Amnesia: The Bunker – Recensione

Sviluppatore: Frictional Games Publisher: Frictional Games Piattaforma: PS4 Genere: Horror Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 24,99€ Italiano: Sottotitoli

Dopo tredici anni dalla discesa nella oscurità infernali del Castello di Brennenburg di Amnesia: The Dark Descent, che in tutti i modi cercava di tenere fuori dai suoi affari il caro Daniel, e tre anni lontani dalle vive tenebre e dai segreti del deserto algerino in Amnesia: Rebirth, Frictional Games ritorna in forma più smagliante che mai. Gli orrori della guerra, qui, verranno narrati tramite le gesta di Henri Clément, soldato francese impegnato al fronte della Prima Guerra Mondiale.

Ma non basta, poiché quello che sembrerà un luogo sicuro e lontano dai proiettili e dalle bombe per Henri, si rivelerà la più infima delle trappole. Oscurità quasi viva, pronta ad inghiottire giocatore e protagonista, cunicoli bui e strane presenze si aggirano nel rifugio sotterraneo di Amnesia: The Bunker.

Amnesia The Bunker

Non aver paura del buio

Bombe, proiettili, urla… Non riesco più a sentire quelle dei miei compagni e quelle dei soldati tedeschi. Dove sono? Cos’è questo fischio alle orecchie? Mi suggeriscono di fuggire in trincea, correre tra i cunicoli, sarà l’istinto di sopravvivenza ma lo faccio. Corri, Henri, per il tuo bene, corri, salvati, sopravvivi. Ce l’ho quasi fatta, ne sono certo, mancherà poco alla fine della guerra, torneremo tutti a casa. Te lo giuro Lambert, ti porterò via di qui.

Dove sono? Dov’è Lambert? Le orecchie fischiano, la terra trema. La terra? Sono al chiuso, intrappolato sottoterra, cosa sta succedendo qui? Devo assolutamente cercare l’uscita, sento la mia sanità mentale svanire, i miei pensieri rimbombare tra i corridoi fangosi di questo maledetto bunker. Fermo, qualcosa si è mosso in quel cunicolo, qualcosa di non umano è strisciato fuori, mi osserva, nascosto tra l’oscurità, non sono al sicuro, devo muovermi. No, non ora, forse anche quella cosa non riesce a vedermi. Una luce… Devo trovare una luce. Finalmente la stanza dell’amministrazione, posso riposare e schiarirmi le idee grazie alla sicurezza delle sue porte blindate. Cos’è questo posto? Una mappa, l’uscita è andata, devo far saltare tutto, lasciarmi questo bunker e i suoi orrori alle spalle. Un generatore! “Luci sempre accese, la stronza le odia”, recita una cartello affisso accanto alla enorme macchina.

Avanti Henri, questa non sarà la tua tomba, l’oscurità non ti avrà, non è il tuo giorno. Non avere paura del buio.

Un generatore per amico

Attorno alla, quasi, sicurezza della stanza amministrativa, prenderanno atto le vicende di Amnesia: The Bunker. Superata l’introduzione e preso il totale controllo del protagonista, non resterà altro da fare che immergersi negli orrori del rifugio. Con a disposizione parte della mappa locale e dopo aver preso un profondo respiro, sarà compito del giocatore spingere Henri nelle profondità del luogo, puntando verso l’unico obiettivo sensato: uscire assolutamente dal bunker.

Con una sorta di approccio open world e col consiglio dei Frictional di agire come meglio si crede, inizierà l’esplorazione di quel luogo pieno di pericoli e minacce. Sfondare una porta o puntare al ritrovamento della chiave inglese per smontare una grata nelle vicinanze? Utilizzare la fisica del gioco e creare la strada alternativa verso un percorso potrebbe essere una buona idea? Se avete immaginato qualcosa, molto probabilmente sarà possibile: la sperimentazione è una chiave fondamentale di Amnesia: The Bunker. Come già anticipato, però, è bene fare attenzione a cosa striscia tra le pareti della struttura e contrastare in ogni modo la sua comparsa, casuale o scatenata dai suoni emessi nel gioco che sia.

Oltre alla furtività, dunque, è sempre meglio tenere le luci accese, utilizzando il generatore presente anch’esso nella stanza amministrativa. Macchina che, con l’ausilio di carburante sparso ovunque nel rifugio, alimenterà le luci, permettendovi una parvenza di sopravvivenza in più. La creatura sarà più restia ad attaccare, certo, ma le luci non la scoraggeranno nell’assaltare qualsiasi cosa che stuzzicherà la sua attenzione. Portate tanto rispetto alla relazione tra voi e il generatore, ma non dimenticate mai che, in un modo o nell’altro, sareste sempre costretti ad allontanarvi dalle braccia sicure e gelide del metallico macchinario.

