Milky Way Prince: The Vampire Star – Recensione

Sviluppatore: Lorenzo Redaelli Publisher: Fantastico Studio SRL Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS5) Genere: Visual Novel Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 14,99€ Italiano:

Parlare di questo titolo è indubbiamente complicato; non per problematiche di gameplay, bug o quant’altro, quanto più per le tematiche affrontate. Non sarebbe sbagliato catalogare Milky Way Prince come un vero e proprio trattato psicologico interattivo. Le tematiche affrontate sono enormi, pesanti e forse non proprio adatte a tutti. Ma, il gioco, l’esperienza che è questo titolo, ci farà anche vivere la storia, quasi autobiografica, del suo sviluppatore, Lorenzo Redaelli. Mettetevi comodi, dunque, e lanciatevi insieme a noi in questa affascinante esperienza visiva.

Sensazioni di disagio

Nuki, giovane sognatore in cerca del suo Principe della Via Lattea (idolo e sogno nato da un libro che leggeva da bambino), incontra per caso Sune, figura inizialmente dalla difficile interpretazione, che si mostra subito incredibilmente insicuro, spaventato, a volte assente. Da quel momento si instaura un rapporto particolare, a volte estremamente trascinante nella passione carnale e altre stranamente silenzioso, quando non in evidente crisi. Ora, se dopo un inizio un po’ anormale e sottotono, procedendo nel racconto, ci troveremo davanti a qualcosa che sancirà il prodotto per come è stato definito qualche rigo più in su: un trattato di psicologia. Milky Way Prince racconterà di tutto ciò che concerne il vivere una relazione con una persona difficile e borderline. Sia dal punto di vista fisico che psicologico. Infatti, innanzitutto, per chi non ha mai vissuto esperienze simili penso sia già difficile provare a parlarne. Noi, ci scusiamo in anticipo per eventuali errori, sperando di non offendere nessuno. Il nostro intento è di parlare di un titolo così interessante quanto bizzarro.

Nel gioco, il protagonista, che sarà in tutto e per tutto l’avatar del giocatore, passando quindi a un’esperienza immersive sim, vivrà un’avventura atta a scoprire questi comportamenti. Capirli, superarli e anche accettarli. Tutto ciò avviene tramite un approccio da visual novel, che con scelte, tramite dialoghi e non solo, ci faranno arrivare a uno dei finali di gioco.

Il sesto senso

Non proprio come nel famoso film con Bruce Willis, in Milky Way Prince il gameplay potrebbe proprio essere considerato un senso in più. Come dicevamo poche righe più sopra, per arrivare ad uno dei finali non saranno chieste solo delle scelte su schermate di dialogo, ma anche scelte a livello sensoriale. Suoni, sensazioni, tutto porterà il giocatore e il protagonista verso una delle vie finali del racconto. E tra queste scelte, le più peculiari, anche legate al mondo dei videogiochi, sono indubbiamente in relazione alle scene sessuali. Durante i rapporti tra i personaggi potremo “attivare” le finestre relative a tre dei cinque sensi indicati, che genereranno a loro volta dialoghi e scoperte specifiche da parte di Nuki. Il sapore delle labbra, l’odore della pelle, la profondità degli occhi.

Tramite il sesso, il dialogo e le azioni, plasmeremo dunque un rapporto in cui saremo assoggettati o dominanti, a secondo delle scelte espresse nel tempo. Per testare il nostro agire, coerentemente con alcune “tecniche” che maturano da condizioni simili, la controparte ricorrerà a capricci vari, bombardamenti affettivi e ad atteggiamenti passivo aggressivi, resi in modo estremamente personale ed efficace a livello visivo.

Una totale esperienza sensoriale

I più navigati nel mondo dell’animazione giapponese sicuramente saranno già implosi guardando gli screen del gioco. Satoshi Kon, Kunihiko Ikuhara e Masaki Yuasa sono solo alcuni dei nomi che potrebbero venire in mente una volta avviata la partita. Ma il maggior focus che vogliamo dare è proprio sull’ultimo regista e director giapponese nominato. Milky Way Prince, per fortuna, tende ad assomigliare solo molto visivamente ai lavori di Yuasa, in particolare Devilman Crybaby. Mentre, nell’uso delle tematiche, probabilmente, troviamo il titolo molto più vicino a Ikuhara, da dove provengono l’uso del simbolismo, i parallelismi con le fiabe e l’importanza della metafora non come figura retorica, ma come parte integrante della storia.

Anche nel sonoro, il titolo darà “filo da torcere” ai giocatori. Motivetti suonati come se fossero delle ninna nanna, silenzi improvvisi ma più assordanti del più rumoroso dei suoni, musiche che lasceranno il giocatore ancora una volta in balia di situazioni ben più grandi di lui. Anche in questo caso, dunque, solo complimenti per quella che è una vera e propria esperienza, oltre che un videogioco.

Trofeisticamente parlando: Platinum Way Prince

Arriverà alla coppa di Platino non sarà veramente arduo. La durata del gioco non è eccessiva e i trofei saranno legati a scelte da fare durante il gioco e al raggiungimento di determinate situazioni. Ciò che ci premuriamo veramente di fare, in primis, è consigliarvi di vivere l’avventura secondo le proprie scelte, senza lanciarsi subito alla conquista dei trofei. Questo titolo è una perla più unica che rara nell’industria videoludica che va vissuta nel miglior modo possibile.

VERDETTO

Milky Way Prince - The Vampire Star è il titolo che si avvicina più al concetto di esperienza rispetto a qualsiasi altro videogioco. Un vero e proprio trattato sociale che l'autore, Lorenzo Radaelli, ha voluto proporre al pubblico tramite l'uso del genere visual novel. A giocare saranno chiamati anche i sensi del giocatore, che verrà trasportato in questa storia atta a raccontare e trattare argomenti di cui si parla poco facendolo immergere totalmente in essa.

Guida ai Voti

Raffaele Verde
Anche se i videogiochi sono la sua passione, fin dalla tenera età, continua, ancora oggi a cercare di capirci qualcosa, ovviamente senza riuscirci.