West of Dead – Recensione

Sviluppatore: Upstream Arcade Publisher: Raw Fury Piattaforma: PS4 Genere: Roguelike Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 19,99 € Italiano:

Il mercato indipendente, durante la generazione appena conclusa, ha valorizzato alcuni sottogeneri videoludici e particolari stili grafici a basso budget. Fra questi spiccano indubbiamente il roguelite e il cel-shading, due colonne portanti su cui si poggia West of Dead, interessante titolo d’azione western sviluppato da Upstream Arcade, al suo primo progetto. Come se l’è cavata lo studio inglese? Scopritelo nella nostra recensione!

Rissa al Pulgatorio

L’espediente narrativo con cui verremo inoltrati nel mondo di West of Dead è semplice ma efficace. Impersoneremo un defunto la cui anima viene catapultata a Purgatory, un limbo fra l’Inferno e il Paradiso dove le anime si dirigono a est oppure a ovest in base alla destinazione a loro imposta. Verremo accolti in un tipico bar western dove il titolare ci spiegherà che è in corso una rivolta che impedisce alle anime di completare il proprio percorso e che sta mettendo sottosopra tutta Purgatory. Il nostro protagonista, dalle origini sconosciute, deciderà quindi d’investigare esplorando le varie zone che pullulano di anime impazzite e ostili.

Man mano che proseguirete la nebbia intorno all’identità del protagonista e a ciò che sta succedendo a Purgatory si dissiperà, svelando alcune idee interessanti, sebbene non primeggino per originalità. La lore del gioco è intrigante e misteriosa. Purtroppo non è facile venirne a contatto e molte tematiche intriganti rimarranno irrisolte. Sotto il profilo dello sfruttamento della lore si sarebbe potuto fare molto di più, perché il contesto creato dai ragazzi di Upstream Arcade è molto coinvolgente, ma un po’ troppo ridotto a livello di contenuti.

West of Dead 5

Bang Bang, a terra mi gettò

Sarà il gameplay di West of Dead a prendersi la scena a colpi di pistole, shotgun e fucili. Come già accennato, si tratta di un roguelite con mappe generate proceduralmente. Il nostro protagonista maneggerà armi e accessori di chiaro stampo western, così come i nemici che ostacolano il suo cammino. I dungeon esplorabili non sono molti ma sono abbastanza differenziati sia nell’estetica che nel livello di sfida imposto dalla tipologia di nemici che li popolano. La varietà viene arricchita da un quantitativo di armi ed equipaggiamenti veramente enorme, che conta oltre cento armi differenti dagli effetti più disparati. Essendo un roguelite, ogni morte coincide con un game over semi-definitivo che vi imporrà di ricominciare l’avventura dall’inizio, permettendovi però di salvare qualche piccolo progresso. Uccidendo i nemici, il protagonista raccoglierà due tipi di valute: ferro e peccato. Il primo serve ad acquistare equipaggiamenti dai mercanti situati all’interno dei dungeon, mentre il secondo può essere consumato per sbloccare la possibilità di trovare nuove armi, anche nelle run successive. In sostanza il ferro è una valuta circoscritta alla run che giocate, mentre il peccato è ciò che vi farà percepire il progresso.

West of Dead 4

La meccanica di base attorno a cui ruotano la maggior parte delle sparatorie che contraddistinguono i combattimenti in West of Dead è il riparo. Ogni stanza vanta degli elementi paesaggistici dietro cui potremo ripararci (potranno farlo anche i nostri rivali). I ripari possono essere distrutti e alcune armi vengono potenziate se utilizzate da dietro un riparo. Altre, invece, possono perforarli. In generale, i ripari sono fondamentali per uscire indenni da Purgatory, molto più di quanto non lo sia la capriola utile per schivare gli attacchi in mischia e i proiettili standard. Altra meccanica importante è la ricarica. Ogni arma ha un suo caricatore di dimensione variabile e la cui ricarica richiederà un tempo prefissato. Utilizzare accessori e fare capriole blocca il timer di ricarica, annullando la nostra potenza di fuoco. In sostanza, dovremo gestire bene le nostre risorse e alternare momenti di attacco a momenti di difesa.

Occasionalmente, incontreremo dei miniboss. Alcuni sono dei Fuorilegge standard che utilizzano le nostre stesse armi e si muovono in maniera similare a noi, altre sono creature giganti particolarmente potenti che lasceranno cadere delle rune, una volta sconfitti, utili per apprendere nuove abilità passive (e che rimarranno anche dopo il game over).

