Bravery and Greed – Recensione

Sviluppatore: Rekka Games Publisher: Team17 Piattaforma: PS4 Genere: Roguelike Giocatori: 1-4 (online: 2-4) PEGI: 7 Prezzo: 19,99 € Italiano:

Il nuovo cappa e spada collaborativo Bravery and Greed ci porta all’avventura per un’intensa recensione. Il team di Rekka Games, supportato dall’esperto publisher Team17, prova a riproporre una formula classica, con qualche variazione sul tema. Cerchiamo di essere sufficientemente coraggiosi e non troppo avari per sopravvivere in un mondo fantasy crudele e brutale.

Chi muore si rivede

Se c’è un genere che ha visto aumentare drasticamente i suoi esponenti nel corso degli anni, questo è sicuramente quello dei roguelike. Cult of the Lamb, tanto per fare un nome, è solo l’ultimo in ordine di tempo di una lunga serie di prodotti che fanno della morte parte integrante dell’esperienza. Con queste premesse ci siamo avvicinati a Bravery and Greed, un gioco che il team ha definito un beat ‘em up, roguelite, dungeon brawler collaborativo. Certo, dirlo tutto d’un fiato è davvero dura, ma la sostanza è meno di quella che potete immaginare.

Partiamo come di consueto dalla trama, che ricalca i canoni classici del genere fantasy. Un gruppo di quattro avventurieri decide d’imbracciare le armi e lanciarsi in una serie di dungeon. L’obiettivo è quello di abbattere nemici a raffica per diventare ricchi. Eticamente non è forse la motivazione più nobile che possa smuovere dei guerrieri, ma apprezziamo che non sia caduti nel cliché dei buoni per forza che combattono il cattivone di turno. Detto questo, Bravery and Greed fa davvero poco per regalare emozioni ai giocatori, proponendo simpatiche strisce di dialogo ma senza mai addentrarsi troppo in complicate narrazioni.

Tutto si riduce rapidamente a un’alternanza tra la taverna, la base da cui partire per le imprese, e le varie aree infestate dai mostri. Non che al nostro variegato gruppo serva altro: come detto l’idea è quella di entrare, spaccare e uscire dai dungeon con le tasche piene di denaro. Se poi si riesce anche a mettere le mani su qualche manufatto magico, perché non sfruttarlo?

Dai topi ai demoni

L’avventura di Bravery and Greed parte con discreta tranquillità. I giocatori vengono invitati a muovere i primi passi nella taverna, dove il locandiere ci chiederà di recuperare una chiave dalla cantina. Qui si familiarizza con i semplici comandi, per muovere uno dei quattro eroi a schermo e attaccare i nemici che si frapporranno tra noi e la gloria. Un tasto per colpire, uno per saltare, una schivata e una parata. Non vi serve altro (o quasi) per entrare nel mondo di gioco al meglio. Come da tradizione dei fantasy, ci si trova poi davanti alle classi standard del genere: mago, guerriero, ladro e paladino.

Quale che sia la scelta, le meccaniche base restano invariate. Bravery and Greed è un picchiaduro a scorrimento orizzontale, in cui si alternano combattimenti a piccole sezioni platform. I dungeon sono costellati di nemici e segreti, culminando poi nello scontro con un terribile boss. Anche a livello di struttura e ambientazioni, tutto ricorda i GdR più classici che vi possano venire in mente. Grotte di ghiaccio piene di scheletri, goblin arcieri e chi più ne ha più ne metta. Lo stile canzoniero e la grafica cartoon aiutano a non prendere mai tutto troppo sul serio e stemperano la tensione.

Nonostante queste premesse, però, siamo di fronte alla classica quiete prima della tempesta. Bravery and Greed, soprattutto se giocato in solitaria, è un’avventura brutale e decisamente poco permissiva. I nemici colpiscono duro, gli oggetti curativi sono scarsi e lo spazio per gli errori è minimo. Non stupitevi quindi se nelle prime ore accumulerete una discreta serie di morti: si tratta di un punto cardine del gioco. Maturando la dovuta esperienza, diventerete sempre più bravi.

