Blacktail – Recensione

Sviluppatore: The Parasight Publisher: Focus Entertainment Piattaforma: PS5 Genere: Action RPG Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 24,99 € Italiano:

Abbiamo forgiato il destino di una strega nella recensione di Blacktail. Il titolo sviluppato dallo studio indipendente The Parasight e pubblicato da Focus Entertainment porta i giocatori in mezzo alle leggende slave. Tra combattimenti in punta di freccia e reminiscenze sul passato, abbiamo modellato la vita di una giovane sedicenne dai poteri incredibili.

Code nere

Il team di The Parasight, pur essendo relativamente giovane, vanta grande esperienza. Gli oltre venticinque membri che si sono raggruppati nel 2019 hanno tutti un’importante formazione alle spalle, che tentano di far trasparire in un’opera che non vuole limitarsi al compitino. Agli occhi dei giocatori, Blacktail si presenta però come un semplice action RPG in prima persona, in cui si vestono i panni della mitica strega Baba Yaga.

Nelle leggende popolari, questa fattucchiera vive in una capanna sopraelevata che poggia su una zampa di gallina, servita dai suoi servi invisibili. Si tratta di un personaggio perlopiù negativo ma che, in certi frangenti, assume anche accezione positiva e sorregge il mito in cui viene inserita. Questa dicotomia si rispecchia anche in Blacktail, titolo in cui non interpreteremo però la vecchia e potente strega, quanto piuttosto la sua versione giovane.

Yaga ha da poco compiuto sedici anni ed è stata espulsa dal suo villaggio, accusata di stregoneria. Purtroppo, oltre a essere una vagabonda, la nostra eroina non ricorda quasi nulla del suo passato. Inseguendo le sue memorie e alcuni spiriti, Yaga si trova nell’iconica casa della strega, dove una misteriosa voce inizia a guidarla. Yaga inizierà così un viaggio un mondo misterioso, per dare vita alla leggenda e risolvere il mistero legato al suo passato, cercando i ricordi perduti e la sorella gemella Zora.

Tutto quello che vi abbiamo descritto non è in realtà raccontato fin da subito. Complice una narrazione volutamente abbozzata e lacunosa, Blacktail non mette il giocatore nelle condizioni di capire al meglio perché si trovi a vagabondare alla ricerca della sua misteriosa sorella. Molte informazioni vanno dedotte oppure apprese dalla descrizione del gioco sul sito ufficiale, pena un certo disorientamento, almeno nelle prime fasi. Dopo qualche ora, infatti, la storia si dipanerà sempre più chiaramente, raccontando vicende tutt’altro che felici per la povera Yaga.

Meglio io oppure Aloy?

Dopo aver superato la breve e deficitaria introduzione, i giocatori si trovano catapultati in quello che di fatto fa da lungo tutorial. Blacktail fin da subito riporta alla mente, per stile e meccaniche, l’eccellente Horizon: Forbidden West. Yaga è infatti armata di un arco, per il quale può forgiare frecce raccogliendo componenti e combinandoli da un menu radiale. Fondamentale inoltre cacciare per procurarsi il cibo e gestire gli gnoll, i fuochi fatui e tante altre minacce. Da buona strega, inoltre, Yaga può evocare una scopa che farà da esca per i nemici, i quali diverranno facile preda dei nostri attacchi.

Proseguendo nel gioco si sbloccheranno inoltre nuovi strumenti, come antidoti e frecce di vario tipo. Questi strumenti diventano importantissimi per sopravvivere in un open world ricco di pericoli, con ragni pronti a infettarci e nemici che non esiteranno a darci la caccia fino alla morte. O ci proveranno almeno: Yaga è infatti sostanzialmente immortale e in caso di dipartita prematura, risorgerà da appositi altari in cui dovremo lasciare fiori come oboli. Importante però visitarli spesso, pena la perdita di tutti i progressi fatti.

Diversamente della già citata opera di Guerrilla Games, Blacktail si svolge interamente in prima persona. L’unica cosa che i giocatori possono vedere sono le mani di Yaga, lasciando il focus sull’ambientazione. I ragazzi di The Parasight hanno infatti creato un mondo selvaggio che si rifà alle leggende slave. Aspettatevi quindi tantissime citazioni, sculture di divinità dell’est e tantissime stranezze. Peccato per una certa assenza di profondità, causa onnipresente nebbia, che non toglie la magia al mondo realizzato dal team.

Nonostante spunti fatati e fiabeschi, che ricordano per certi versi Alice nel Paese delle Meraviglie, le tematiche sono piuttosto mature, sfociando quasi in momenti horror. Stupiscono quindi a volte le palette di colori piuttosto vivide: il mondo è verde e rigoglioso, costellato peraltro di strani personaggi come funghi e insetti con cui socializzare. Niente comunque di davvero inedito, anche se il mix si rivela piacevole e decisamente azzeccato per la tematica.

Spara queste frecce!

Il gameplay di Blacktail rimane, come da premesse, decisamente basilare. I giocatori sono chiamati a completare varie missioni, che implicano di solito recuperare oggetti e combattere un grosso boss. Le battaglie si consumano perlopiù a distanza, con l’utilizzo di varie frecce e dei poteri magici di Yaga, che si risveglieranno con il proseguo dell’avventura. Le due difficoltà di gioco non sono comunque niente d’impossibile da gestire, soprattutto per i giocatori esperti. A metterci del suo ci pensa un sistema di mira non esattamente impeccabile.

