Fill-a-Pix: Phil’s Epic Adventure – Recensione

Sviluppatore: Lightwood Games Publisher: Lightwood Games Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Puzzle Giocatori: 1 PEGI: 3 Prezzo: 7,99 € Italiano:

Picross è uno dei diversi nomi che prende un passatempo a metà tra la logica e l’enigmistica e che consiste nell’annerire, o colorare, caselle in una griglia in base a indicazioni numeriche riportate a margine della griglia stessa. Il risultato finale, se tutto avviene correttamente, è una sorta di immagine pixellosa che costituisce il premio per la pazienza del giocatore. Lo sviluppatore Lightwood Games, ormai noto per la trasposizione videoludica di diversi giochi enigmistici che abbiamo anche avuto modo di recensire, ha lavorato a diverse varianti del picross, sia a colori che in bianco e nero, rendendole appetibili grazie a elenchi trofei più che abbordabili. Fill-a-Pix: Phil’s Epic Adventure (FAP, da qui in avanti, anche se non suona benissimo…) è una di queste proposte e vogliamo parlarvene senza divagare oltre.

Fill con Phil

Il buon Phil è un simpatico signore che può ricordare molto vagamente un Ned Flanders dei Simpson e che ci accoglie all’inizio del gioco presentandosi in una situazione di totale, invidiabile relax. Tazza di tè e biscotto alla mano, Phil trascorre una tranquilla giornata nella sua casa immersa nel verde, almeno da quanto si può giudicare dalla schermata che costituirà l’unico tipo di contatto con lui. La sua condizione appare come quella ideale per una spensierata sessione di giochi enigmistici volti ad ammazzare il tempo, proprio gli stessi a cui ci apprestiamo a dedicarci.

Phil è di ritorno da un recente viaggio che lo ha portato intorno al mondo. Ci informa lui stesso della volontà di metterci a conoscenza delle più grandi meraviglie architettoniche, e non solo, che ha potuto visitare. Il problema è che le numerose fotografie non sono ancora pronte e starà proprio a noi svilupparle; un simpatico pretesto per dare al gioco uno scopo e un fondamento di storia, senza relegarlo a mero elenco di enigmi. Basteranno pochi minuti, però, per capire che non esiste un vero e proprio senso di progressione e che FAP è una fredda trasposizione videoludica in scala 1:1 di un libretto di enigmistica.

Campo minato, sei tu?

Nel breve, ma esaustivo tutorial che inizierà all’avvio del gioco e che sarà tenuto dallo stesso Phil, la prima analogia che verrà in mente ai giocatori meno giovani sarà quella con campo minato, il giochino installato di default sulle vecchie versioni di Windows. In quel titolo, scoprendo una casella si trovava un numero che indicava le mine presenti intorno alla casella stessa, in un ipotetico quadrato di 3×3 di cui essa rappresentava il centro. In FAP partiamo da uno schema bianco con caselle bianche e caselle numerate, ma lo schema mentale che dobbiamo usare è il medesimo.

Ogni casella numerata va vista come il centro di un quadrato 3×3. Il numero riportato nella cella corrisponde alle caselle che vanno annerite nel quadrato, perciò un 9 richiederà di annerire tutto (inclusa la casella che contiene il 9), mentre uno 0 richiederà di lasciare tutto in bianco. Se questi due casi limite sono molto semplici, diversa è la questione per i numeri intermedi, con i quali non si saprà esattamente quali caselle annerire, se non aiutandosi con altri quadrati parzialmente sovrapposti a quello su cui stiamo lavorando o con le caselle posizionate agli angoli o ai bordi della griglia.

Più facile a farsi che a dirsi

Le griglie, di dimensioni variabili (comunque tutte molto estese, al punto da costringerci a scorrere tra diverse schermate e a orientarci con una miniatura che mostra l’avanzamento complessivo), rappresentano le fotografie di Phil e sono suddivise in un elenco di diverse location toccate dal suo viaggio, dal Giappone alla Francia, dall’Italia all’Africa e a Las Vegas. Completarne una rende l’immagine pixel art in bianco e nero di un monumento o un luogo famoso, il tutto con una fattura davvero apprezzabile e tanto più accurata quanto maggiori sono le dimensioni della griglia.

