Primo PianoLara Croft e il Tempio di Osiride - Recensione

Lara Croft e il Tempio di Osiride – Recensione

Publisher: Square Enix Developer: Crystal Dynamics
Piattaforma: PS4 Genere: Action/Platform Giocatori: 1-4 (Online: 2-4) PEGI: 12 Prezzo: 19,99 € (versione retail 39,99 €)

Lara Croft e il Guardiano della Luce fu una bellissima sorpresa per i videogiocatori, fossero essi fan della bella archeologa, all’anagrafe Lara Croft, o meno. Gli sviluppatori di Crystal Dynamics ci hanno riprovato con Lara Croft e il Tempio di Osiride, sequel diretto di un titolo che, spuntato un po’ dal nulla, a dire la verità, seppe conquistarsi una nutrita schiera di fan in pochissimo tempo.

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In quattro è meglio

Lara Croft e il Tempio di Osiride, pur affrontando il cambio generazionale di console, non si discosta dal predecessore e, anzi, ne eredita in maniera vistosa la collaudata formula. A variare sarà soprattutto la location: dopo le peripezie vissute nel continente americano, questa volta ci troviamo in Africa, più specificatamente in Egitto, in compagnia del rivale-alleato Carter Bell, a sua volta un archeologo, e degli dei, ritornati in vita, Iside e Horus. Il nostro obiettivo è quello di montare – nel senso di costruire, furbacchioni – pezzo per pezzo il potente Osiride, disintegrato dal malvagio Seth.
La trama è più che altro un pretesto per farci procedere di livello in livello, visto che i colpi di scena non rispondono praticamente mai “presente”. Non un grosso problema, aggiungiamo noi, visto che le meccaniche ludiche in senso stretto funzionano che è una meraviglia. Lara Croft e il Tempio di Osiride infatti propone un interessantissimo mix di diversi generi, che toccano soprattutto quelli action, platform e puzzle.

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Il primo dei tre citati riguarda ovviamente la componente “competitiva” del titolo: sono infatti piuttosto frequenti (ma mai esagerate) delle sparatorie che ci vedranno fronteggiare nemici di diverso tipo, in larga parte mummie, coccodrilli antropomorfi e scarabei troppo cresciuti. Tra uno scontro e l’altro dovremo invece risolvere ingegnosi e ispirati enigmi, che pur non essendo mai frustranti riescono il più delle volte ad offrire una sfida stimolante al videogiocatore. Indiscusse protagoniste sono le armi a disposizione dei personaggi – fondamentali risulteranno essere le mine rilasciabili e in seguito attivabili dal  giocatore stesso -, a sottolineare il “mix” e l’intelligenza riposta nello sviluppo del titolo, visto che gli stessi strumenti avranno due funzioni completamente diverse, ossia sconfiggere nemici ma anche attivare interruttori a distanza, per esempio.

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Impossibile non ricordare poi la vastità dell’arsenale disponibile (doppie pistole, mitra, fucili d’assalto, fucili a pompa, lanciafiamme, lanciagrante e lanciarazzi, con tutta una serie di relative varianti) e di conseguenza la totale personalizzazione del proprio stile di gioco. A tratti probabilmente pure esagerata, visto che vedere Iside vagabondare con un enorme fucile a pompa, nel bel mezzo di enormi tombe, non è roba da tutti i giorni.
Ma non è tutto, perché Lara, o chi per lei, potrà anche indossare un’ulteriore serie di oggetti, come anelli o amuleti, che modificheranno in positivo valori come la velocità di corsa, la cadenza di fuoco, la portata delle suddette mine o la loro potenza, pur non mancando effetti collaterali nel caso in cui l’equipaggiamento non sia poi di così gran pregio. Per ottenere i pezzi più pregiati, infatti, potrete ricorrere a due vie: procedere nella modalità principale e completare le Tombe Sfida, cinque in tutto, oppure aspettare di avere un migliaio di gemme, ossia la “valuta” del gioco accumulabile sconfiggendo nemici e risolvendo enigmi, e aprire i forzieri contenenti i pezzi più prestigiosi, appositamente segnalati dal gioco.