Yaga può infatti lanciare frecce rapide mediante sola pressione del grilletto destro. Tenendo premuto il sinistro sarà possibile mirare, caricando il colpo mantenendo la pressione come se si stesse davvero tendendo la corda di un arco. Nonostante il buon feedback del DualSense, con vibrazioni e grilletti adattivi, si percepisce però poco la potenza del tiro. I colpi sembrano deboli, con una parabola delle frecce forse da rivedere.

Molto meglio viene fatto sul fronte dei ricordi, che offrono al giocatore semplici enigmi o sfide di vario genere e che riescono a spezzare la monotonia di una storia forse a tratti troppo lenta. Trovarsi nei panni di una capra e colpire nemici a raffica, circondati dalle fiamme, oppure ricostruire una scena riavvolgendo il tempo sono sicuramente elementi di pregio. Meno invece combattere boss poco mobili e dai pattern d’attacco spesso fin troppo prevedibili. Nonostante questo, l’azione riesce spesso a coinvolgere il giocatore, complici anche mini boss e tante minacce più o meno nascoste nell’open world. Non manca nemmeno qualche area nascosta con forzieri pieni di tesori.

Questi ultimi servono a gestire l’albero dei potenziamenti, interessante ma di stampo incredibilmente classico. Raccogliendo specifici oggetti sarà possibile sacrificarli nel calderone per sbloccare nuove abilità e ottenere anche incantesimi. Con particolari pagine si avrà inoltre accesso a poteri completamente nuovi. Lo sviluppo è lento ma costante, complice la necessità di recuperare oggetti nell’open world che sono spesso rari. Nella capanna di Yaga è inoltre presente un comodo glossario, oltre a una mappa del mondo che andremo via via a popolare, scoprendone i luoghi.

Oggi sono di umore nero

L’ultima meccanica di Blacktail, forse anche la più interessante e particolare, è legata alla moralità. Con specifiche azioni Yaga si orienterà verso il suo lato buono o cattivo, diventando protettrice della foresta o perfida strega. Questo influenzerà anche i suoi poteri magici, modificandoli sulla base del suo attuale stato agli occhi delle divinità. La bellezza di questo elemento si perde però in una cattiva gestione della stessa: la presenza della moralità si avverte inizialmente troppo poco, tanto che le prime ore dell’avventura trascorreranno senza quasi accorgersi della sua presenza. Un vero peccato, dato che una maggior valorizzazione avrebbe giovato all’opera tutta.

Un altro elemento che non ci ha convinto appieno è il comparto tecnico. Partiamo dalla grafica, che è di buona qualità ma a volte sembra compassata per essere quella di un gioco pubblicato in esclusiva per console di nuova generazione. Alcuni scorci sono davvero affascinanti, ma a volte il gioco sembra perdersi in paesaggi troppo vuoti oppure esageratamente dispersivi. Molto belli, di contro, alcuni personaggi, così come l’effetto particolare dato alla casa di Yaga. Nel complesso, dunque, l’occhio rimane appagato ma non così tanto come avrebbe potuto.

Lo stesso problema lo troviamo nel comparto audio, che vanta una serie di musiche davvero affascinanti e ben adatte alla situazione, storpiate però da alcuni doppiaggi rivedibili. La strega che accompagna la protagonista è davvero azzeccata, mentre i funghi o gli insetti (per fare alcuni esempi) tolgono un po’ di quell’alone da leggenda slava, togliendo pathos all’esperienza. Anche qui, fortunatamente, si tratta solo di momenti, dato che in generale Blacktail riesce a destreggiarsi bene sia come sonorità che come effetti speciali.

Chiudiamo come di consueto parlando della longevità del titolo. Al netto di alcuni collezionabili e una buona serie di missioni secondarie, legate a vari NPC, il grosso Blacktail si concentra sulla storia principale. Per arrivare ai titoli di coda saranno necessarie una quindicina di ore, allungabili se vi ritroverete a vagare per l’open world in cerca di risorse o forzieri da aprire. La durata risulta comunque commisurata al prezzo a cui quest’opera viene proposta.

Trofeisticamente parlando: Baba ne sarebbe orgogliosa

La lista trofei di Blacktail include trentatré coppe in totale, Platino compreso. Per portare a casa la massima ricompensa sarà necessario portare a termine tutte le missioni secondarie, recuperare i vari collezionabili e (ovviamente) completare la storia principale. Sono inoltre presenti alcune richieste di miscellanea che chiedono di raggiungere la morale massima, in un senso o nell’altro, e di gestire varie sfide che includono la parola “molti”. L’assenza di un numero non spaventi i cacciatori: il Platino è decisamente alla portata di tutti e non richiederà particolare farming.

VERDETTO

Blacktail è un titolo su cui avevamo grandi aspettative, che è riuscito a colpirci positivamente lasciando però dietro di sé qualche ombra. La trama del gioco, che si dipana man mano che si procede nell'avventura, è sufficientemente interessante, seppur inizialmente molto lacunosa. L'open world risulta ben fatto, così come meccaniche non certo inedite ma comunque ben contestualizzate, così come il gameplay. Il comparto tecnico, purtroppo, non rende giustizia alla nuova generazione di console. Le componenti della moralità dei ricordi sono quelle più affascinanti, ma purtroppo anche quelle che hanno meno impatto. Valorizzandole in maniera più importante, Blacktail sarebbe potuto essere un action RPG degno di voti eccellenti. Così invece il titolo di The Parasight rimane solo un buon prodotto che brilla solo in parte di luce propria. Nonostante questo, se amate il genere vi suggeriamo un tuffo nelle leggende slave e una visitina alla casa di Yaga.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.