Non solo videogames

Ovviamente il grosso di Play 2015 non sono stati solo i giochi virtuali, bensì quelli da tavolo, vero cuore pulsante del festival del gioco. Il lavoro di organizzazione, in questo senso, è stato preciso e meticoloso, anche se forse l’affluenza è stata maggiore di quella prevista, vista la mancanza di spazio per testare nell’effettivo tutto quanto si sarebbe potuto all’interno dei vari padiglioni, senza contare la sempre super affollata area di gioco libero, dove un tavolo andava prenotato come nei ristoranti di lusso.
In generale comunque la pazienza aiutava a raggiungere gli obiettivi, tra cui provare il gioco da tavolo legato a The Witcher, il cui terzo capitolo è in arrivo a breve su PlayStation 4 ed a cui Ignacy Trzewiczek, già autore dell’apprezzatissimo Robinson Crusoe, ha dedicato appunto una rivisitazione in chiave boardgame.
In The Witcher: the Adventure Game lo scopo principale di ogni partita è di sconfiggere gli altri giocatori, ma , dato che si interpretano alleati o amici, non si parla di un’eliminazione fisica, bensì di una scelta di azioni migliore di quella dei nostri antagonisti. Ogni partita è strutturata come un gioco di ruolo, in cui dovremo scegliere prima di tutto un personaggio, dopodichè una missione principale ed alcune sub-quest che, una volta portate a termine, ci garantiranno punti vittoria aggiuntivi. Le missioni a disposizione dipenderanno fortemente dalla scelta iniziale del personaggio, visto che ognuno avrà più propensione per determinate sfide, vedi Geralt che sarà più votato alla macinazione senza pietà del mostro di turno e che, tra l’altro, è molto preso in simpatia visto che all’interno del gioco è sempre il primo ad essere scelto.
La parte fondamentale dell’avventura però, proprio come in ogni buon GdR che si rispetti, non sarà solo puntare a risolvere le proprie missioni il più in fretta possibile, bensì spendere del tempo per aiutare i propri compagni /avversari in difficoltà, visto che se sarete bravi non solo otterrete una parte della ricompensa dell’aiutato, ma molto spesso il vostro onore e la vostra gloria saranno maggiori di chi ha effettivamente portato a termine la missione, facendo pendere l’ago della bilancia in vostro favore al momento del conteggio dei punti. Ovviamente ad aiutarvi nell’avventura ci saranno alleati, armi e tanti oggetti che i fan della saga non potranno riconoscere e che vi strapperanno ben più di un sorriso, unitamente alle molte ore che questo boardgame vi porterà via, viste anche le molte variabili possibili all’interno del gioco. Doveroso sottolineare che tutti coloro che non sopportano di tirare dadi ed aspettare il proprio turno potrebbero non trovare in The Witcher: the Adventure Game motivo di interesse, anche se, se siete almeno incuriositi, vi consigliamo di dare una chance a questo gioco da tavolo. Altrimenti consolatevi, il 19 Maggio è dietro l’angolo e The Witcher 3 è pronto a sbarcare sulle vostre console, senza dadi ma con tanta azione.

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Geralt, dadi e pedine sono un ottimo connubio, soprattutto per gli appassionati del genere.

Per fare il legno ci vuole l’albero

Dopo aver girato quindi il padiglione dedicato ai videogames, provato a improvvisarsi portieri e poi piloti e passati per l’enorme zona dedicata ai giochi da tavolo di produzione “industriale”, ci siamo concentrati sull’ultima area di gioco, quella dedicata alle produzioni in legno ed a quelle indipendendi, dove le abilità di grandi e piccini sono state messe duramente alla prova da una serie di sfide al limite dell’umano. Grande attrattiva hanno avuto i giochi in legno, veri e propri pezzi d’arte sviluppati da maestri dell’ingegno e dell’intaglio, avvicinandovi ai quali la tentazione irrefrenabile era quella di provarli anche solo per capirne il funzionamento, come per quanto riguardava una simpatica arca in cui la sfida era di aggiungere, a turno, un animale cercando di non far crollare la struttura, oppure un’enorme padella in cui l’obiettivo era di centrare il rosso dell’uovo all’interno del suo albume. Per i più impegnati invece non mancavano sfide legati ai classici giochi da tavolo, come ad esempio gli scacchi e la dama, e quelli più esotici, come l’apprezzatissimo Majhong ed il Go, entrambi di produzione orientale ma importati con successo da parecchi anni anche nel nostro continente.
Insomma, legno per tutti i gusti, ma accostato a tanta naturalezza non potevano mancare, come ogni anni, le autoproduzioni, gli indie dei giochi da tavolo, per parlare il linguaggio videoludico, con tanti autori pronti ad illustrare le loro creazioni, sviluppate con passione e cura, come per quel che riguarda il progetto di Luca Macelloni, che trae ispirazione da un evento che si svolge a Pisa sin da prima del 1,400 e che prende il nome di Gioco del Ponte, in cui le Magistrature della città si sfidano per la conquista del Ponte Vecchio. Da qui l’idea di creare un gioco basato su intuito e strategia in cui ai giocatori è data la possibilità di schierare le proprie fazioni contro quelle dell’avversario per spingere un imponente carrello di svariati Kg di peso giù dal ponte, dal lato dell’avversario, come in un tiro alla fune al contrario.
Ovviamente le forze in gioco, quando si parla di giochi da tavolo, possono essere rappresentate senza problemi con delle pratiche pedine, anche se la cura nella scelta dei materiali e soprattutto l’entusiasmo con cui ci è stato spiegato lo svolgimento del gioco sarebbero da prendere da esempio non solo da chi produce boardgames, ma in generale da tutti coloro che sponsorizzano un prodotto e che spesso tendono al ribasso.
Accostato a questo piccolo angolo di Paradiso tanti autori intenti a coinvolgere giovani e meno giovani in avventure incredibili, gli immancabili LEGO e tante altre piccole realtà che ci hanno fatto vedere come in certe persone la cultura del gioco sia radicata e non dipenda dall’età, ma solo dalla voglia che uno ha di divertirsi.

arca di noè legno play modena

Un’arca di Noè molto affollata, e soprattutto in equilibrio precario. I giochi in legno erano tutti da provare.

Tiriamo le somme

Un’esperienza, quella di Play, di sicuro gradimento, in cui la mancanza però di Oculus Rift ha segnato un abbassamento dell’interesse per quello che riguarda gli appassionati di videogames, che hanno comunque potuto provare molti titoli, come ad esempio l’apprezzatissimo World of Tanks ed i vari MOBA che stanno spopolando online, senza contare i simulatori di realtà virtuale, siano essi “cabinati” oppure legati all’utilizzo del proprio corpo, che proiettano il mondo del gaming nel futuro e fanno ben sperare tutti gli amanti di qualcosa di più dell’utilizzo del solo Joystick. Se vi siete persi questa meravigliosa esperienza, comunque, l’appuntamento è puntuali il prossimo anno a Modena.