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The Last Tinker: City of Colors – Recensione

Publisher: Unity Games Developer Developer: Mimimi Productions
Piattaforma: PS4 Genere: Platform-Adventure Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 19,99 euro

Uno dei generi che senza dubbio ha decretato il successo e la diffusione del mercato videoludico, facendo sì che si potesse accostare a quello della cinematografia, è senza dubbio il genere platform. Nello specifico il platform 3D, che con l’avvento delle console a 32/64 bit, ha consolidato il successo di alcune ben note mascotte (qualcuno ha detto Mario!) e dato i lumi ad altre importanti e decisive, ai fini dell’evoluzione del genere (Crash, Spyro, Ratchet & Clank, Sly e Little Big Planet sono solo alcune di queste).
The Last Tinker: City of Colors attinge a piene mani dai grandi classici unendoli e citandoli in un coloratissimo, a tratti psichedelico e ben riuscito frullato, che son sicuro delizierà i palati dei nostalgici e delle “nuove leve” del settore.

The Last Tinker City of Colors by Pe7eR

Un indie tripla AAA

Direttamente da PC, dove ha strappato ben più di un plauso alla critica, approda su PlayStation 4 quello che potremmo definire il portabandiera del genere indie che, nel bene o nel male, sta dando molte gioie ai possessori (dalla mente aperta) della nuova ammiraglia Sony. Avviamo lo Store e cerchiamo di capire che prodotto abbiamo per le mani o meglio, nell’hard-disk (il titolo è disponibile esclusivamente in digital delivery).
Come da consuetudine un video introduttivo ci illustrerà il dove ed il chi (lasciando ovviamente a noi il compito del come): ci troviamo a TinkerWorld, mondo un tempo sereno e pacifico ma che, con il passare del tempo ha accentuato le piccole differenze dei suoi abitanti, distinguendoli non solo nel carattere, ma perfino nel colore che ne rappresenta appunto la caratteristica principale. Avremo quindi tre gruppi etnici: i coraggiosi rossi spesso prede della loro stessa rabbia, i timorosi verdi che non possono fare a meno di manifestare curiosità ed interesse per ogni cosa, ed infine i tristi ma saggi blu.
Il momento cruciale, nel quale i rapporti fra le varie razze degenerano in un vero e proprio conflitto, avviene quando si cerca di stabilire quale sia quella superiore, sciogliendo così l’amicizia e la collaborazione proprie di ColorTown.

L’uomo discende dalle scimmie! Koru è l’antenato di Altair…

Qui entra in gioco Koru il nostro alter ego, ossia una simpaticissima scimmietta dal variopinto abbigliamento (come avrebbe potuto essere altrimenti?), abitante della periferia, unica isola felice rimasta immune da ogni sorta di rivalità, ma il cui benessere rischia di esser messo a repentaglio dalla malvagia Monocromia che, come è facilmente intuibile dal nome, è intenzionata a trasformare tutto il mondo in bianco e nero. Toccherà quindi a noi, inconsapevoli eroi ed ultimi appartenenti alla razza dei Tinker (cosa che peraltro apprenderemo nel corso della storia), riportare l’equilibrio e l’armonia nei quartieri che visiteremo, rendendo così la città e pian piano l’intero TinkerWorld, il fantastico luogo che un tempo era.

In un videogioco che si rispetti pace e tranquillità saranno sempre minacciate!

Le scimmie, i maestri del parkour

Le prime fasi di gioco, incentrate suò farci prendere confidenza con i comandi e le funzionalità di base, ci faranno notare come manchi un tasto adibito al salto, nonostante ci si ritrovi dinanzi ad un platform di stampo classico. Il gameplay e le movenze in generale saranno decisamente più attuali, riportandoci alla mente (in maniera semplificata) un Assassin’s Creed o un Mirror’s Edge: sarà quindi possibile effettuare acrobazie automaticamente, ma servirà una buona dose di tempismo per non precipitare in qualche dirupo o stagno. Le cadute comunque, non saranno letali, ma ci faranno perdere punti vita e ripartire dall’estremità dello stesso dirupo, senza complicarci troppo la vita e facendoci migliorare nella coordinazione occhio-mano. L’ambientazione, generalmente ben fatta ed ovviamente coloratissima, donerà l’idea di un mondo vivo ed abbastanza dettagliato, anche se un po’ ripetitivo nelle sue componenti principali, come edifici, alberi, colline, che presenteranno modelli poligonali identici nel giro di pochi passi. Gli spazi di medie dimensioni e spesso rappresentati da corridoi, ci daranno una buona dose di libertà, anche in verticale: sia chiaro che non siamo di fronte ad un open world, ma ad un gioco lineare sia nella struttura, che molto difficilmente ci farà smarrire la retta via, che nelle missioni, pochissime infatti le sub-quest.

Non siamo solo un condimento per la pizza..

Qualora non sapessimo dove andare, potremo in qualunque momento farci indicare il percorso da intraprendere grazie all’ausilio del nostro accompagnatore, una simpatico esserino volante che difficilmente saprei catalogare (una capretta rotonda?), il quale ci anticiperà lasciandosi dietro una scia di brillantini da seguire. Insieme a quel puccioso animaletto ritroveremo il grande, grosso e tonto Biggs e l’irrequieto Bomber, versione ridotta del primo, ed entrambi, con le fattezze da fungo, saranno un valido ed esilarante supporto.

