Lost in Random – Recensione

Sviluppatore: Zoink Games Publisher: EA Originals Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS5) Genere: Azione/Avventura Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 29,99 € Italiano:

Con la recensione di Lost in Random, interessante titolo di EA Originals e Zoink Games, ci siamo immersi in un mondo di carte e dadi. Le avventure di Even e Dicey ci avranno conquistato, oppure saremo solo degli impettiti abitanti di Sest’Incanto?

Nightmare Before Rolling

La storia di Lost in Random si apre con un flashback: siamo nel regno di Alea molti anni prima della nostra storia. Qui, due figure di bianco vestite stanno combattendo contro un esercito di misteriose e malvagie creature. Pur non sapendo chi siano questi combattenti, proviamo subito un istintivo legame con coloro che, sfortunatamente, cadranno sotto i colpi degli avversari meccanici.

Sipario e stacco temporale. Siamo nel presente, e dei ragazzini giocano con un dado di legno, assegnandosi nomignoli inizialmente incomprensibili. Siamo sempre ad Alea, un regno ora comandato da una Regina Oscura che affida tutto al caso. La sorte è rappresentata da un dado nero, che decide delle vite degli abitanti dei sei regni in cui Alea è divisa. Proprio tramite questo cubo viene anche scelto in maniera casuale dove i giovani, raggiunta l’età di dodici anni, verranno collocati per proseguire la loro esistenza.

Protagonista di questo rito è Odd, una giovane abitante del regno di Primagora che, suo malgrado, finirà nel regno di Sest’Incanto, proprio di fianco alla terribile Regina. Nonostante molti reputino il tiro del dado una fortunata casualità, Odd scoprirà presto che non è così. Proprio per questo motivo, grazie al legame che le unisce, la sorella Even inizia un viaggio attraverso Alea per una missione di salvataggio. Al fianco di Even si schiera Dicey, un dado bianco senziente pronto ad allearsi con la giovane per riportare la pace ad Alea. La trama alla base di Lost in Random è decisamente coinvolgente e offre vicende ricche di emozioni, proposte con uno stile che ricorda molto da vicino le opere di Tim Burton.

Personaggi stralunati, come creature simili a uomini pesce, mercanti con il corpo a forma di armadio e individui afflitti da una misteriosa personalità, portano subito alla mente film come Nightmare Before Christmas e La Sposa Cadavere. Non fatevi però ingannare: Lost in Random ha una sua personalità, un cuore pulsante che tiene incollati i giocatori allo schermo fino al travolgente finale.

Una botta di… fortuna

Il flashback di cui abbiamo parlato nella nostra introduzione funge anche da tutorial per apprendere i comandi alla base di Lost in Random. Il titolo di Zoink è un gioco d’azione e d’avventura in cui si alternano fasi di esplorazione, puzzle e combattimenti. La visuale è quella classica, con telecamera posteriore manovrabile tramite levetta analogica. Even ha la possibilità di arrampicarsi sulle scale, scendere dalle sporgenze e usare la sua fionda per attivare interruttori.

Nulla d’innovativo da questo punto di vista, ma le sorprese si hanno durante le battaglie. A differenza dei classici titoli action, in cui è sufficiente un mash up sui tasti di attacco per avere la meglio dei nemici, Lost in Random decide di affidarsi al caso. Di base Even può infatti utilizzare solo la sua fionda per spaccare cristalli sul corpo dei nemici. Questa azione non causa danni, ma permette di accumulare energia per lanciare Dicey, il dado compagno della nostra eroina. Il tiro genera in base al risultato punti da spendere per giocare le carte di un mazzo, modificabile dal giocatore in base al suo gusto personale.

Il deck contiene carte di ogni genere: armi da evocare, trucchetti per intrappolare i nemici e persino elisir curativi e ordigni esplosivi. La scelta delle abilità da sfruttare è limitata dal punteggio ottenuto con il dado e dalle decisioni del giocatore, che deve fare i suoi conti e decidere come approcciare gli avversari che si trova davanti. Man mano che si prosegue con l’avventura è possibile comunque accumulare più punti dai tiri e modificare pesantemente il mazzo, potenziando di fatto Even e creando interessanti sinergie tra carte.

Questo elemento è sicuramente uno dei punti di maggior pregio di Lost in Random, che offre ai giocatori una sfida stimolante che non diventa mai frustrante. La curva di difficoltà è infatti più che abbordabile, senza contare che dal menu opzioni è possibile modificare la difficoltà dei combattimenti per modulare il gioco sulle proprie abilità. C’è (ovviamente) una certa componente di alea che potrebbe disturbare i giocatori più puntigliosi, ma anche così le battaglie scorrono senza intoppi.

Lotta alle probabilità

Lost in Random alterna quindi momenti puramente esplorativi a combattimenti con un buon ritmo. Nonostante questo, superate le prime ore di gioco, le battaglie risulteranno un intermezzo fin troppo frequente. Complice anche la qualità della narrazione, non di rado ci si ritroverà a cercare di abbattere i nemici più rapidamente possibile per scoprire come va avanti la storia di Even. Sfortunatamente gli scontri hanno spesso una durata medio lunga, complice anche la presenza di numerosi avversari, dunque lo spezzettamento risulta a volte eccessivo.

