MobileDust: An Elysian Tail - Recensione

Dust: An Elysian Tail – Recensione

Andiamo per gradi e specifichiamo che il developer vero e proprio di Dust: An Elysian Tail è Dean Dodrill, che ha praticamente pensato e sviluppato il gioco in totale solitudine. Un “indie” sotto ogni punto di vista insomma.

Inoltre, il gioco è nato inizialmente per piattaforme Microsoft, per poi sbarcare su Steam e Linux, prima di raggiungere la nostra PlayStation 4 (ed essere anche uno dei “regali” del Plus di ottobre 2014).

E’ infine doveroso precisare che Dodrill ha disegnato la totalità del gioco, che quindi vanta la peculiarità di essere interamente fatto “a mano”. Gli unici aiuti esterni di cui ha avuto bisogno Dodrill riguardano il doppiaggio (stupefacente quello in inglese), alcune tracce di narrazione e la colonna sonora, quest’ultima opera della HyperDuck.

Metroidvania: un genere particolare

Metroidvania sostanzialmente è un intruglio di generi differenti, tra i quali RPG, Action-Adventure e Platform, il tutto condito da una grafica in 2D. Alcuni esempi di questo genere abbastanza celebri sono Castlevania e Metroid.

In Dust: An Elysian Tail il genere Metroidvania trova forma in un mondo dal level design impeccabile, colorato e variegato, popolato da creature antropomorfe sempre più disparate e con personalità (main character e NPC) molto definite.

Il protagonista della nostra avventura è una simil-volpe grigia con una tunica azzurra, accompagnata da una spada parlante di nome Ahrah e la guardiana di quest’ultima, la divertentissima e simpaticissima Fidget.

Questo trio accompagnerà il giocatore per tutta la durata del viaggio (fra le 15 e le 20 ore di gameplay, se giocato al livello difficoltà Difficile/Elite, gli unici due che rendono più apprezzabile il gioco sotto il punto di vista della “sfida”).

Un mistero da risolvere

Il gioco si apre con un video in cui si può controllare un’ombra, durante il quale una voce narrante ci introduce in quello che sarà il main topic dell’avventura. Alla fine del video, ci risveglieremo nel bel mezzo di una foresta, con il nostro protagonista, che prenderà il nome di Dust, che non si ricorda assolutamente niente del suo passato e di chi sia, e che troverà in Ahrah e Fidget un utile aiuto per cercare le risposte di cui ha bisogno. Capiremo subito quale sarà l’antagonista principale ma, nonostante ciò, il confine fra “buono” e “cattivo”, in questo titolo, è davvero sottile.

Per il buon 70% del gioco, ogni evento non farà altro che aggiungere domande, anziché darci delle risposte, finché non giungeremo alla fine del gioco, dove ci verrà spiegato tutto. Questa scelta permette al videogiocatore di potersi godere una seconda run, in modo tale da comprendere ed apprezzare tutti i dettagli di ogni dialogo ed evento precedentemente non compresi, e di godersi una storia ben delineata, originale e senza alcun buco di trama.

Oltre ai tre personaggi principali (tutti controllabili contemporaneamente, essendo Ahrah la nostra arma e Fidget il nostro “catalizzatore di incantesimi”), incontreremo una moltitudine di personaggi differenti, molto carismatici e che ci faranno supporre alcuni intrecci di trama non indifferenti. Addirittura i boss sono dei personaggi perfettamente delineati e descritti dall’autore di quest’opera.

Combattimento, esplorazione e dialoghi: una sequenza dal ritmo perfetto

Le tre fasi più prorompenti di questo titolo sono il combattimento, l’esplorazione e i dialoghi.

Per quanto riguarda il combattimento. Questo è molto semplice sia come meccaniche sia come concetto. Un Action 2D dalle sembianze di un hack ‘n’ slash vecchio stampo, in cui alterneremo attacchi fisici, schivate e magie, cercando di concatenare combo in modo tale da guadagnare più punti esperienza alla fine della battaglia. I mob lasceranno cadere soldi e, saltuariamente, oggetti di vario tipo, grazie ai quali potremo acquistare consumabili e equipaggiamenti, o crearceli autonomamente. I punti esperienza ci faranno salire di livello, permettendoci di far aumentare le statistiche di quattro rami: danni fisici, difesa, punti salute e danni magici. La nostra scelta influenzerà pesantemente lo stile di gioco che prediligeremo durante il gioco.
La quantità dei nemici è invidiabile considerando il genere, e ognuno di questi ha un suo unico stile di combattimento, che ci obbligherà a variare il nostro approccio.

Tuttavia, solo il livello difficoltà Elite bloccherà la nostra ira onnipotente e ci costringerà a far attenzione alle nostre movenze. Negli altri livelli di difficoltà, spazzeremo via ogni nemico (boss compresi) senza alcuna difficoltà, e questo potrà far volare le 10 ore, lasciandoci godere la trama, la colonna sonora e il level design, ma tralasciando un combat-system assolutamente ben curato.

