Assassin’s Creed Valhalla: L’alba del Ragnarok – Recensione

Sviluppatore: Ubisoft Sofia Publisher: Ubisoft Piattaforma: PS5 (disponibile anche per PS4) Genere: Azione/Avventura Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 39,99 € Italiano:

L’offerta dedicata ad Assassin’s Creed Valhalla si espande per il secondo anno di fila (per la prima volta nella storia) mettendo subito sul piatto uno dei contenuti apparentemente più interessanti incentrati sulle avventure più astratte di Eivor. Pubblicizzata come una delle espansioni più ambiziose di sempre, L’alba del Ragnarok sarà riuscita a non prestare il fianco all’hype generato nei mesi precedenti? Lo scoprirete solo continuando a leggere la recensione.

Facciamo il punto

Dando uno sguardo a quanto offerto finora da Assassin’s Creed Valhalla, difficilmente ci si può lamentare della mole di contenuti aggiuntivi rilasciati. Tra contenuti a pagamento, come L’Ira dei Druidi e L’Assedio di Parigi, e quelli gratuiti come le Sfide Maestria, le Tombe dei Caduti e l’ultimo, interessante DLC Storie crossover, la carne al fuoco è stata davvero tanta. A questo, ovviamente, dobbiamo aggiungere un prodotto già di base molto buono, che non a caso si è guadagnato un otto pieno nella nostra recensione.

Rilasciato come contenuto standalone del secondo anno, L’alba del Ragnarok ha inevitabilmente caricato di aspettative i fan. Certo, se è vero che l’espansione è una delle più grandi mai rilasciate, il pubblico più critico e più innamorato della serie potrebbe rimanere lo stesso deluso. Ma andiamo per gradi.

Gli intrugli di Valka

L’alba del Ragnarok inizia come sempre a Ravensthorpe, con il nostro/la nostra Eivor in preda a nuove visioni che preannunciano un ritorno in quelle terre fantastiche viste anche nella storia principale. A permetterci di controllare queste avventure oniriche sarà ovviamente Valka, la veggente del villaggio del clan del Corvo.

Dopo un breve spezzone iniziale partirà l’avventura vera e propria a Svartalfheim, il regno dei nani messo a ferro e fuoco dall’invasione congiunta di Muspel e Jotun che sarà il teatro degli eventi per tutta la narrazione. L’Havi (Odino) e sua moglie Frigg cercano di portare in salvo loro figlio Baldr dopo un altro colpo alle spalle da parte di Loki. Seguirà quindi una stretta collaborazione fra il Padre del Tutto e i nani pur di stanare Surtr e salvare Baldr, ma non andremo oltre per evitare di svelare troppi dettagli.

Precisiamo che prima di scrivere questa recensione abbiamo voluto approfondire tutte le numerose attività del DLC e, soprattutto, vedere la trama fino alla fine. Ci aspettavamo molto, perché L’alba del Ragnarok doveva e poteva prendere le distanze dalle ultime due espansioni, visto anche il costo non banale. Eppure, con assoluta onestà, dobbiamo dirvi che le nostre aspettative più rosee sono state ancora una volta gettate in frantumi.

La trama è ancora importante in questa serie?

Questo ulteriore filone narrativo aggiunge un nuovo pezzetto di storia che si interpone fra gli eventi di Asgard e Jotunheim e il filmato segreto di Assassin’s Creed Valhalla ottenibile risolvendo tutti i glitch. D’altronde, il titolo del DLC è autoesplicativo.

Nelle circa dodici o tredici ore necessarie per completare la trama principale, scorrazzando per i rifugi dei nani di Svartalfheim, ci ritroveremo a scoprire man mano nuovi pezzi di mappa e ad affrontare numerose boss fight fino ad affrontare il villain principale di questa espansione.

A malincuore, purtroppo, dobbiamo confessarvi che ci saremmo aspettati molto di più. Per una buona metà di gioco ci troviamo davanti una narrazione che fatica a trovare il giusto mordente e che riesce a riprendersi, in parte, solo verso l’ultimo quarto. L’epicità delle visioni di Eivor del gioco base non riesce a ritornare pienamente in questa espansione, per colpa anche dei protagonisti decisamente sottotono.

Rispetto DLC L’Assedio di Parigi qualcosa che si ricollega al filone narrativo principale effettivamente c’è, ma non può essere abbastanza. Forse inebriati dalla bontà dei DLC di Assassin’s Creed Odyssey abbiamo sperato con le dita incrociate che questa fosse la famosa “volta buona”, rimanendo scottati. Tutto sommato, comunque, il comparto narrativo resta godibile rendendo l’espansione accessibile alle masse. Le stesse che probabilmente considerano la trama di Assassin’s Creed un semplice contorno fra una battaglia e l’altra. Peccato.