Un survival horror d’eccellenza

Fin dall’inizio, gli obiettivi di Amnesia: The Bunker saranno ben chiari: sopravvivi e fuggi. Accantonando per un momento il desiderio di abbandonare il luogo al primo accenno di situazioni spiacevoli, a voi ed Henri resterà solo l’opzione di sopravvivere. Tenendo conto che questa recensione è stata scritta giocando in modalità normale, come suggerito dagli sviluppatori, seguendo la nostra stessa strada vi ritroverete a gestire una limitatissima quantità di spazio per lo stoccaggio delle risorse. Con la possibilità di ampliare l’inventario, certo, che comprenderà l’addentrarsi ancora più in profondità e con molta più accuratezza tra i terrori del bunker sotterraneo.

Tenendo sempre bene a mente che il generatore possa terminare il carburante, vi troverete dunque davanti alla scelta obbligata di fare eventuali pit stop alla stanza amministrativa, per schiarirvi le idee, sistemare l’inventario e controllare la mappa, oltre che salutare il vostro migliore amico metallico. Non saranno rare le occasioni in cui vi ritroverete improvvisamente al buio, con la crescente angoscia e la sola voglia di tornare al sicuro, tra le porte blindate dell’ufficio. Tra le armi, oltre a granate varie, razzi segnalatori e torce rudimentali, sarà possibile portare con voi un revolver, poco utile verso la bestia, ma capace di rendere un po’ più coraggiosi i giocatori che si affidano alla dubbia speranza fornita dalle armi da fuoco.

Il game over è una schermata che diventerà ben nota mentre striscerete tra i corridoi del bunker, ma di tanto in tanto accendere una volta in più la lampada dell’ufficio amministrativo potrebbe servire a non ripetere continuamente fasi del gioco già superate. La luce è sempre vostra alleata.

Frictional Games è sinonimo di qualità

Oltre che ad un gameplay già ben rodato e che resta fedele alle caratteristiche principali dell’intera serie di Amnesia, Frictional Games resta un enorme marchio di qualità quando si tratta di prodotti dell’orrore.

Il design minimale, che non farà altro che aumentare il senso di claustrofobia, alla pari della USG Ishimura di Dead Space o della stazione spaziale Savastapol di Alien: Isolation, alienerà il pubblico giocante, facendolo cadere inesorabilmente verso una spirale di terrore e follia. Ed è proprio allo xenomorfo di Alien che si rifà la bestia del bunker, capace di udire il più impercettibile dei suoi e far vivere situazioni di ansia e stress al povero protagonista.

Le musiche, i suoni ambientali, la posizione delle note collezionabili o delle fotografie, saranno parte integrante del gioco, capaci di non disturbare il ritmo e creando atmosfere surreali e terrificanti, grazie anche all’ottimo gioco di luci e ombre. Certo, proprio come in tutti i titoli precedenti, sarà possibile incastrarsi in qualche poligono, ma nulla che possa risultare così disturbante verso l’esperienza complessiva, o almeno non quanto ritrovarsi la faccia divorata dalla creatura.

Durante la scrittura della recensione, poi, sono già stati risolti alcuni problemi tecnici relativi alla versione PlayStation 4, come glitch grafici o bug. In conclusione, dunque, Amnesia: The Bunker, potrebbe realmente già essere dichiarato esperienza horror dell’anno, senza troppi giri di parole.

Il platino di Amnesia: The Bunker

Eccoci alla sezione più amata dai nostri lettori. Raggiungere il Platino di Amnesia: The Bunker non sarà una sfida impossibile, poiché sia l’elenco dei trofei che l’approccio ad esso è stato reso molto abbordabile dagli sviluppatori. Con la possibilità di sbloccare tutti i trofei giocando alla difficoltà più bassa e la scarsa durata del gioco, in men che non si dica potrete sfoggiare una strabiliante coppa di Platino. Da tenere ben in considerazione, ci saranno i classici trofei legati ai collezionabili, come note e foto, oltre che quelli relativi al ritrovamento di alcuni oggetti di gioco non necessari al proseguimento nella trama.

Ultimo, ma non per importanza, il trofeo legato alla speedrun del titolo, che chiederà ai giocatori di terminare il gioco nel minor tempo possibile rispetto al team di Frictional Games. Ad oggi non è ancora nota questa tempistica, ma stando ad alcuni riscontri, vi sveliamo che è possibile terminare l’intero gioco anche in mezz’ora, con seguente sblocco del trofeo. DING!

VERDETTO

Senza troppi giri di parole, Amnesia: The Bunker è la consacrazione di Frictional Games come marchio di qualità del genere horror. Il team di sviluppo condensa il terrore in un unico luogo, esplorabile dall'inizio anche con metodi meno convenzionali, spronando la sperimentazione del giocatore. Un'avventura che dura il giusto, un ritmo al cardiopalma, musiche ed effetti di qualità, sfociano in uno dei migliori survival horror dell'anno.

Guida ai Voti

Raffaele Verde
Anche se i videogiochi sono la sua passione, fin dalla tenera età, continua, ancora oggi a cercare di capirci qualcosa, ovviamente senza riuscirci.