L’esplorazione in questo titolo avrà un ruolo capitale, sia per quanto riguarda la scoperta di collezionabili e di forzieri del tesoro pieni di oggetti utilissimi, sia per il completamente di subquest, ognuna delle quali scritte con pregevole attenzione ai dettagli e molto coinvolgente. Ogni livelli di gioco (visitabile in qualsiasi momento) è suddiviso in sezioni, che compariranno sulla mappa come quadrati in cui sarà possibile osservare se vi sono presenti collezionabili ancora non raccolti o dei punti di salvataggio.

La percentuale di completamento sarà uno degli obiettivi che il gioco ci spingerà a raggiungere e che, probabilmente, inizieremo a perseguire di nostra spontanea volontà.

Le abilità che Dust imparerà nel proseguo della storia principale saranno tuttavia indispensabili per esplorare alcune zone della mappa altresì irraggiungibili. Il backtracking sarà quindi necessario, seppur non troppo invadente.

Eccoci arrivati ad un altro dei punti di forza di questo gioco. I dialoghi si presenteranno come di consueto nei giochi a sfondo orientale, ovvero seguendo lo stile delle visual novel. Nota di merito alla traduzione in italiano davvero ben eseguita, e a un doppiaggio tra i migliori che si siano mai visti in un gioco di questo tipo. Le voci dei personaggi, infatti, riusciranno ad immergerci nell’emotività che l’autore vuole trasmetterci e ci faranno divertire e soffrire senza troppa difficoltà.

Ottimo lavoro HyperDuck!

Altra nota di merito è assolutamente la colonna sonora composta da HyperDuck con l’ausilio di Alexander Brandon, un compositore e musicista molto famoso nell’ambito videoludico, avendo collaborato alla realizzazione del comparto sonoro di videogiochi del calibro di Deus Ex, Thief e Skyrim (oltre al fatto che cita fra le sue ispirazioni musicali artisti quali Steve Vai, Peter Gabriel e Ozric Tentacles fra tutti).

Alla ricerca del difetto perduto

Difficile trovare un difetto in quest’opera, dato che qualsiasi suo aspetto oscilla fra il fantastico e l’adeguato.

Molto raro trovare un titolo indipendente di pregevole fattura che entra a gamba tesa nel panorama degli Action in 2D dove ultimamente dominano tanti remake (Strider, Shadow Of The Beast…).

Il gioco è tecnicamente impeccabile, anche sotto il punto di vista degli FPS, costantemente stabili.

Una trama profonda e matura intervallata da scenette divertenti e goffe, subquest scritte benissimo e mai “gratuite”, una esplorazione sempre piacevole e mai frustrante o noiosa, un comparto visivo e sonoro di primissimo livello, doppiaggio ottimo e traduzione in italiano sempre più rara da trovare anche in alcuni Tripla A, un gameplay fluido, semplice ma molto coinvolgente e una caratterizzazione dei personaggi veramente stupefacente.

L’unica pecca che si può riscontrare in questo titolo, cercando il famigerato ago nel pagliaio, è rappresentata dal livello difficoltà, fin troppo irrisorio (soprattutto durante le boss fight, più abbordabili dei mob normali) se non affrontato al livello di difficoltà massimo. Nonostante questo, la scelta di Dodrill di smascherare tutta la trama solo nel finale spinge il videogiocatore ad una seconda run, potendo quindi compensare a quel livello di difficoltà che lo aveva poco impegnato durante la prima.

Trofeisticamente parlando: Mithrarin

Dust: An Elysian Tail vanta ben 31 trofei tra cui 17 di bronzo, 7 d’argento, 6 d’oro e il platino.

Il trofei di platino non è assolutamente difficile, l’80% dei trofei si sbloccheranno quasi da soli, e le richieste per il restante 20% sono tutt’altro che impossibili. E’ necessario però finire il gioco quantomeno a livello difficoltà difficile. In ogni caso, sul nostro sito è presente la guida ai trofei passo per passo, per chi fosse interessato.

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Giovanni Paolini
Catalizzatore di flame sul web e drogato seriale di fantacalcio, Giovanni vede il videogioco come un'espressione artistica piuttosto che come un mero intrattenimento privo di contenuti significativi. Per questo motivo, ripudia il 90% dei AAA e si tuffa sfacciatamente nel mercato indipendente, rimanendone il più delle volte scottato seppur senza rimorsi. Amante della musica di qualità, delle narrazioni articolate e di design ispirati, si è tuttavia mostrato fin dall'adolescenza ossessivamente attratto dai personaggi femminili antropomorfi, mistici o animati, universalmente conosciuti come waifu. Rappresenta orgogliosamente la vena toscana del Bit.