Volare, ooh ooh

Per quanto riguarda il gameplay, Assassin’s Creed Valhalla: L’alba del Ragnarok poggia le sue basi su quelle ancora solide del capitolo principale, tentando di rinnovare in qualche modo la formula. Il Predatore di hugr, che otterremo nelle prime battute dell’avventura, sarà il baluardo di questo rinnovamento. Grazie a questo potente strumento nanico, potremo assorbire l’hugr dei nostri nemici ottenendo nuovi poteri da usare in battaglia o durante l’esplorazione.

Il Predatore di hugr può essere pesantemente potenziato, offrendo poteri più performanti o potenti combo per sfruttare approcci sempre diversi nel combattimento. Tra le tante opzioni, potremo addirittura trasformarci in un corvo per volare all’interno della mappa e sfruttarne l’accentuata verticalità.

Tolti questi poteri, il sistema di combattimento non subisce variazione alcuna, rimanendo quello di sempre con i suoi pregi e difetti. Divertente, sì, ma con tante imperfezioni che con il passare del tempo sono sempre più evidenti, specialmente con alcune armi.

Come da tradizione, una miriade di attività

La mappa, che per estensione dovrebbe arrivare addirittura a un terzo di quella principale, è popolata da tantissime attività come da tradizione. Ripulire tutti i forzieri e completare i territori al 100% ci porterà via un numero di ore equiparabile a quello della sola storia. Non mancano nuove armature e nuove armi, con altrettanti potenziamenti e il nuovo livello di rarità Celestiale, in grado di incrementare ancora di più la potenza dei ferri del mestiere.

Tante sono le attività a tema, tra le quali menzioniamo la divertente Arena delle Valchirie. In questa attività Eivor potrà sfidare numerosi nemici vecchi e nuovi, modificando le statistiche attraverso le Millanterie. Non ci sentiamo di condannare troppo la mancanza di un livello di difficoltà soddisfacente, poiché gli sviluppatori hanno comunque lasciato la libertà di scelta al videogiocatore. Sicuramente, affrontando l’avventura con un Eivor sufficientemente livellato, troverete spesso scontri banali e semplici da portare a termine.

Svartalfheim brilla, ma non troppo

Tecnicamente parlando, Assassin’s Creed Valhalla: L’alba del Ragnarok mantiene gli standard – già altissimi – della versione base del gioco. Nulla da dire, soprattutto su PlayStation 5, dove con la modalità a 60 fps l’avventura è ancora più bella da giocare.

La mappa di Svartelfheim è sufficientemente grande e tenta di proporre scenari diversi a seconda dei nemici che ci ritroviamo ad affrontare (Muspel e Jotun). La maggiore verticalità e i poteri del Predatore di hugr permettono di aggirare, per esempio, le classiche meccaniche di scalata donando qualche nuova opportunità per esplorare la mappa. Svartelfheim, però, sembra essere lo specchio della trama; un regno godibile, ma non affascinante quanto i due visti in precedenza. Il comparto audio è come sempre eccellente, con il consueto doppiaggio in italiano per tutti i personaggi.

Trofeisticamente parlando: ordinaria amministrazione

La guida ai trofei è come sempre disponibile sul nostro forum al primo commento della discussione. Il 100% di Assassin’s Creed Valhalla: L’alba del Ragnarok sarà molto simile a quello delle altre espansioni, con un occhio di riguardo alle nuove attività e qualche azione da completare servendosi dei poteri del Predatore di hugr. Rimane, quindi, un elenco trofei particolarmente semplice a patto di avere il giusto tempo a disposizione per completarlo.

VERDETTO

Assassin's Creed Valhalla: L’alba del Ragnarok offre una trentina di ore di buoni contenuti, ma nessun passo in avanti è stato fatto rispetto ai precedenti DLC. La trama, lenta, contiene alcuni spunti interessanti ma è solo l’ennesimo pezzettino di un puzzle enorme che Ubisoft ha intenzione di ricomporre, evidentemente, con tutta calma. Ottimi spunti per quanto riguarda gameplay invece, che pur avendo qualche difetto non risulta mai troppo noioso e tenta addirittura di aggiungere qualcosa di nuovo a una formula ormai rodata. Ancora una volta un buon contenuto per chi ha voglia di rigiocare nei panni di Eivor, magari aspettando un calo di prezzo.

Guida ai Voti

Salvatore Terlizzi
Scopre i videogiochi con Monkey Island e Indiana Jones, per poi rimanere legato a vita al genere delle avventure grafiche. Grazie a PlayStationBit scopre, quasi per caso, la serie Yakuza e finisce per innamorarsene. Ha ancora l'immenso piacere di farsi sorprendere da un settore in continua evoluzione. Ehi guarda laggiù! Sisi, c'è una scimmia a tre teste...