Persona 4: Dancing All Night – Recensione

Sviluppatore: Publisher: Piattaforma: Genere: Giocatori: PEGI: Prezzo: Italiano:

Publisher: NIS America Developer: Atlus
Piattaforma: PS Vita (compatibile con PlayStation TV) Genere: Rhythm’n game Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 39,99 euro

Shin Megami Tensei vi dice nulla? Se la risposta è positiva, allora siete dei kenjin sensei del mercato videoludico giapponese, in caso contrario è presto detto: sono una serie di giochi di ruolo che hanno incontrato grande favore da parte di pubblico e critica e che vanno a posizionarsi, per importanza e diffusione, proprio dopo Dragon Quest e Final Fantasy. Questa mini premessa mi è parsa doverosa considerando che, la serie Persona, nasce come spin-off tratto da Shin Megami Tensei e che, dati alla mano, è diventata di gran lunga più conosciuta dell’originale; tanto più famosa che perfino in Europa – e in Italia – ha visto il formarsi di una solida fanbase, generando addirittura degli spin-off dello spin-off. Non c’è quindi da stupirsi – se avete una minima conoscenza del Giappone e dei suoi gusti, in caso contrario sgranate gli occhi e spalancate le mascelle – se da un gioco di ruolo, siamo passati ad un picchiaduro, per poi evolverci in un rhythm’n game. Tutto il patinato J-pop del terzo e quarto episodio, non poteva andare “sprecato”, quindi si aprano le danze, Persona 4: Dancing All Night scende in pista.

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Non serve percuotere le genti

Probabilmente vi starete chiedendo come sia possibile legare fra loro generi cosi differenti, in realtà il passaggio appare quasi naturale, anche grazie ad una trama ben congeniata. La storia di Persona 4: Dancing All Night si colloca subito dopo gli eventi di Persona 4: Arena Ultimax – il picchiaduro uscito per PlayStation 3 e sviluppato da Arc System Works -, il quale a sua volta è il seguito di Persona 4: Golden.
Si parte con Rise – una idol che in Persona 4 si è ritirata dalle scene per andare nell’apparentemente tranquilla Inaba, ma nella quale è rimasta vittima del Midnight Channel – chiede a Yu e compagni, di darle una mano ad effettuare il suo ritorno sul palco al Love Meets Bond Festival, dove è prevista una loro performance “danzereccia”. Allo studio Yu incontra Kanami Mashita e le Kanamin Kitchen, gruppo che ha preso il posto di Rise durante la sua assenza, che avrebbe dovuto preparare una nuova canzone da lì a pochi giorni. Nel frattempo un nuovo rumor si sparge in città: se si guarda un determinato sito internet a mezzanotte si verrà trasportati “dall’altra parte” e non ci si sveglierà mai più.

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Nello specifico – ed in perfetto stile Ring – il filmato trasmette una idol, morta da tempo, mentre balla; gli spettatori visionandolo, verranno trascinati dentro lo schermo, senza apparente possibilità di ritorno. Yu e compagni per caso guardano il suddetto video, e finiscono effettivamente in un altro mondo pieno di Shadow, che però sembra non possano essere sconfitti in maniera “tradizionale”: l’unico modo per annullare le loro energie è affrontarli a passo di danza!
Dopo esser scappati dal Midnight Stage, decidono di avvisare anche i loro ex compagni dell’Investigation Team, in seguito alla scoperta della sparizione delle compagne di Kanami Mashita, iniziando cosi ad investigare. Una volta raggruppati tutti i componenti, il mistero diverrà più fitto quando anche Kanami, durante uno shooting, rischierà il rapimento; i membri del team decideranno cosi di seguire la loro producer, sacrificatasi all’interno del Midnight Stage, per cercare le Kanamin Kitchen e scoprire cosa si cela dietro queste sparizioni.

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La vicenda verrà narrata da tre punti di vista: quello di Yu, quello di Rise e quello di Kanami, che investigherà sulla scomparsa delle sue compagne e del gruppo dei protagonisti insieme a Nanako e Dojima, rispettivamente la cugina e lo zio di Yu. La modalità storia si articolerà in ben otto capitoli, spalmati in circa 10/11 ore di gioco, più uno extra sbloccabile completando l’ultima canzone, che si renderà disponibile dopo i titoli di coda.

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Va da sé che tale trama si dipanerà in una serie di dialoghi in cui avremo poca o nessuna capacità decisionale, giusto qualche scelta multipla che influenzerà gli eventi in maniera minima, finché non ci troveremo a dover sostenere la prova della pista.