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Lara Croft e il Tempio di Osiride si fa ancora più profondo se giocato in cooperativa, da due a quattro giocatori: in single player infatti Lara sarà in possesso sia di un “rampino”, perfetto per inerpicarsi sui pendii più scoscesi, che di un potente scettro in grado di rallentare il tempo e smuovere piattaforme. In co-op invece questi due potenti e fondamentali accessori si “divideranno”, andando rispettivamente l’uno al giocatore che sceglierà l’archeologo, l’altro a quello che sceglierà il dio, e costringendo così alla collaborazione.

Rigiocabilità eterna

Ma quanto dura, questo Lara Croft e il Tempio di Osiride? E, soprattutto, quanto è forte il “fattore rigiocabilità”? La prima risposta non è particolarmente esaltante, nel senso che il tutto si riduce alle ormai tristemente canoniche sette – otto ore di gioco. Il fatto estremamente positivo e che cambia non poco le carte in tavola è che il titolo prevede un sistema a punteggio che sprona il giocatore a migliorarsi sempre di più in single player o fare meglio dei propri compagni di sventure in multiplayer.

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Inoltre, un ampia versatilità per quanto riguarda l’innesto di nuovi giocatori (sia offline che, ricordiamo, online) rende ogni livello potenzialmente sempre nuovo grazie ai diversi “interpreti” della vostra banda di smanettoni. Ciliegina sulla torta: ben presto vi renderete conto che la specie di HUB tridimensionale nel quale vi muovete per raggiungere le diverse tombe, altro non è che un enorme livello a sua volta, capace di offrire zone esplorabili sempre nuove in base alle condizioni atmosferiche, selezionabili dal giocatore grazie agli enormi poteri di Osiride. La risposta alla seconda domanda che ci eravamo posti all’inizio del paragrafo è dunque “assolutamente sì”, visto che tra collectibles, potenziamenti da scovare o impegnative sotto-sfide da completare (ad esempio “finisci un dato livello in un numero predefinito di minuti”, o ancora “supera una data area senza subire danni”), i motivi per tornare sui vostri passi di sicuro non mancheranno.
L’unico comparto sul quale conserviamo delle riserve è quello audiovisivo. Premessa: il titolo costa una ventina di euro in formato digitale, per cui poco più di quelli che vengono definiti “indie” e molto meno dei cosiddetti “blockbuster”. Rimane però il fatto che l’impatto visivo generale,considerato che stiamo parlando di un gioco PlayStation 4, non è per niente esaltante, soprattutto per quanto riguarda i personaggi. Stesso discorso per il lato sonoro: se le melodie di accompagnamento risultano tutto sommato gradevoli, il doppiaggio italiano è poco ispirato, oltre a presentare diversi problemi di lip-sync. Consentiteci di dire che avere di fronte il dio Seth e sentirlo parlare senza che muova la bocca – o viceversa – ci ha fatto alzare una dozzina di sopracciglia almeno. Ultima menzione va alla lista trofei, che potete trovare sul nostro forum, piuttosto lineare e piacevole da completare, fatta eccezione per quel che riguarda il trofeo legato alle sfide, il quale si preannuncia davvero ostico da ottenere.

httpvh://youtu.be/53PbVUpGk9U

Commento finale

Lara Croft e il Tempio di Osiride soddisferà sicuramente chi attendeva un seguito dello spin-off, uscito ormai quattro anni fa, Lara Croft e il Guardiano della Luce. Un gameplay solido e divertente, così come un’ottima modalità cooperativa rendono il titolo un acquisto estremamente consigliato. Peccato per l’aspetto visivo e soprattutto il doppiaggio a tratti veramente (veramente) rivedibile. Il prezzo “low budget” è però certamente una freccia all’arco della signorina Croft, che ci sentiamo di promuovere a pien(issim)i voti.

8/10

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Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.