Meglio soli che male accompagnati

L’elemento distintivo di Bravery and Greed è sicuramente la sua componente multiplayer. Che sia in locale oppure in rete, il nostro party potrà essere composto da un massimo di quattro giocatori. Questo agevola ovviamente l’esplorazione dei dungeon, così come gli scontri. Soprattutto contro i già citati boss, cooperare in maniera corretta rappresenta la chiave del successo. Usare le abilità peculiari di ogni personaggio fa spesso da ancora di salvezza, trasformando una possibile disfatta in una roboante vittoria.

Parlando di co-op, non sono però tutte rose e fiori. Il titolo del gioco, del resto, include anche l’avarizia. I bauli nei dungeon sono davvero limitati, così come di conseguenza lo sono gli oggetti speciali. Scegliere cosa condividerlo e con chi non sarà certo facile, ma ne va della sopravvivenza dell’intero gruppo. Proprio come in una sessione cartacea di Dungeons & Dragons, i giocatori che accumuleranno senza mai donare si troveranno ben presto sotto qualche palata di terra, pronti a concimare il terreno.

Proprio per appianare gli attriti, fa piacere la scelta di Rekka Games di creare anche due modalità aggiuntive, distinte dalla campagna. Sopravvivenza è infatti una semplice modalità PvE, in cui cercare di resistere più a lungo possibile. La parte più interessante è invece legata al PvP, che permette agli avventurieri di regolare i conti e darsele di santa ragione. Il gameplay rimane invariato a quello della campagna, sia chiaro, ma si tratta comunque di un piacevole diversivo tra un’esplorazione e l’altra.

Semplice ma efficace

Nonostante la ricercatezza che dimostra in certi frangenti, Bravery and Greed si mantiene su una linea semplice e pulita. Il comparto tecnico vanta una grafica retro dalla paletta di colori sgargiante, perfetta per proporre ambientazioni che non trasudano originalità ma che regalano comunque un colpo d’occhio piacevole. Lo stesso si può dire per personaggi simpatici e per effetti speciali curati, che riescono a restituire la giusta atmosfera fantasy. Non aspettatevi comunque niente che vi faccia gridare al miracolo o che verrà trasmesso ai posteri per inventiva, nonostante tutto funzioni come detto discretamente bene.

Buona anche la colonna sonora, con tracce perfette per esplorare dungeon in compagnia, affiancate da effetti di mostri e di armi convincenti. Altro punto a favore del gioco è la sua fluidità, fondamentale per non trasformare l’avventura in un incubo. Sia nelle nostre sessioni in solitaria che in quelle cooperative, abbiamo riscontrato solo occasionali rallentamenti che non hanno inficiato l’esperienza generale.

Discorso a sé stante va infine fatto per la longevità: riuscire a completare l’avventura principale richiede una discreta quantità di ore, ma il gioco di Rekka Games è progettato, come del resto tutti i roguelike, per divertire all’infinito. L’unico limite è la voglia dei singoli (o magari del gruppo) di riprovare la scalata e migliorare i propri punteggi.

Trofeisticamente parlando: tanta carne al fuoco

Se vi piacciono i trofei, sarete felici di sapere che la lista di Bravery and Greed ne include ben cinquantuno. Molte delle coppe sono legate semplicemente al proseguo nell’avventura, come morire, incantare un oggetto o sconfiggere un dato numero di nemici. Per altre invece vi suggeriamo di mettervi comodi, perché sarà necessario parecchio tempo. Mettete in conto tante morti, un po’ di frustrazione e la necessità magari di recuperare qualche amico per sbloccare così uno scintillante Platino.

VERDETTO

Bravery and Greed è un titolo che non passerà alla storia per innovazione, ma che nonostante questo offre ai giocatori un'esperienza ricca, divertente e ben bilanciata. Le prime traumatiche morti saranno presto rimpiazzate da grandi soddisfazioni, combattendo nemici grandi e piccoli nei vari dungeon. La possibilità di condividere l'esperienza coi propri amici è però il motivo principale per cui abbiamo scelto di premiare il gioco con un'ampia sufficienza. Con il giusto gruppo di alleati, ogni avventura si trasformerà in un turbinio di emozioni. L'opera di Rekka Games è ciò di cui avete bisogno per animare le fredde serate invernali, collaborando o addirittura sfidando i vostri compagni di gioco. Indossate l'armatura, affilate la spada e provate a diventare ricchi.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.