Nonostante questo, scoprire i vari regni di Alea è un vero piacere. Ognuno dei sei mondi, i cui nomi hanno affinità con i numeri da uno a sei, è un tripudio di colori e di elementi unici. Il regno di Borgodoppio, per esempio, è popolato da individui la cui personalità viene modificata dal lancio del dado della Regina. Le persone passano quindi dall’essere felici e gioiose a una tristezza atavica secondo i dettami del sindaco, trasformando l’intera cittadina che è divisa in due settori completamente diversi tra loro.

Questo è solo un esempio della lucida follia di Lost in Random, un gioco tutto da scoprire e realizzato magistralmente dai ragazzi di Zoink. I dettagli sono davvero tantissimi, così come le strisce di dialogo che possono essere scoperte. Non di rado ci si ritrova infatti a girovagare per i regni, chiacchierando con gli abitanti per scoprire curiosi retroscena. La sceneggiatura non si dimentica poi di citare più volte i nomi e gli elementi tipici di Alea, che gode persino di un saluto personalizzato che vi entrerà in testa, né di creare personaggi memorabili.

Affezionarsi alla povera Even e trovarli a mal sopportare le tirannie della regina e della sua malvagia Tata sono sensazioni che si proveranno con una naturalezza che mette ancora di più in evidenza la qualità di quest’opera, in cui la storia e l’ambientazione sono state studiate nei minimi particolari.

Diretto da Tim Burton

Come abbiamo già accennato nelle prime righe della nostra recensione, Lost in Random si ispira in maniera abbastanza palese alle opere di Tim Burton. Non si tratta però di un triste plagio, ma piuttosto di una sorta di tributo che gode di una sua personalità. Lo stile grafico è quello dei cartoni animati horror che hanno reso famoso il regista, con però molti elementi unici legati soprattutto alla casualità e all’onnipresenza dei dadi e di componenti legate a doppio filo con il mondo dei giochi da tavolo.

Da questo mix ne esce un gioco con una grafica che, per certi versi, richiama quella vista nel divertente It Takes Two. I toni sono ovviamente più scuri, con una paletta di colori che punta pesantemente su viola, marrone e simili, ma non mancano alcune sorprese. L’esplorazione di un nuovo regno lascia sempre a bocca aperta il giocatore, complici i numerosi elementi unici e i già citati abitanti, sempre pronti a dire la loro e animare ogni angolo. Questa ricchezza causa al gioco qualche occasionale rallentamento, anche se questo non danneggia mai l’esperienza di gioco né durante l’esplorazione né durante i combattimenti.

A supporto di una grafica stupefacente troviamo poi una colonna sonora altrettanto valida. Lost in Random si affida a tracce inedite realizzate per l’occasione e sopratutto a un ottimo doppiaggio in lingua inglese. Se non siete pratici della lingua, comunque, sarete felici di sapere che i ragazzi di Zoink Games hanno sottotitolato l’intero gioco in italiano. Dai filmati alla più piccola striscia di dialogo, comprese le specifiche delle carte, tutto è stato tradotto per rendere il titolo il più fruibile e user friendly possibile.

Ultimo doveroso accenno per la longevità del gioco: Lost in Random non è assolutamente un titolo breve, dato che per completarlo saranno necessarie almeno una decina di ore. Chi deciderà di modificare la difficoltà dei combattimenti potrebbe allungare o diminuire la durata del gioco, ma anche così si rimarrà per una buona quantità di ore tra le strade dei regni di Alea.

Trofeisticamente parlando: un gioco da ragazzi

La lista trofei di Lost in Random vanta ben quarantuno coppe, Platino compreso. Nessuna sfida legata alla difficoltà, ma piuttosto tante richieste di miscellanea non convenzionali e una serie di trofei legati alla storia. Se vi state chiedendo se vi sia qualcosa di complicato, la risposta è no. Il Platino di Lost in Random può essere raggiunto con un minimo d’impegno da qualsiasi tipologia di giocatore, rendendolo quindi molto appetibile per i cacciatori più esperti.

VERDETTO

Se Lost in Random fosse il risultato di un dado, sarebbe un bel sei. L'opera di Zoink Games ci ha impressionato grazie alla sua grande qualità di realizzazione e a una sceneggiatura in grado di tenerci letteralmente incollati allo schermo dall'inizio alla fine. Le (dis)avventure di Even, Odd e Dicey dovrebbero essere affrontate da qualsiasi giocatore alla ricerca di un'esperienza nel contempo classica e innovativa. La gestione delle sezioni platform si mischia alla perfezione con lo stile atipico dei combattimenti, calati perfettamente in un mondo governato dalla casualità. Ambientazioni mozzafiato e una quantità incredibile di personaggi e di dialoghi completano il quadro di un gioco che ci sentiamo di consigliare senza riserve a chiunque voglia vivere un'esperienza coinvolgente e mai frustrante. Cosa aspettate? Prendete un dado e lanciatevi tra i regni e i personaggi di Lost in Random!

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.