Nightmares from the Deep 2: The Siren’s Call – Recensione

Sviluppatore: Artifex Mundi Publisher: Artifex Mundi Piattaforma: PS4 (disponibile anche per Mobile) Genere: Puzzle Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 14,99 € Italiano:

Se siete amanti dei giochi per smartphone, c’è senza dubbio una categoria particolare che avrete sicuramente provato, quella dei titoli hidden object. Questo genere viene spesso scambiato con i punta e clicca, ma la sostanziale differenza è che questi si basano sostanzialmente sul trovare determinati oggetti sparsi per le varie aree di gioco in modo da poter proseguire nell’avventura. Tra le case di sviluppo più blasonate del genere troviamo Artifex Mundi, che ci presenta Nightmares from the Deep 2: The Siren’s Call, titolo disponibile non solo su dispositivi mobili ma anche su console e che ci mette nei panni di Sarah Blake, sovrintendente di un museo, chiamata a combattere varie leggende marine.

Il canto della sirena

Questo secondo capitolo inizia esattamente dove si era fermato il precedente; siamo nel nostro museo e, nonostante l’ora tarda, un fattorino arriva a consegnarci un pacco con all’interno un manufatto del diavolo del mare, Davy Jones. Non appena la nostra protagonista apre lo scrigno, alcuni mostri irrompono nel museo e rubano subito il manufatto appena scoperto; così, senza indugiare, partiamo alla volta di Kingsmouth, una remota isoletta bloccata nel tempo, colpita da una terribile maledizione. Il piccolo villaggio di pescatori, infatti, a causa del proprio sindaco, sta subendo una lenta e inesorabile trasformazione che porta a diventare tutti uomini-pesce, tutto questo grazie a un patto fatto dal sindaco con Davy Jones in persona. Il compito della nostra protagonista sarà quindi quello di spezzare la maledizione che affligge l’isola, salvando la sirena rapita e eliminando così i poteri che il sindaco ha sul kraken, spezzando dunque la morsa di terrore che circonda le acque limitrofe al villaggio.

Tutto il gioco si svolge con una visuale statica in prima persona, non avremo quindi una totale libertà di spostarci, ma schermate fisse che ci permetteranno di scovare i vari oggetti presenti in ogni area. In questo modo, grazie all’intuitivo movimento del cursore a schermo, potremo risolvere tutti gli enigmi di gioco (nulla di nuovo, per la verità: dovremo piazzare delle statue in riga e colonna in modo da averne solo una per tipo, o ancora dovremo semplicemente usare degli oggetti giusti nel posto giusto al momento giusto) o, volendo, saltarli a piè pari sfruttando il minigioco del Mahjong. Questa opzione, combinata a una piccola bussola che ci indicherà sempre dove andare, elimina totalmente ogni difficoltà nel trovare oggetti, risolvere enigmi e avanzare in gioco, riducendo così drasticamente la durata totale del titolo che si assesta sulle quattro ore totali, anche mettendoci a cercare tutti i collezionabili nascosti.

Liberate il kraken!

Come dicevamo poc’anzi, il titolo ha una durata complessiva di poche ore (massimo sei se non si vanno a utilizzare gli aiuti presenti), ma va detto che una volta terminata la storia  principale si attiverà una piccola sotto trama che ci porterà a trovare il famoso Libro di Davy Jones, oltre a darci la possibilità di avviare il gioco a un livello di difficoltà maggiore, dove gli aiuti si ricaricheranno molto più lentamente e non ci sarà alcun segnalino sulla mappa.

Per quanto riguarda il comparto tecnico, The Siren’s Call, pur comportandosi molto bene a livello grafico, fa cilecca per quanto riguarda le animazioni, che risultano tutte troppo legnose e poco fluide. Sotto l’aspetto audio le musiche sono ben equilibrate e tutte sono sostanzialmente degli arrangiamenti presi direttamente dal capitolo precedente, che comunque riescono a mescolarsi egregiamente nell’atmosfera di Kingsmouth. Non possiamo promuovere il labiale, che purtroppo è spesso sfasato e costringe il giocatore a seguire i sottotitoli piuttosto che le immagini a schermo.

Trofeisticamente parlando: il trofeo di Davy Jones

Nightmares form the Deep 2: The Siren’s Call ci offre la possibilità di recuperare trentuno trofei Platino compreso. La maggior parte dei trofei è ottenibile semplicemente completando la trama principale, mentre i restanti si concentrano sostanzialmente sul superare senza errori i vari enigmi presenti in gioco e sul non utilizzare gli aiuti, cosa molto abbordabile data la semplicità generale del gioco. In ultimo troviamo i trofei relativi al completamento del gioco in modalità Esperto e il recupero del Libro di Davy Jones, una volta completato il gioco.

VERDETTO

Nonostante qualche piccolo scivolone sul comparto tecnico, i ragazzi di Artifex Mundi sono riusciti a confezionare un prodotto più che buono, anche se la pesantezza di avere tra le mani un titolo mobile è sempre presente, sia per quanto riguarda la difficoltà generale, sia, soprattutto, per quanto riguarda la durata. Se siete amanti del genere, non potete farvi scappare la collection presente sul PlayStation Store; se invece vi appassiona una trama alla Pirati dei Caraibi, dategli comunque una chance perché il titolo merita di essere provato e può essere apprezzato anche senza aver giocato il primo capitolo.

Guida ai Voti

Nicola Raiola
All'interno del mondo del Bit fin dal suo stato embrionale di UPSBlogit. Ha iniziato a giocare alla tenera età di quattro anni. Appassionato a ogni genere videoludico segue con passione, oltre ai videogame, anche film, anime e manga. Questo, purtroppo, è causa della sua instabilità mentale.