Warm Snow – Recensione

Sviluppatore: BadMudStudio Publisher: Microids, Bilibili Piattaforma: PS4 (disponibile anche su PS5) Genere: Roguelike Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 19,99 € Italiano: Sottotitoli

Nuova scommessa di Microids che, dalla Cina con furore, stavolta punta su BadMudStudio e sul suo Warm Snow, già uscito su PC a inizio 2022 e, forte di una valutazione molto positiva, finalmente pronto ad approdare anche su console. Quel che in realtà – dal nome, quantomeno – può sembrare un nuovo Frostpunk, in verità si rivela un action roguelike dark fantasy, quindi più vicino al pluripremiato Hades.

Cambio setting, cambio avventura

Invece dei temibili Inferi e di personaggi e creature della mitologia greca, Warm Snow ci catapulta in un setting orientale dai tratti fantasy tradizionali. Nei panni del guerriero Bi-an affronteremo Oni, creature maligne e non-morti per farci strada verso le Cinque Grandi Casate, responsabili della caduta della neve calda, capace, appunto, di trasformare le persone in mostri senza ragione.

Venerando divinità e offrendo anime in sacrificio, l’abile spadaccino Bi-an diventerà sempre più forte e capace di controllare non solo le sue iconiche lame fluttuanti, ma anche gli elementi quali fuoco, ghiaccio, tuono e persino il terrore.

Narrativamente parlando, sfortunatamente, Warm Snow non nasconde sfaccettature né colpi di scena da far saltare dalla sedia (nonostante gli svariati finali aggiunti con l’espansione The Ash of Nightmare), ma riesce a darsi un contesto plausibile. Cosa recrimino alla produzione è la mancata caratterizzazione, o meglio il mancato spessore dei personaggi, che siano primari o comprimari.

Laddove Hades contornava la fuga di Zagreus con gli esilaranti e stuzzicanti dialoghi con gli Dèi dell’Olimpo o con la sua stessa personalità “ribelle, ma non irresponsabile”, Bi-an in Warm Snow è un manichino forte con la spada, e non c’è nient’altro da aggiungere. Un peccato non usare un setting così evocativo per sviluppare i personaggi, invece piatti e neppure di contorno.

Affila, lancia e richiama

Naturalmente, per arrivare ai paragoni con un Game of the Year, vuol dire che hai azzeccato la cosa più importante: il gameplay. Anche guardando un video di gioco si percepisce la frenesia, il ritmo incalzante dell’azione e la voglia di menare le mani. Ed effettivamente Warm Snow è molto valido su questo aspetto; è veloce e molto diramato nei potenziamenti e nelle possibilità di gioco proposte. Ma al tempo stesso, per qualche ragione, anche un po’ troppo statico e confusionario.

Statico per una sensazione dovuta ai movimenti non esattamente responsivi e a causa delle animazioni rigide. La confusione, invece, sarà sicuramente la prima sensazione che il giocatore proverà, avvezzo o meno agli action roguelike. Questo perché il titolo da già per scontato che il giocatore sappia come si gioca e che conosca tutte le reliquie e i loro punti di forza. Dopo qualche oretta sarà certamente tutto più chiaro, ma ciononostante rimane perennemente quella sensazione come se ci si stesse perdendo qualcosa per strada.

Tolti questi difetti, però, Warm Snow sa come portare in tavola un gameplay variegato e capace di far sperimentare i giocatori con le tante varianti proposte. Attacchi paralizzanti, colpi di grazia di ghiaccio, tornado di fuoco, scatti di fulmine e danza con le spade volanti e con gli incantesimi scaturiti dalla rabbia; nonostante il caos iniziale il titolo di BadMudStudio sa il fatto suo. E lo dimostra con un mondo procedurale (ma non troppo), gestito con molteplici diramazioni marchiate da un simbolo, che indicherà al giocatore se oltre un determinato ponte troverà oggetti, nemici agguerriti o bonus di salute.

“Aumenta lo sciopero della difesa”

Parliamo ora più dettagliatamente del comparto grafico. Gli scenari sono ben costruiti ma non certo memorabili, difatti si percepisce una certa piattezza nel design delle aree. Ma non si può dire lo stesso dei nemici, in particolare i boss; tenebrosi o spaventosi, infurianti nell’aspetto o persino graziosi, al netto di qualche scelta di design abbastanza generica. Molto buoni anche i loro pattern di attacco, mai imprevedibili e neppure frustranti, ma ciononostante difficili da contrastare.

Ma chi ha una certa cultura avrà già capito dal titolo del paragrafo dove voglio andare a parare. Warm Snow ha enormi problemi con l’interfaccia utente e con la sua traduzione. La presentazione con l’UI è spartana, poco intuitiva e malauguratamente brutta da vedere, ma superato quell’ostacolo – per l’appunto – arriva la traduzione in un italiano non esattamente degno della Bocconi, con parole tagliate e descrizioni delle abilità a volte incomprensibili. Una combinazione di problemi grossolani che interferiscono sulla valutazione del gioco nel suo complesso.

A questo non riesce a porre rimedio neppure il sound design, tra musiche senza personalità e un doppiaggio in lingua originale non dei più coinvolgenti. Buona invece la longevità: terminare la sola campagna richiederà circa 7 ore, raddoppiate se vorremo scoprire ogni segreto del gioco.

Il Platino di Warm Snow

Non sarà una passeggiata ottenere la coppa di Platino di Warm Snow, nonostante l’impresa sia lineare. Bisognerà finire il gioco sbloccando tutti i finali, comuni e nascosti, sbloccare tutte le statue di ogni setta e potenziare al massimo tutti e tre i gli alberi delle abilità. Una sfida riservata comunque a quei cacciatori che non hanno paura di sporcarsi le mani e mettersi d’impegno.

VERDETTO

Warm Snow è un action di buona fattura, dal gameplay appagante e ben strutturato e ramificato. Al netto di qualche perplessità, specialmente per quanto concerne l’interfaccia utente, la traduzione non brillante e una storia un po’ deboluccia, il titolo riesce comunque a centrare il bersaglio e divertire il giocatore.

Guida ai Voti

Andrea Letizia
Cresciuto a pane, Kamehameha e Crash Bandicoot, inglesizzato grazie a Kingdom Hearts. Grande amante degli action RPG e dei platform, dei cani e del wrestling.