Dopo un primo capitolo molto basilare ma in grado di divertire gli appassionati di sparatutto, i ragazzi di 10tons ci fanno rivestire i panni dell’inventore Nikola Tesla, pronto a combattere orde di mostri lovecraftiani in Tesla Force. La nostra recensione.

La scienza è perversione
Negli ultimi anni i prodotti legati ai romanzi di H.P. Lovecraft hanno spopolato, come dimostrano, tra gli altri, Call of Cthulhu e The Sinking City. Accanto però a prodotti di notevole risalto mediatico, troviamo anche opere minori ma non per questo meno interessanti, tra cui annoveriamo anche Tesla vs Lovecraft. Il videogioco, pubblicato oltre due anni fa, ci mette nei panni del famoso inventore, intenzionato a fermare i mostri evocati sulla Terra dallo scrittore dell’orrore e pronti a eliminare ogni forma di vita.
Tesla Force riparte proprio dalla sconfitta di Lovecraft grazie al potere dell’elettricità, forza che lo stesso Nikola vuole utilizzare sfruttando i poteri del Wardenclyffe per fornire al mondo una fonte eterna e illimitata di energia. Qualcosa però va storto, liberando nuovamente sulla Terra le spaventose progenie dei Grandi Antichi, che dovranno essere fermate non più dal solo Tesla, ma da una vera e propria squadra di eroi. Tesla Force nasce con l’idea di permettere a un massimo di quattro giocatori di sfidare le forze del male in una campagna che, a differenza del primo capitolo, vanta livelli generati proceduralmente per aumentare la varietà e soprattutto la rigiocabilità.

Lo scopo di un inventore è salvare vite
Chi avesse già giocato al primo capitolo si troverà decisamente a casa in Tesla Force. Una mappa stilizzata del Massachusetts offrirà scorci di luoghi noti agli appassionati di Lovecraft, come la città di Arkham o la contea di Miskatonic. Da questo semplice hub sarà possibile seguire un percorso, che potrà essere deciso dal giocatore, in cui affrontare missioni di vario tipo. La scelta sarà inizialmente tra due o tre sfide diverse, ventaglio di possibilità che aumenterà proseguendo nell’avventura, con la possibilità di optare per prove più o meno ardue in base alla ricompensa che sarà poi ottenuta.
Questo sistema, che ben si adatta alla natura da roguelite del titolo, consente anche di trovarsi di fronte a una varietà pressoché infinita di combinazioni, rendendo ogni partita sempre diversa e di conseguenza anche più o meno facile, visto che anche i potenziamenti e gli oggetti verranno forniti in maniera del tutto casuale. Tra le tipologie di missioni, che richiederanno comunque tendenzialmente di sparare a qualsiasi cosa si muova, troviamo chiusure degli squarci dimensionali, distruzione di statue e persino combattimenti contro mostri d’élite, culminando poi con la battaglia contro un boss. Tra tutte queste novità, ciò che non cambia è il gameplay. Tesla Force è un classico twin-stick shooter ricco d’azione frenetica e sparatorie con migliaia di proiettili a schermo che riescono però a non annoiare mai e richiederanno anche una certa tattica per sopravvivere.
Pensare è come lavorare
Nonostante i numerosi poteri e le abilità di teletrasporto del nostro Tesla, presto o tardi sopraggiungerà la morte. Questa, nonostante causi la perdita di ogni arma e potenziamento, non è da vedere in maniera negativa, dato che è a tutti gli effetti parte integrante di Tesla Force. Come anticipato, quello realizzato da 10tons è un roguelite, ossia un videogioco che non permette di conservare i consumabili ma garantisce comunque la possibilità di far evolvere il proprio personaggio sbloccando migliorie permanenti che renderanno più facile l’avventura.
Il sistema di progressione, preso in parte in prestito dal primo capitolo, permette si sbloccare potenziamenti permanenti, armi, attacchi speciali e persino abilità da sfruttare per rendere più facile la vita del povero Tesla e dei suoi compagni d’avventura, che non vi sveliamo per mantenere un alone di mistero. Un elemento inedito che invece merita una menzione è il Doom Clock, uno speciale orologio che renderà i mostri più potenti con il passare del tempo. Impiegare troppi minuti a completare una missione oppure indugiare in uno scenario nella speranza di ottenere qualche potenziamento aggiuntivo potrebbero essere deleteri per una riuscita della missione.

Lo sviluppo dipende dall’invenzione
Tesla Force non è né più né meno che una versione aggiornata di Tesla vs Lovecraft. Le numerose aggiunte non nascondono la natura decisamente arcade di un titolo che, manco a dirlo, darà il meglio di sé se giocato in compagnia. Questa possibilità, assente nel primo capitolo, è il vero fiore all’occhiello dell’opera di 10tons, che riesce così ad aumentare a dismisura la sua longevità nonostante i soli tre mondi presenti. Da sottolineare anche che, al netto di qualche piccolo bug, a livello tecnico il videogioco non lascia spazio a critiche e offre sempre una grande fluidità anche nei momenti più concitati, fondamentale per sopravvivere alle orde di mostri lovecraftiani.
Nonostante la grande propensione del team all’innovazione, la grafica e il sonoro di Tesla Force sono forse tra gli elementi più deludenti. Gli effetti e soprattutto il design sono rimasti sostanzialmente gli stessi del precedente episodio, tanto che la sensazione di déjà-vu sarà decisamente forte. Lo stesso si può dire per la colonna sonora che, quando non è sovrastata dai gemiti dei mostri e dal tuonare delle nostre armi, ripropone lo stesso identico tema che abbiamo sentito due anni fa per svariate ore. Chi affronterà Tesla Force in singolo potrà terminarlo in una manciata di ore, ma è bene sottolineare che il titolo ha una rigiocabilità pressoché infinita, fondamentale soprattutto per sbloccare ogni oggetto e potenziamento.
Trofeisticamente parlando: coppe elettriche
Tesla Force vantava un Platino relativamente facile. Tesla Force, nonostante qualche variazione sul tema, mantiene questa semplicità e offre una lista di soli diciassette trofei, Platino compreso, completabile rapidamente con un po’ di dedizione e sfruttando la nostra immancabile guida.