Il movimento di casella in casella si esegue con due tipi di cursore. Il primo occupa una singola casella e serve per le operazioni “fini”, mentre il secondo occupa un 3×3 ed è utile per accelerare l’annerimento nel caso non esistano dubbi. Per esempio, posizionandosi in modo da avere uno 9 al centro e premendo il tasto X anneriremo tutte le caselle contemporaneamente; posizionandosi con un 5 al centro e avendo già annerito cinque caselle, le restanti quattro verranno marcate come bianche tutte contemporaneamente; e così via. Si tratta di meccanismi molto più semplici a farsi che a dirsi.

Non per tutti, anzi per pochi (pochissimi)

Il vero problema nasce dal fatto che, dopo aver compilato per lungo tempo una griglia – alcune possono richiedere anche un’ora o più – potremmo trovarci con diversi errori. Questi, seppur segnalati dalla colorazione rossa assunta dal numero coinvolto, ci costringeranno a rivedere tutto il nostro lavoro e potrebbero scoraggiare gli animi meno pazienti. Una comoda funzione di autocorrezione aiuta in questo senso, togliendo gusto al gioco ma rappresentando un utile appiglio per chi non ce la fa più e magari punta solo ai trofei.

Lo ammettiamo, questa recensione è piuttosto fredda e didattica, ma non potrebbe essere altrimenti, pur con tutta la nostra buona volontà. FAP non riesce mai a catturare il nostro interesse; impuntarsi fino alla soluzione onesta di una foto può funzionare per uno schema, massimo due, ma cimentarsi con una pazienza certosina nelle decine che il gioco propone richiede una passione non indifferente. Il problema è che un appassionato andrà ad acquistare una rivista piuttosto che un videogioco, mentre i gamer si troveranno tra le mani un prodotto senza mordente e senza un crescendo graduale di difficoltà.

Graficamente il gioco ha poco da prendere in esame. La schermata di introduzione è un disegno di Phil che chiunque potrebbe realizzare e il resto del tempo è trascorso in griglie bianche degne di Excel. Apprezziamo, questo sì, la resa in pixel art dei luoghi famosi sparsi per il mondo, alcuni davvero completi. La musichetta che accompagna il nostro lavoro di annerimento non aiuta, anzi alla lunga stanca e innervosisce, diventando quasi irridente nelle fasi in cui, presi dalla frustrazione, abbiamo la forte sensazione di sprecare inutilmente tempo prezioso.

Trofeisticamente parlando: ti faccio nero

I trenta trofei Fill-a-Pix: Phil’s Epic Adventure rappresentano, senza dubbio, un Platino facile, ma non per questo breve. Sarà infatti necessario completare tutti gli schemi, il che avverrà quasi sempre sfruttando l’autocorrezione dopo aver annerito a caso l’intera griglia. Qualche coppa di miscellanea, come quella che chiede di seguire il tutorial in quattro lingue o completare uno schema sotto un certo tempo, saranno facilmente recuperabili in qualunque momento.

VERDETTO

Fill-a-Pix: Phil's Epic Adventure è una via di mezzo tra il picross e il campo minato di Windows che si rivolge prevalentemente ai fan dell'enigmistica e ai cacciatori di trofei. Non c'è passione, non c'è "colore", non c'è altro che giustifichi l'acquisto se non la necessità di ammazzare (tanto) tempo o di conquistare un Platino facile. Ricordate però che è molto, molto lungo.

Guida ai Voti

Jury Livorati
Classe ’85, divido il tempo tra la moglie e i tre figli e le più svariate passioni. Amo la lettura, la scrittura e i videogiochi e recito dal 2004 con l'Associazione Culturale VecchioBorgo. Eterno bambino, amo la vita e guardo sempre allo step successivo, soprattutto se è più in alto del precedente. Sono grato a PlayStationBit per avermi fatto scoprire la (sana) caccia ai trofei e i Metroidvania.