Esistono storie che non (r)esistono…

La storia è strettamente correlata alle avventure già vissute dai protagonisti di Persona 4, distanti solo qualche mese dagli eventi di Dancing All Night, motivo in più per recuperare questa perla prima di mettere le mani sul gioco, se non altro per apprezzare più in profondità le numerose citazioni in cui ci imbatteremo avanzando nello Story Mode. Ovviamente una buona conoscenza dell’inglese aiuta non poco a godersi il tutto, visto il leggero sbilanciamento verso i dialoghi – mai troppo noiosi -; per il resto la modalità Free Dance ci permetterà di giocare tutte le tracce presenti, con decine di unlockables che ci faranno passare parecchie ore schiacciando bottoni a tempo. Parlando di oggetti sbloccabili, c’è da sottolineare che la personalizzazione non manca di certo, i personaggi potranno essere modificati tramite il Tanaka’s Amazing Commodities, un negozio dove è possibile acquistare costumi provenienti dai precedenti capitoli e accessori di vario tipo, da utilizzare nella modalità Free Dance.

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Per quanto riguarda il cast femminile, avremo abiti dedicati principalmente al fanservice – insomma a chi non piacerebbe vedere Rise vestita da diavoletta o Yukiko da strega? – mentre per gli accessori si passa dagli occhiali creati da Teddie per il Midnight Channel, alla maschera di Tanaka da far indossare al ballerino di turno, durante le sessioni di ballo sempre nella modalità Free Dance.
Come già anticipato in precedenza, oltre i costumi e gli accessori sarà possibile acquistare anche degli oggetti per aumentare o diminuire la difficoltà dei brani: ad esempio il Revival Bead che consente un restart immediato dello stage, nonostante il fallimento dello stesso; o ancora l’Omnotepotent Orb disattiva la limitazione dei tasti, permettendo così di utilizzare qualsiasi pulsante per le varie note, invece di quello prestabilito. Va ribadito che tali oggetti potranno essere utilizzati solamente durante la modalità libera – Free Dance – e influiranno negativamente sul punteggio e sui soldi che andremo ad ottenere a fine esibizione.

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Altra interessante modalità, o sarebbe meglio dire opzione, è la Collection, che permetterà al giocatore di vedere i modelli dei personaggi con tutti i costumi sbloccati, di riascoltare le canzoni della colonna sonora, di osservare tutti i disegni mostrati durante la modalità storia e sopratutto di collezionare delle medaglie. Esse si otterranno attraverso alcuni obiettivi come, il completamento di tutte le tracce a livello di difficoltà normale, la conclusione degli eventi del Fever Time o il raggiungimento di 400 o più combo.
Il “danceplay”, ovvero il gameplay, è piuttosto classico per la categoria dei rhythm game, cui il titolo appartiene: avremo dei simboli che scorreranno verso i lati dello schermo ed “acchiapparli” al momento giusto, tramite il giusto pulsante, sarà la nostra principale occupazione – sono esclusi i tasti “Quadrato” e “Destra”, in quanto “interni” alla console – oppure potremo usare direttamente il display della console. Ci saranno note doppie e hold notes, per cui sarà essenziale tenere premuto il tasto richiesto per un breve periodo; molto divertenti le azioni rappresentate dai cerchi blu che richiederanno uno scratch in stile DJ, effettuabile sia mimando l’azione sul touch screen o tramite levetta analogica. Vi ricordo che non basterà completare la canzone in corso per superare lo stage, bensì dovremo essere abbastanza bravi da mantenere attivo l’indicatore di ritmo delle Ombre che ci circonderanno ad ogni esibizione, l’unico modo possibile per “sconfiggere” i nostri nemici nel Midnight Stage. Come super potenziamento avremo invece la Fever, ottenibile prendendo dei cerchi scratch specifici e che aumenterà man mano che le nostre combo andranno avanti, permettendo anche l’arrivo di un secondo personaggio per un ballo di coppia speciale, una sorta di double team, visto in vari picchiaduro.

