Ratalaika è da sempre la paladina dei titoli indie e ancora una volta prova a deliziarci con un progetto realizzato da un piccolo team: DarkChibiShadow. Dalla creatività di questo illustratore nasce One-Eyed Lee and the Dinner Party, un gioco d’avventura rivolto a grandi e piccini e perfetta per Halloween. Diamo uno sguardo insieme alle sue caratteristiche.
A cena col morto
One-Eyed Lee and the Dinner Party narra la storia di Beracus e del suo amico elfo, Lee. La loro ricerca di una cura a una maledizione che ha colpito il villaggio di Beracus li conduce in un bunker sotterraneo, in cui lui e Lee restano intrappolati. A far loro compagnia c’è una famiglia di scheletri.
DarkChibiShadow propone una storiella breve e divertente che cerca di trattare, senza risultare troppo pesante, alcune tematiche profonde come la libertà, la manipolazione mentale o il fanatismo religioso. Tuttavia, nel tentativo di rivolgersi a un pubblico ampio, nonché più giovane, la storia risulterà troppo superficiale e i personaggi troppo stereotipati.
Il gameplay è ridotto all’osso, purtroppo, ed è di breve durata. One-Eyed Lee and the Dinner Party alterna una narrazione da visual novel a sezioni di gameplay da punta e clicca in cui dovremo esaminare oggetti per ottenere indizi su come lasciare il bunker. Naturalmente, la fuga di Beracus e Lee non sarà semplice e nel mentre ci toccherà risolvere qualche puzzle. Nulla d’impossibile.
La natura parziale da visual novel, però, ci porrà di fronte ad alcune scelte il cui esito potrà risultare fatale per l’amico elfo. Inoltre, il modo in cui ci comporteremo con Lee e i vari membri della famiglia andrà a influenzare il finale della storia, mostrandoci uno dei tre finali possibili. La storia ha una durata massima di cinque ore, abbreviate di molto se si saltano i dialoghi durante le partite successive. Per questo motivo, esplorare le varie scelte narrative non risulterà impegnativo.
Artisticamente interessante
Solitamente le visual novel occidentali presentano molti difetti, spesso legati proprio all’aspetto estetico del prodotto. Fortunatamente, One-Eyed Lee and the Dinner Party non soffre di questo problema.
Si presenta da subito con uno stile artistico accattivante, caratterizzato da una palette cromatica prevalentemente calda e rilassante, in uno stile di disegno chiaramente occidentale. La narrazione è affidata alle caselle di testo abilmente realizzate, in cui le informazioni vengono ben distribuite. Non si andrà mai incontro a mattoni di testo, bensì a due o tre righe perfettamente leggibili.
La colonna sonora prevede pochi brani, ma azzeccati per l’atmosfera e il tipo di storia a cui fanno da sottofondo. Tuttavia, un solo brano avrà l’onore di accompagnare Beracus e Lee nella loro ricerca; di conseguenza, ci ritroveremo ad ascoltare lo stesso brano in loop e alla lunga questa scelta risulterà talmente stancante da farci desiderare di abbassare il volume.
Trofeisticamente parlando
Il gioco conta dodici trofei, suddivisi in undici coppe dorate e una coppa di Platino. Considerata la longevità del gioco e l’inesistente difficoltà del gameplay, One-Eyed Lee and the Dinner Party si presenta come il candidato perfetto per i cacciatori di trofei.
Per sbloccare la maggior parte di queste coppe, vi basterà semplicemente fare delle scelte ed esplorare quel ramo narrativo che, spesso, vi condurrà a degli inevitabili bad end. Soltanto quattro coppe sono legate al finale, invece. Non sarà difficile capire come sbloccarle, fatta eccezione per un preciso trofeo, per il quale sarà necessaria una guida.