Rough Justice: ’84 – Recensione Speedrun

Sviluppatore: Gamma Minus Publisher: Daedalic Entertainment Piattaforma: PS5 (disponibile anche per PS4) Genere: Strategico Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 19,99 € Italiano: Sottotitoli

Se amate i polizieschi anni Ottanta, non potete perdervi la nostra recensione Speedrun di Rough Justice: ’84. L’emozione di una storia noir si intreccia con le meccaniche tipiche dei giochi da tavolo nel titolo di Gamma Minus. Sarà un mix vincente?

Seneca non dorme mai

Se pensate a qualche cliché degli anni Ottanta, i polizieschi con un agente sopra le righe, magari che agisce come cane sciolto, non possono mancare. Questo è anche l’incipit di Rough Justice: ’84, titolo in cui vestiremo i panni dell’agente Jim Baylor. Finito in carcere per crimini che non ha commesso, il nostro Jim si trova una volta libero in una città senza giustizia, in cui i crimini sono alle stelle.

La polizia non sembra in grado di fermare i malviventi, dunque sembra una buona idea accettare la richiesta di un vecchio amico. Jim si unirà alla sua agenzia di investigatori privati, diventando egli stesso giudice, giuria e boia per quei malviventi che infestano le strade di Seneca, la città in cui si svolgono gli eventi. La storia, ricca di spunti e con chiari riferimenti agli anni Ottanta, risulta intrigante e sufficientemente coinvolgente.

Il tutto viene presentato con una grafica pulita e colorata, con tanti piccoli dettagli raffinati e soprattutto con costanti richiami al periodo. Scritte al neon e abiti tipici degli anni Ottanta saranno all’ordine del giorno, per non parlare di acconciature inconfondibili. Lo stesso dicasi per una colonna sonora sui generis, davvero orecchiabile e piacevole mentre cercheremo di fermare i numerosi criminali che infestano la città.

Tutto questo è fine a un gameplay che, come detto, richiama lo stile dei giochi da tavolo. A dispetto delle ipotesi che si possono avanzare leggendo la trama, infatti, Rough Justice: ’84 è un gioco tattico e riflessivo. Lo scopo sarà quello di fermare più crimini possibile, scegliendo con cura gli agenti da schierare. Ognuno dei nostri alleati sarà infatti dotato di specifiche abilità che potranno e dovranno essere usate in situazioni specifiche. Il tutto, restituendo delle chiare vibes che rimandano a Miami Vice, Magnum P.I. e chi più ne ha più ne metta.

Il gameplay di Rough Justice: ’84

Ma come può quindi Rough Justice: ’84 essere paragonato a un gioco da tavolo? Il team di Gamma Minus ha strutturato la città di Seneca come una plancia di gioco, sulla quale appariranno un numero variabile di crimini, in base agli incarichi che accetteremo in ufficio. Compito del giocatore sarà quello di schierare le pedine, ossia i suoi agenti, nella maniera più efficace possibile. Ogni crimine infatti porterà a dover usare specifiche abilità: il successo è legato al tiro dei dadi.

In maniera simile (ma con le dovute proporzioni) a quanto visto in Baldur’s Gate 3, certi personaggi saranno più portati rispetto ad altri per certe azioni. Placcare criminali, scoprire segreti e via discorrendo. Scegliere l’agente giusto ci porterà ad avere successo e proseguire con successo nella campagna. Fallire ci renderà meno credibili agli occhi della città di Seneca. Potremo comunque investire energia per aumentare i dadi tirati, ma attenzione: gli agenti non saranno instancabili, anzi! Nonostante inizialmente Rough Justice: ’84 possa sembrare macchinoso e un po’ complesso da digerire, si tratta di un gioco destinato a emergere alla lunga.

L’atmosfera coinvolgente e la presenza di tante variabili rende sempre interessante affrontare le sfide, mentre la tattica necessaria per schierare i propri investigatori restituisce al meglio la sensazione di essere davanti a un gioco da tavolo digitale. Il denaro limitato obbliga a precise scelte, pena il fallimento sommersi dai debiti. Non mancano come detto alcune finezze e la richiesta di interagire con alcuni elementi durante speciali prove, il che rende il titolo di Gamma Minus meno statico. Alcuni minigiochi, in questo senso, sono più riusciti di altri, ma lasciamo a voi trovare il vostro preferito (noi abbiamo adorato l’identikit, n.d.R.).

Più che buona la fluidità generale del gioco e soprattutto l’ottimizzazione su controller (sfida sempre non facile per gli sviluppatori). Ottima invece la longevità, senza contare che la natura casuale di certi eventi rende interessante anche riaffrontare la campagna da zero. Per un walkthrough completo saranno necessarie comunque almeno una ventina di ore, tempistica decisamente ragguardevole ma consona al tipo di gioco. In tutto questo dispiace non vedere il gioco localizzato in italiano: per comprendere tutto al meglio sarà necessaria una buona conoscenza dell’inglese. Questo rende anche particolarmente complesso risolvere alcune prove, come quelle in cui trovare parole nei testi. Niente comunque di insormontabile.

Il Platino di Rough Justice: ’84

A discapito delle aspettative, la lista trofei di Rough Justice: ’84 si rivela relativamente lineare. Bisognerà reclutare tutti gli agenti possibile e completare varie tipologie di crimine. Ottenere il Platino non sarà comunque una passeggiata, dato che sarà necessario agire con la dovuta tattica. I cacciatori più impulsivi potrebbero quindi faticare a ottenere la massima ricompensa.

VERDETTO

Mischiando sapientemente gli elementi tipici dei polizieschi anni Ottanta con meccaniche che ricalcano quelle dei giochi da tavolo, Rough Justice: '84 regala ai giocatori un'esperienza noir tattica incredibilmente coinvolgente. Sebbene le dinamiche possano risultare un po' nebulose durante le prime fasi di gioco, basterà un minimo di pratica per ritrovarsi incredibilmente coinvolti dagli eventi. Chi vive per l'azione potrebbe trovare poco esaltante legare le azioni a un tiro di dadi, mentre chi ama giochi da tavolo e affini non riuscirà a staccarsi dal titolo di Gamma Minus. Se non avete paura della malavita, allora la città di Seneca vi aspetta.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.