West of Crash

Purtroppo, sebbene abbiamo giocato al titolo qualche mese dopo la sua uscita su PlayStation 4, ci siamo imbattuti in spiacevoli difetti tecnici che siamo costretti ad annoverare. Apriamo la lista con l’intelligenza artificiale altalenante che alterna nemici completamente addormentati ad altri con i sensi di ragno. A questi si aggiungono dei bug fastidiosi di gameplay che ci faranno rimanere incastrati in alcune zone della mappa o, peggio ancora, ci faranno subire danni nonostante la fonte di questi ultimi sia stata innegabilmente evitata. Purtroppo, ci siamo imbattuti una ventina di volte in dei crash totali dell’applicazione, anche in momenti concitati. Rispetto ad altri videogiochi, in West of Dead il crash dell’applicazione non contamina eccessivamente l’esperienza, essendo disponibile un autosalvataggio continuativo che quindi vi permetterà di mantenere i vostri progressi. Si tratta comunque di una situazione inaccettabile. Infine, ci siamo scontrati più volte con dei cali di frame rate piuttosto evidenti e impacciati.

West of Dead 3

I problemi del gioco non si fermano a quelli tecnici, ma ce ne sono altri concettuali. Il primo è una proceduralità degli ambienti non molto varia. Sebbene le mappe siano sempre diverse e le stanze generate casualmente, il gameplay risulterà essere piuttosto piatto, poiché la meccanica del riparo vi obbligherà ad assumere la stessa strategia in ogni stanza e contro ogni nemico. Anche l’enorme varietà di equipaggiamenti viene parzialmente cancellata dallo sbilanciamento di alcune di queste. Le armi che possono effettuare colpi critici con frequenza sono estremamente più forti e versatili delle altre, tanto da ridurre l’esplorazione a una mera ricerca di quelle tre o quattro armi utili, saltando a vista d’occhio tutto il resto. Un vero peccato, perché l’esplorazione delle mappe sarebbe stata molto divertente, se ci fosse stato un motivo per eseguirla che trascendesse dalla ricerca di alcuni altari necessari per aumentare le statistiche del protagonista (vita, danni e tempi di ricarica).

Una fetta di Paradiso

Se a livello tecnico il Purgatorio di West of Dead scivola verso l’Inferno a ovest, a livello estetico e sonoro si percorre la via a est verso il Paradiso. Il comparto grafico è saltato subito all’occhio fin dai primi trailer di presentazione. Un cel-shading oscuro e minimalista capace di esaltare lo stile western e le atmosfere dell’oltretomba in maniera eccellente. Abbiamo apprezzato enormemente l’impatto visivo di West of Dead, soprattutto nei dettagli, come ad esempio la scia dei proiettili ondulata (quasi a voler citare l’estetica fumettistica) o la luce inondata dalle lanterne.

Altro splendido lavoro riguarda il comparto sonoro, con un profondissimo Ron Perlman che ha prestato la voce al protagonista recitando una sceneggiatura che caratterizza un personaggio cinico e dominante ma con una forte vena di umiltà e consapevolezza. Le musiche che accompagneranno le nostre scorribande a Pulgatory sono rigorosamente di genere western. Si alterneranno tracce piuttosto essenziali ma coerenti con il concept di gioco e assolutamente godibili. Buoni anche gli effetti sonori legati alle esplosioni e agli spari delle armi.

West of Dead 2

Trofeisticamente parlando: l’errante delle pianure

L’elenco trofei di West of Dead conta ventiquattro coppe, fra cui spicca il tofeo Platino. Per impadronirvene dovrete finire il gioco due volte e completare per cinquanta volte un paio di azioni molto semplici. Qualche dungeon potrebbe essere ostico finché non sbloccherete delle armi consumando il Peccato. Tuttavia, una volta trovata la build giusta, ottenere il Platino sarà una passeggiata che vi richiederà circa venti ore. Consultate la nostra guida per maggiori dettagli.

VERDETTO

L'esperienza proposta da Upstream Arcade è intrigante nelle premesse ma discutibile nei risultati. Il gameplay strutturalmente è valido e piuttosto coinvolgente, ma perde tutta la sua variabilità in tempi record, rendendo l'esplorazione di Purgatory un "more of the same" che esaurisce le proprie pallottole in poche ore. L'innegabile identità estetica e l'enorme contributo di Ron Perlman fanno pari con i difetti tecnici che inondano il prodotto (almeno su PlayStation 4). Gli appassionati di Roguelite possono gettarsi su West of Dead consapevoli di vivere un viaggio particolare e godibile seppur non esaltante e sfidante. Gli altri difficilmente cambieranno idea su un genere che fatica terribilmente a uscire dal panorama indipendente.

Guida ai Voti

Giovanni Paolini
Catalizzatore di flame sul web e drogato seriale di fantacalcio, Giovanni vede il videogioco come un'espressione artistica piuttosto che come un mero intrattenimento privo di contenuti significativi. Per questo motivo, ripudia il 90% dei AAA e si tuffa sfacciatamente nel mercato indipendente, rimanendone il più delle volte scottato seppur senza rimorsi. Amante della musica di qualità, delle narrazioni articolate e di design ispirati, si è tuttavia mostrato fin dall'adolescenza ossessivamente attratto dai personaggi femminili antropomorfi, mistici o animati, universalmente conosciuti come waifu. Rappresenta orgogliosamente la vena toscana del Bit.