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Grande la varietà dei passi, il personaggio di turno ballerà su schermo alternando svariate movenze; si vedrà infatti una nutrita presenza dei più famosi stili di danza: dai classici movimenti alla Tony Manero ed alla Michael Jackson, alla danza moderna, al Locking del sottobosco Hip Hop Old School, alla Videodance, al Funky e via dicendo. I modelli poi sono animati ottimamente e le coreografie ben sviluppate, nel finale ciascun Persona si esibisce in un assolo con uno strumento musicale, non mancheranno quindi chitarre elettriche, sassofoni, violini, batterie o scratch alle console.
La colonna sonora di Persona 4: Dancing All Night è composta da circa una trentina di brani, quasi tutti sbloccabili giocando la modalità Free Dance, o anche avanzando con la modalità storia, tranne due, uno ottenibile tramite il completamento di quast’ultima modalità e l’altro tramite l’acquisto di un oggetto, che andrà a sbloccare anche un elteriore personaggio giocabile. Tra i più famosi possiamo citare: Time to make history (presente con due remix), Reach out to the truth (anch’esso con due remix) e Shadow World (tre remix).

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Tecnicamente, il gioco propone una grafica di ottimo livello per PlayStation Vita, ed è evidentemente pensato per essere riprodotto anche con PlayStation TV, considerando che ogni azione effettuabile con il touch screen, è comunque riproducibile dai tasti fisici. I modelli e gli ambienti delle esibizioni sono ricchi di dettaglio, le animazioni praticamente perfette, la sincronia con il sonoro è allo stato dell’arte. Per dovere di cronaca solo la fluidità presenta alcune – ma davvero poche – incertezze, probabilmente affidarsi al solido ma vecchio Criware, ha portato un risultato leggermente altalenante, con piccoli cali di frame che si possono notare prima dell’inizio dei brani maggiormente elaborati.

Trofeisticamente parlando: “coi pantaloni scampanati danzerò balletti degni del migliore John Travolta”

La “p(l)atinata vetta” di Persona 4: Dancing All Night, sarà raggiungibile dopo una scalata composta da 21 trofei di bronzo, 15 d’argento e 3 d’oro. Fra i primi ritroviamo gli oramai immancabili trofei legati alla storia, miscelati a tutta una serie di coppe legate ai vari cambi d’abito, cosa che per altro ritroviamo anche per molti trofei d’argento; proprio questi ultimi, insieme a quelli oro, prevederanno l’acquisto di ogni singolo oggetto presente nel negozio virtuale, compresa la visione di tutte le “combo danzerecce”, già citate durante la recensione. Preparatevi mentalmente ad un platino non proprio semplice, che richiederà dedizione per essere ottenuto.

VERDETTO

Persona 4: Dancing All Night dalle è un titolo in grado di destare interesse in ben due categorie di videogiocatori: gli amanti del brand Persona, che poca confidenza hanno con il genere videoludico dei rhythm games e, viceversa, gli amanti di quest'ultima categoria, che però non hanno mai avuto modo di accostarsi ad uno dei titoli ben più noti. La storia è di per sé un extra, che vuol semplicemente far da collante alla serie principale; molti potrebbero trovarla prolissa e poco accattivante, ma se invece amate le avventure testuali, avrete un ulteriore buon motivo per l'acquisto. Il maggior pregio di questo prodotto risiede nella giocabilità, grazie alla sua immediatezza, diviene perfetto per sessioni di gioco brevi ma intense, adatte ai momenti di pausa, cui le console portatili ben si prestano. Ogni categoria di player, neofita compreso, potrà avvicinarsi a questo titolo senza remore, sfruttando le diverse gradazioni di difficoltà che Dancing All Night metterà a disposizione. Una volta avviato, perplessità - ed eventuali rimpianti per non avere fra le mani un nuovo Jrpg targato Atlus - svaniscono, lasciando spazio ad un'ottima giocabilità, con controlli perfetti e degnamente adattati anche per i - pochi - fruitori di PlayStation TV. La varietà delle tracce e la necessità di rigiocarle, completano il quadro di un'opera decisamente notevole, nella quale potrebbe capitare d'iniziare una partita al volo, salvo poi rendersi conto che una tira l'altra, a riprova del fatto che siamo di fronte ad un ottimo titolo. Buon gioco a tutti!

Guida ai Voti

Pietro Cardaci
Appassionato di videogiochi e tecnologia da tanti anni, si dedica, da autodidatta, a studio, analisi e utilizzo di software e hardware. Scevro da pregiudizi, si accosta a ogni genere di titolo. Non disdegna, circostanze favorevoli permettendo, una piacevole lettura o la visione di un buon film, specie quelli che riescono a saziare il suo famelico spirito d'osservazione. Conosce un paio di barzellette niente male che sfodera nei momenti migliori...