Ships Simulator – Recensione

Sviluppatore: Fragout Studio Publisher: Ultimate Games Piattaforma: PS4 Genere: Simulazione Giocatori: 1 PEGI: 3 Prezzo: 14,99 € Italiano: Sottotitoli

Altro giorno, altro simulatore. FragOut Studio ci porta sulle navi in mare aperto e nei relativi porti di attracco per poter vivere in prima persona l’esperienza del marinaio. Se avete sempre sognati di solcare i mari, navigare nelle tempeste e fare manovre da funambolo con navi da diverse centinaia di tonnellate allora abbiamo il gioco per voi. Se poi non vi piacerà, però, noi vi abbiamo avvertiti. Infatti Ships Simulator mantiene molto poco di quanto promesso, come vedremo nella nostra recensione.

Marinai di tutto il mondo, unitevi

In Ships Simulator non manca niente: tre navi, tra cui la più grande portacontainers al mondo, una semi sommergibile e una per costruzioni subacquee, la possibilità di partecipare a missioni di soccorso, di riparazione, di carico/scarico e di navigazione. Parcheggi lungo le banchine dei porti, con manovre al limite del codice della navigazione. Mari in tempesta, porti trafficati e autisti che aspettano.

Saremo dei tuttofare, dai gruisti ai macchinisti, dai riparatori ai capi soccorso. Insomma, le 24 missioni del gioco sono ricche di contenuti, sulla carta. I problemi iniziano quando però si inizia a giocare, pad alla mano.

I comandi risultano immediatamente, sin dal menù principale, strani, a volte mal funzionanti, rovesci e contro intuitivi. Anche solamente abbassare il volume del gioco o cambiare la lingua sembra una impresa degna di un rompicapo, e non stiamo esagerando.

Il gameplay di Ships Simulator

Il gioco verrà introdotto con una delle tre navi da acquistare, con l’obbligo fattuale di prendere la portacontainers, dato il nostro budget. Con la rimanente parte del denaro la potremo mettere in sesto, riparando o sostituendo quello che è necessario aggiustare. Partiremo allora alla volta dei vari tutorial, tra cui il carico/scarico dei container, la navigazione, le manovre portuali, il soccorso e via dicendo.

Sin da qui l’impatto grafico si rivela immediatamente per quello che è: inaccettabile, vecchio, statico, che denota un lavoro di pessima qualità o completamente trasandato. Per carità, parliamo di uno sviluppatore con pochissime persone al lavoro e probabilmente dei budget che viaggiano attorno allo zero, ma ci si chiede quanto poca stima si debba avere di sé stessi e del proprio lavoro per considerare concluso un pessimo titolo come questo.

Il gioco presenta uno schema comandi abbastanza semplice ma pecca di intuitività e manovrare la gru da porto è più una fatica che un piacere. Stesso discorso per la nave, che presenta (come nella realtà) velocità molto limitate che si traducono in inevitabile noia, missioni estremamente lunghe e senza il minimo grado di attrazione. Il gioco può essere “velocizzato” fino a x4, ma una volta in navigazione anche una velocità del genere è ridicolmente bassa e porta presto a chiedersi “ma quando finisce?”.

Tra le cose più assurde c’è la completa mancanza di possibilità di mettere in pausa. Sì, una volta in missione non è possibile fermarsi nel menù di pausa né tornare al menù principale. L’unica maniera per fermare la partita in corso è semplicemente chiudere brutalmente il gioco.

Non c’è mai fine al peggio

Durante la recensione di Ships Simulator abbiamo visto che il gioco è costellato di momenti assurdi che cozzano violentemente con la realtà del mare. Un esempio lampante è la nave che è quasi completamente emersa, con tanto di elica fuori dall’acqua e – ovviamente – immobile anche durante la navigazione.

Lo sfondo del gioco compare man mano che ci si avvicina, come nei vecchi giochi PlayStation 1, dando una pessima interpretazione di quello che è stato fatto negli ultimi 20 anni di gaming, a partire dalla famosa nebbia utilizzata nei GTA, oppure nascondendo gli sfondi in altre maniere creative.

Durante uno dei tutorial, mentre attraccavamo al porto, abbiamo a velocità bassissima sfiorato la banchina. Questo succedeva a fine missione, dopo interminabili minuti di navigazione. La missione ci è stata data come fallita, obbligandoci a ricominciare da capo, quando sarebbe bastata una penalità pecuniaria ad esempio.

Un altro enorme problema si è rivelato la qualità dell’acqua, che non è per nulla accettabile e non risponde all più basilari leggi della fisica. Ora, non pretendiamo di avere il realismo dell’acqua di Batman Arkham Knight, ma nemmeno che questa non sia presente. Sì, l’acqua in una missione era completamente invisibile, dando la netta impressione che la nostra nave fluttuasse nel vuoto.

Magari se volete un simulatore e ne cercate uno valido allora potreste voler provare Farming Simulator 22 Premium Edition.

Il (non) Platino di Ships Simulator

Ships Simulator è fornito di appena dieci trofei, divisi in cinque di bronzo, quattro d’argento e uno d’oro. Niente Platino, motivo per cui alcuni cacciatori sarebbero stati disposti a mandare giù l’amara pillola da 15 euro e giocare questo titolo. Ma invece no, nemmeno questa piccola virtuale soddisfazione può salvare un titolo che ci si chiede perché sia stato pubblicato. In ogni caso, se vorrete conquistare tutte le coppe dovrete guadagnare 1.000.000 $ in missione e completare il gioco, sostanzialmente. Ma sarà difficile trovare qualcuno così coraggioso.

VERDETTO

Ships Simulator è un perfetto esempio di come non realizzare un videogioco. Se le idee iniziali potevano essere anche buone e carine, la loro realizzazione è assolutamente una vergogna. Dimostrano incompetenza, sottovalutazione del pubblico, scarsa autostima e una serie di altri aggettivi che potete ben immaginare. Un pessimo lavoro che non può essere redento in nessun modo ma va destinato direttamente all'inferno del videogiochi.

Guida ai Voti

Andrea Pasqualin
Classe '90, nato e cresciuto tra benzina e gasolio, è il classico "petrolhead". Si è umilmente autoproclamato "Re dell'Universo Racing presso PlayStationBit". Platinatore incallito, attualmente è il redattore della rubrica "Racconti di Caccia", si dedica inoltre a ricerche su Platini facili e/o ultra rari, per bullarsi con gli amici. Appassionato di tutto quello che corre e vola, sta vivendo il suo sogno scrivendo di videogiochi e pensandoci dalla mattina alla sera. Nei momenti liberi guida la sua moto supersportiva e si diverte a spaventare le vecchiette ai semafori.