L'opera di Pyramid Games e Ultimate Games non ha nessun elemento positivo, se non una buona longevità e una lista trofei generosa. La realizzazione tecnica è lacunosa, il gameplay è monotono e in generale l'opera è costellata da rallentamenti, pop up e problemi. L'ottimizzazione su console non è pervenuta, così come un impegno per rendere il prodotto quanto meno presentabile. Se a questo aggiungiamo la quasi totale assenza di castelli (emblematica in un gioco che inserisce "Castle" nel titolo), si ha la ricetta per un fallimento epico. L'unica attrattiva, per i cacciatori coraggiosi che vorranno provare quest'opera, resta una lista trofei tutto sommato generosa. Per il resto, vi suggeriamo di guardare altrove: la nostra principessa è in un altro castello.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.