Videogiochi e bambini: come comportarsi? – Speciale

Come comportarsi con i nostri bambini e i videogiochi? Quali sono i videogiochi per bambini più adatti a ogni età? Siamo stati anche noi più piccoli e abbiamo vissuto con i divieti e limiti che le nostre famiglie, e le nostre finanze, ci hanno imposto. Noi appassionati videogiocatori poi, lo sappiamo bene: non ci vorremmo mai staccare delle nostre amate console.

Essere un videogiocatore nel 2021 è estremamente più economico anche solo rispetto a dieci anni fa. Questo sia per una maggiore diffusione del PC, utile per giocare a qualsiasi cosa, sia per un proliferare di offerte e servizi online. Tra questi sicuramente il PlayStation Now, con una libreria quasi infinita di oltre settecento titoli. Poter spendere pochissimo, circa 30 euro l’anno, e avere a disposizione un po’ di tutto è sicuramente esaltante.

Pregiudizi? Roba da vecchi

Quando eravamo bambini (torniamo un po’ più indietro, negli anni Novanta) c’era una visione negativa verso il mondo videoludico. Spesso si sentiva dire che era sbagliato giocare ai videogiochi, che erano pericolosi e un sacco di altre scemenze. In contesti ben definiti, è dimostrato scientificamente il beneficio di alcuni titoli, oltre le aspettative e i pregiudizi di molti.

Ma come comportarsi con i videogiochi e i bambini? E quali possono essere danni e benefici che realmente possono arrecare? Che siano i nostri figli, i nipoti o quelli di cui ci prendiamo cura come baby sitter, ecco l’articolo che fa per voi.

I benefici dei videogiochi:

  • Stimolazione audio-visiva, sviluppo della capacità di concentrazione;
  • Sviluppo delle capacità mnemoniche, logiche, strategiche;
  • Sviluppo della coordinazione occhio-mano;
  • Miglioramento della percezione visiva.

I danni dei videogiochi:

  • Riduzione il tempo legato allo studio, determinando così dei potenziali insuccessi scolastici;
  • Sottrazione di ore da dedicare a sport, musica, lettura;
  • Diventare un’attività solitaria che riduce il tempo legato alla socializzazione, sia in seno alla famiglia che nei rapporti coi coetanei;
  • Se il contenuto del videogioco è di tipo violento e il piccolo non viene accompagnato nel gioco da un adulto, corre il rischio di assimilare comportamenti violenti e riproporli nella vita quotidiana: non sempre i bimbi, soprattutto i più piccoli, distinguono completamente videogioco e realtà;
  • Potenziale emersione di turbe del comportamento: preoccupatevi se il ragazzo non finisce i compiti, se non dorme abbastanza, se evita di uscire per divertirsi, se diventa solitario, se alla fine rimane intontito o stralunato. I bimbi con ADHD (disturbo dell’attenzione) sono a particolare rischio di sviluppare dipendenza ai videogiochi;
  • Scatenare crisi epilettiche in bambini predisposti, specialmente dopo un utilizzo prolungato e se associati a stanchezza psico-fisica.

Parola agli esperti

I due paragrafi qui sopra sono citati testualmente dalla Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, la quale costituisce una autorità per quanto riguarda lo sviluppo e lo studio dei bambini in età evolutiva.

Quanto consigliato dalla SIPPS potrebbe suonare antiscientifico (e non lo è) o strano ai nostri lettori. C’è però da notare che non si sta andando a dire nulla di nuovo riguardo quanto già esista. Infatti, è da molti anni presente una precisa indicazione di età minima consigliata per ogni videogioco.

Quel numero che vedete sempre in basso a sinistra è il PEGI (Pan European Game Information) che fornisce una classificazione di ogni videogioco. È infatti insensato o comunque rischioso dare in mano a un bambino videogiochi palesemente non adatti alla sua età. Un esempio tra i tanti è il classico Call of Duty giocato da ragazzi sotto i 10 anni, quando questo è PEGI 18.

I nostri consigli (e della SIPPS):

  • Lasciate giocare solo dopo che ha completato i compiti: l’accesso al gioco può diventare un incentivo e un premio per il ragazzo;
  • Incoraggiate vostro figlio a giocare ai videogames in compagnia (anche online, NdR) invece che da solo. Succede a volte che i rapporti con gli amici siano legati al passarsi informazioni su come passare al livello superiore o su come difendersi da trabocchetti cibernetici. L’esperienza dei video giochi può pertanto rivelarsi un mezzo di socializzazione;
  • Limitate il tempo che passa davanti al video: due ore al giorno, anche meno, è un tempo ragionevole. Meglio essere limitati durante i giorni della settimana, concedendo più spazio al sabato e domenica. Considerate i tempi citati come somma comprendente anche il guardare la TV.
  • Impedite al bambino di ritardare l’ora di andare a letto per finire a tutti i costi un percorso del gioco: il giorno seguente il bambino rimarrebbe stanco e assonnato per aver ridotto le ore di sonno. Non lasciatelo giocare se non per 10 minuti in più rispetto al tempo stabilito. Fate poi attenzione a lasciare video giochi in camera del bambino se non siete in grado di controllarne l’uso;
  • Controllate i videogiochi, in modo che non siano troppo violenti: incentivate l’acquisto di titoli basati sull’avventura, lo sport, gli incastri, l’abilità. Siate prudenti nell’acquistare quelli che contengono omicidi, distruzione, combattimenti: le ricerche in merito hanno dimostrato che tali programmi hanno un impatto addirittura maggiore di quello legato alla visione di programmi o film televisivi, dove il ragazzo è solo un osservatore. Nel videogioco è invece un partecipante attivo;
  • Favorite l’uso di giochi da inserire in computer che abbiano una finalità educativa: ci sono sul mercato giochi utili a questo scopo, i quali coniugano l’abilità all’apprendimento didattico e insegnano al bambino l’uso corretto del computer;
  • Se possibile, giocate insieme ai vostri figli: è il modo migliore per controllare la quantità e la qualità del tempo speso davanti al videogioco. Avrete la possibilità di valutare che il contenuto del videogioco sia adeguato all’età del piccolo, indirizzandolo eventualmente verso giochi più idonei e di creare un ulteriore punto di unione nel vostro.
Andrea Pasqualin
Classe '90, nato e cresciuto tra benzina e gasolio, è il classico "petrolhead". Si è umilmente autoproclamato "Re dell'Universo Racing presso PlayStationBit". Platinatore incallito, attualmente è il redattore della rubrica "Racconti di Caccia", si dedica inoltre a ricerche su Platini facili e/o ultra rari, per bullarsi con gli amici. Appassionato di tutto quello che corre e vola, sta vivendo il suo sogno scrivendo di videogiochi e pensandoci dalla mattina alla sera. Nei momenti liberi guida la sua moto supersportiva e si diverte a spaventare le vecchiette ai semafori.