Go Broly go go
Un piccola chicca è la sigla, realizzata da Daichi Miura, intitolata Blizzard, titolo curioso e più ponderato di quanto ci si potrebbe aspettare, visto che non è solo un riferimento all’ambiente ghiacciato in cui si svolge la maggior parte degli scontri.
Miura ha infatti dichiarato: “Il fascino di Son Goku risiedeva nel fatto che ogni volta che incontrava qualcosa di più forte e di più grande di lui si caricava di entusiasmo e cercava di superarla. Secondo me questo atteggiamento mentale è straordinario. […] Nella nostra società contemporanea in genere siamo circondati da ogni tipo di informazioni, ciascuno di noi vive come sotto uno strato di ghiaccio. […] Come possiamo rompere questo ghiaccio e superare gli ostacoli che ci troviamo di fronte? Secondo me questo era un tema universale che non qualche modo unica i personaggi del film con la società attuale, perciò ho scritto il testo della canzone tenendo a mente questo aspetto”. Se parliamo del lato sonoro non possiamo non fare riferimento a un elemento che ci ha almeno strappato un sorriso, anche se per dei motivi tutti sbagliati. Alcune musiche, a cura di Norihito Sumitomo, che accompagnano le battaglie hanno il discutibile gusto di ripetere con molta enfasi e più o meno a ritmo il nome dei guerrieri, forsennatamente, in un’esagerazione tipicamente nipponica, nella sua follia. La cosa risulta tanto difficile da spiegare per quanto è storta, ma comunque ci sentiamo di chiudere un occhio visto il contesto volutamente esagerato.
Conclusione
Dragon Ball Super: Broly rientra tra i migliori film di Dragon Ball che possiate vedere, specie nella sua prima parte, capace di parlare universalmente a tutti. Peccato per uno scontro finale esasperato e troppo concentrato, unito a certe scelte di stile non proprio esemplari. In ogni caso, sempre di un film dedicato a Goku e compagni stiamo parlando. Cosa aspettarsi se non (anche) una dose di ceffoni in quantità massiccia?