Sword Art Online: Hollow Fragment – Recensione

Iniziamo col dire che Sword Art Online: Hollow Fragment è un titolo particolare sotto diversi punti di vista. Prima di analizzarlo è bene precisare che è un titolo destinato a risultare eccessivamente incomprensibile a chiunque non abbia mai visto o letto Sword Art Online, da cui riprende la prima parte della trama. Poi la trasforma in un what if, mettendo il giocatore nei panni di Kirito e affidandogli la missione di completare i piani di Aincrad dal 76 al 100, dopo che la sconfitta di Heathcliff non ha messo fine al gioco mortale come avrebbe dovuto. Un altro motivo per cui il gioco risulta difficile da comprendere è la traduzione in lingua inglese non sempre corretta, e la struttura per cui è impossibile parlarne senza scendere nel dettaglio o omettendo termini specifici. Se da una parte il modo in cui gli sviluppatori hanno realizzato un gioco basato su Sword Art Online è a dir poco geniale, dall’altra comporta dei difetti non da poco.

Is this real life…? Is this just fantasy?

L’idea di base di Hollow Fragment è un action-RPG ambientato in un MMORPG. Il gioco perciò è single player e offline, tuttavia simula – e ci riesce bene – un gioco multigiocatore di massa, grazie a una curatissima gestione dei PNG che spesso saranno impegnati in battaglie o dialoghi, ma potranno anche chiederci aiuto per completare una quest. Ci ritroveremo infatti nel mondo di Aincrad, e il nostro obiettivo sarà semplicemente portare a termine il gioco di Sword Art Online completando il livello 100. La struttura dell’avventura è ripetitiva e lineare: di volta in volta bisognerà completare, nel nuovo livello, i requisiti richiesti per accedere al boss, quindi riunire la gilda e affrontare la battaglia per sbloccare il livello successivo. Queste attività, che dopo poche ore già iniziano a ripetersi con una certa costanza, possono essere alternate alle avventure della Hollow Area. Questa non è altro che una zona in cui si può giocare, letteralmente, quello che era il precedente titolo per PSP mai uscito in occidente: Sword Art Online Infinity Moment.
Il fatto di avere praticamente due giochi in uno non salva però una struttura di gioco estremamente noiosa, tanto nel gameplay quanto, soprattutto, nei frequentissimi e spesso inutili intermezzi di dialogo tra i personaggi, che potrebbero anche piacere a un fan sfegatato e accanito di fan service, ma che persino quest’ultimo preferirebbe evitare, dopo un po’.

KIRITO! SWITCH!

Un elemento che, al contrario, mi è piaciuto molto è proprio il gameplay. Quale fan dell’anime non ricorda il sistema di “switch” con cui Kirito e Asuna uccidono il loro primo boss? Questo stesso sistema è alla base di ogni combattimento in Hollow Fragment. Per spiegare il funzionamento delle battaglie occorre prima spiegare tutto il resto: in fondo allo schermo sono presenti una barra per la vita, una barra per il burst, che serve a sferrare combo a piena potenza, un indicatore di rischio, che riempendosi rallenta il recupero del burst, e una barra con cui si attivano le skill.
Lo switch entra in gioco qui: dare il cambio al compagno di battaglia significa che il nemico si concentrerà su di esso, comportando una diminuzione del proprio rischio. Se già vi sembra astruso non finisce qui: per simulare al meglio un giocatore reale, il compagno chiederà spesso di eseguire azioni specifiche per dare vita a combo di coppia dall’effetto devastante. Un tasto con il pollice in su permetterà invece al giocatore di complimentarsi per un’azione ben svolta, e una buona affinità di questo tipo regala Skill Points durante la battaglia. Infine, oltre all’attacco di base, è possibile eseguire schivate, parate, colpi con conseguente stordimento, o mostrare, con L e R, le Sword Skills utilizzabili, anche queste in pieno stile MMORPG.
Il numero di armi, skill e compagni da affiancare è più che ottimo: sotto questo punto di vista gli sviluppatori hanno svolto un gran bel lavoro. Peccato per alcuni combattimenti con i boss o con gruppi numerosi di nemici, che possono risultare monotoni. Insomma, di un vero MMO il gioco si porta i pregi ma anche i difetti, e tuttavia i pregi non includono il poter giocare con i propri amici. L’unica modalità davvero multiplayer consiste nel formare un gruppo di quattro giocatori (con o senza i propri partner gestiti dall’IA), ma si riduce a poco più di un’aggiunta.

La scalata verso la vittoria

Nonostante al giocatore venga data la possibilità di modificare l’aspetto del proprio personaggio, il protagonista rimarrà sempre il normale Kirito nei dialoghi e nelle scene animate (quest’ultime realizzate con una grafica eccezionale). Anche l’enorme lista di opzioni e di azioni disponibili per interagire con gli altri giocatori si riducono, in realtà, a nulla di utile.

Insomma, Hollow Fragment dà solo l’illusione di un gioco vasto e complesso, che in realtà risulta articolato unicamente nel sistema di combattimento. Le mappe, anche se spesso non grandissime, sono tante e offrono molti oggetti da trovare, ma risultano ripetitive nella contestualizzazione e, parlando dei dungeon, anche nella struttura. Al contrario, in alcune zone della Hollow Area è fin troppo facile perdersi o perdere di vista i propri obiettivi.
Il mondo di Aincrad, così come la città principale in cui sono presenti i negozi, la locanda, il teletrasporto e via dicendo, è ben realizzato. Con una grafica piacevole, mantiene fermamente lo stile dell’anime. Anche i disegni e le musiche sono più che positivi, mentre i personaggi, anche se ben caratterizzati, possono facilmente non piacere per la prevedibilità degli stereotipi o dei cliché, o per la ripetitività di scene in cui le eroine flirtano con Kirito, che sono letteralmente all’ordine del giorno.
A patto di apprezzare o sopportare queste cose, Hollow Fragment offre un’avventura piacevole da giocare e incredibilmente longeva. Se si va ad aggiungere la parte ‘parallela’ del gioco, ovvero la Hollow Area, il numero di ore può schizzare alle stelle. Impossibile non citare, infine, diversi problemi di framerate, specie quando la situazione diventa più caotica, e la povertà di certi scenari, per un titolo dotato altrimenti di un comparto tecnico se non altro dignitoso.