Lost Grimoires: Stolen Kingdom – Recensione

Sviluppatore: Artifex Mundi Publisher: Artifex Mundi Piattaforma: PS4 (disponibile anche per Mobile) Genere: Puzzle Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 14,99 € Italiano:

Continua il lavoro di Artifex Mundi per pubblicare su PlayStation 4 dei titoli originariamente usciti su smartphone e, così come Eventide: Slavic Fable recensito dal nostro Gennaro, anche Lost Grimoires: Stolen Kingdom prosegue questa tradizione, portando sulla piattaforma Sony un hidden object che però tende, per diversi aspetti, al genere delle avventure grafiche Punta e Clicca.

L’allieva che supera il maestro

Lost Grimoires: Stolen Kingdom è principalmente una classica avventura fantasy con una trama semplice, piacevole da seguire e con qualche interessante colpo di scena. Impersoneremo una giovane alchimista che, dopo anni di apprendimento in una scuola di magia fa ritorno a casa dove, ovviamente, nulla è più come prima e qualcosa di misterioso sta accadendo all’interno del regno. Mentre ci apprestiamo a esplorare la nostra stanza, infatti, un uomo incappucciato si introduce in casa in cerca di qualcosa di molto prezioso e starà a noi capirne il motivo; aiutati dal nostro maestro alchimista ci imbatteremo in un’avventura molto più grande del previsto.

Il racconto è lineare, a tratti un po’ acerbo, ma si lascia scoprire piacevolmente in circa tre ore di spensieratezza. Seppur non ci sia nulla di così eclatante da criticare, dal punto di vista narrativo Artifex Mundi avrebbe potuto articolare meglio la trama, magari fornendo più dettagli sui personaggi. Un fattore da non trascurare in futuro per lo sviluppatore e publisher, se l’obiettivo è quello di alzare l’asticella della qualità nelle proprie produzioni.

Non solo hidden object

Se pensate di trovarvi davanti a puzzle con oggetti nascosti, propinati uno dietro l’altro, vi sbagliate di grosso. Lost Grimoires è molto altro e pone la sua base su una trentina di scenari statici, per la maggior parte davvero ben fatti, nei quali potremo muoverci liberamente per una manciata di schermate alla volta, servendoci di una piccola mappa.

L’intuito e una buona capacità di osservazione saranno di grande aiuto per capire come utilizzare tra loro gli oggetti sparsi nelle ambientazioni. Tuttavia, la difficoltà nel trovarli e combinarli è davvero bassissima per chi è cresciuto a pane e avventure grafiche, spingendo il giocatore esperto a un’azione molto più frenetica, visto che è facile intuire in anticipo dove il gioco vuole andare a parare. Una caratteristica invece ancorata ai temi del gioco riguarda i puzzle alchemici; in quasi ogni scenario è spesso necessario produrre una pozione magica in grado di sbloccare un passaggio o farci arrivare a un oggetto. Sarà fondamentale quindi raccogliere gli ingredienti necessari, elaborarli grazie agli strumenti presenti nello scenario e poi combinarli, mettendo al posto giusto gli elementi alchemici, attraverso un minigioco davvero interessante.

Troviamo poi, come è ovvio, i classici enigmi (forse i più noiosi) in cui bisogna trovare una lista di oggetti nascosti in uno scenario che ce la mette tutta per confonderci. La presenza di due livelli di difficoltà, uno per i più occasionali e uno per i più esperti, con l’aggiunta di suggerimenti in gioco per entrambe le modalità, fa intendere l’indirizzamento verso un target di videogiocatori più casual, con un occhio di riguardo verso i più piccoli, se non fosse per la localizzazione italiana un po’ incerta.

E’ stata una buona idea portare questo tipo di giochi su PlayStation 4?

Decisamente si! Il gameplay non è per nulla influenzato dall’assenza di interazioni dirette come quelle con uno schermo touch di uno smartphone e, anzi, il DualShock 4 si sposa perfettamente con la natura del gioco, rendendo il tutto estremamente fruibile. Inoltre, per i più piccoli, può essere un buon inizio per abituare la mente a certi tipi di meccanismi come il backtracking o il combinare tra loro più oggetti, fino a risolvere piccoli enigmi logici, seguendo sempre una trama e una difficoltà alla portata.

Il minimo indispensabile

Tecnicamente Lost Grimoires: Stolen Kingdom, come tutte le produzioni di Artifex Mundi, non pretende di stupire con la qualità grafica; gli scenari, pur essendo ben strutturati, si prestano molto di più ai display di piccola taglia mentre, giocando sul classico televisore, viene esaltata la loro bassa qualità, che comunque basta e avanza per questo tipo di esperienza. Presente la localizzazione in italiano, apprezzabile ma non esente da difetti di traduzione anche abbastanza importanti, che in un paio di casi compromettono la fruibilità degli enigmi.

Trofeisticamente parlando: un Platino coerente

Coerente, intendiamo, con le caratteristiche del gioco, e ottenibile in circa tre ore dando una lettura al nostro elenco trofei per farsi un’idea. Per ottenere il Platino in una sola run è necessario giocare subito a difficoltà Esperto, non usare mai suggerimenti, trovare tutti i simboli di Kestrel e non saltare gli enigmi, tenendo d’occhio i trofei Occhio d’aquila e Mira precisa. Con un totale di quattordici trofei, compreso il Platino, può essere un degno candidato per la rubrica Easy Platinum, se e quando verrà messo in sconto.

VERDETTO

Buona la varietà di puzzle, semplici ma non troppo scontati, e buona la storia, che rimane sempre lineare pur avendo in serbo qualche colpo di scena. In generale Lost Grimoires: Stolen Kingdom è una bella avventura, non troppo pretenziosa né a livello di contenuti, né a livello tecnico. Un giocatore meno esperto potrebbe trovarla una sfida avvincente mentre, chi ne ha già viste tante, passerà circa tre ore a contatto con un titolo che si lascia giocare ed è in grado di realizzare quello che promette inizialmente. Fatte queste premesse, il prezzo di lancio tende a scoraggiarne l'acquisto.

Guida ai Voti

Salvatore Terlizzi
Scopre i videogiochi con Monkey Island e Indiana Jones, per poi rimanere legato a vita al genere delle avventure grafiche. Grazie a PlayStationBit scopre, quasi per caso, la serie Yakuza e finisce per innamorarsene. Ha ancora l'immenso piacere di farsi sorprendere da un settore in continua evoluzione. Ehi guarda laggiù! Sisi, c'è una scimmia a tre teste...