Che mondo grigio… Coloriamolo un po’!

Sconfiggere la Monocromia non è compito facile o almeno, non lo sarebbe se noi potessimo semplicemente zompettare a destra e manca, ma così non è, infatti la nostra simpatica scimmietta Koru sarà un’abile boxeur, che a suon di pugni riuscirà a concatenare delle efficaci combo: anche in questo caso le similitudini con prodotti molto attuali non mancano, ed il sistema di combattimento ricorderà una versione semplificata di Batman Arkham City, con tanto di nemici che attaccheranno in gruppo, circondandoci e facendoci sentire quel pizzico di pressione che renderà piacevole la loro disfatta.
Presenti inoltre delle boss-fight o degli avversari che richiederanno un minimo di strategia per essere sconfitti, anche se le cose si manterranno sempre su livelli accessibili e mai troppo complicate. La ridondanza dell’azione potrebbe sfociare presto in una sensazione di monotonia – nemico equiparabile alla Monocromia per i videogiocatori -, se non fosse per delle piacevoli aggiunte: ritroveremo così dei puzzle ambientali in cui l’ausilio dei nostri alleati (i già citati Biggs e Bomber) saranno tanto preziosi, quanto utili nello spezzare la routine, conferendoci alcuni “poteri extra”.

Signore e signori, il Nostro
Signore e signori, il Nostro

Ulteriore spessore al sistema di combattimento sarà dato dal potenziamento e dall’acquisizione di nuove abilità, che avverrà attraverso l’utilizzo dei cristalli presenti nell’area di gioco. Tale metodo si baserà sempre sull’utilizzo dei colori, così avremo maggiore raggio e forza di attacco con il rosso, una protezione dai colpi e la possibilità di raggiungere aree inizialmente inaccessibili con il blu e blocco del tempo con il verde. Ne ho citato soltanto alcuni e lascerò il piacere della scoperta a voi: nonostante non si rivelino del tutto indispensabili, rappresentano una buona alternativa in un gameplay altrimenti frustrante.

Psichedelico

The Last Tinker non passa visivamente inosservato e restituisce un buon colpo d’occhio (merito anche dei 1080p), infatti le texture sono davvero ben fatte e variegate rispetto a dei modelli poligonali che, come detto, sono troppo simili anche se creati con attenzione e mai fuori dal contesto (un mondo fantasy allegro e giocoso). Piccola ammonizione nei confronti delle animazioni che di tanto in tanto lasciano a desiderare se paragonate al resto del comparto grafico, grande ammonizione per il frame rate che scenderà repentinamente nei momenti concitati e con la camera in rotazione. Unity, motore grafico del titolo, ci ha abituati a risultati migliori e cali di fluidità di questa natura non sono da attribuire al porting su PlayStation 4, in quanto su PC (di fascia medio-alta), ci si ritrova nella medesima situazione. Grande elogio va fatto al comparto sonoro, poiché saremo accompagnati alla perfezione in ogni nostra movenza da musiche che trasmetteranno in maniera egregia quanto accade su schermo, dai momenti di tensione come un combattimento improvviso, a quelli di calma ed esplorazione; dicasi lo stesso per gli effetti sonori ed il doppiaggio in inglese, con sottotitoli in italiano.

httpvh://www.youtube.com/watch?v=QWt66mkCiM8

Commento finale

Un’intera generazione di videogiocatori è cresciuta con questo genere di titoli: immagino che se The Last Tinker fosse uscito all’epoca avrebbe riscosso un gran successo, magari non paragonabile a quello di Mario o Sonic, ma non dissimile da quello di Spyro. Gli elementi per un buon platform ci sono tutti e se riflettiamo (prima di catalogarlo come un mero prodotto per bambini) sul fatto che nasce come indie, che porta con se un messaggio, ossia la lotta al razzismo, si capisce come i Mimimi Productions abbiano reso onore alla “Old School”, ma abbiano anche aggiunto meccaniche moderne ed attuali ad un prodotto low budget. Accantoniamo ogni pretesa da gioco tripla AAA, soprassediamo sull’aspetto tecnico altalenante e riscopriamoci (o scopriamoci nel caso dei neo-videogiocatori) appassionati sognatori. A quel punto guarderemo The Last Tinker con gli stessi occhi di un classico Disney, facendoci avvolgere dalle reminiscenze miste allo stupore. Buon gioco a tutti!

8/10

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Pietro Cardaci
Appassionato di videogiochi e tecnologia da tanti anni, si dedica, da autodidatta, a studio, analisi e utilizzo di software e hardware. Scevro da pregiudizi, si accosta a ogni genere di titolo. Non disdegna, circostanze favorevoli permettendo, una piacevole lettura o la visione di un buon film, specie quelli che riescono a saziare il suo famelico spirito d'osservazione. Conosce un paio di barzellette niente male che sfodera nei momenti migliori...