The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel II PS4 – Recensione

Siamo ormai nel 2019 inoltrato e, nonostante questo, il mondo videoludico ancora non riesce a passare sopra allo stereotipo del gioco nipponico che non ha successo in Occidente. Proprio a causa di questa sciocca diceria, sempre più software house si sono limitate nel tempo a pubblicare le loro opere solo tra i confini amici, precludendo a priori la possibilità per noi occidentali di godere appieno di molti interessanti titoli. Se per i musou (sentito, Gennaro? NdD) e i bullet hell possiamo pure chiudere un occhio, per quanto riguarda la mancanza di diversi JRPG fatichiamo veramente tanto a non sentirci in difetto. Fortunatamente però alcune coraggiose software house stanno iniziando a capire che dare una possibilità al mercato occidentale non è poi una cosa tanto campata in aria. Tutte queste belle parole e riflessioni calzano a pennello con la situazione di Nihon Falcom e la serie di The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel.

Il talentuoso studio di sviluppo, dopo aver terminato in patria questa quadrilogia, si è impegnato per far arrivare questi capitoli anche nel Vecchio Continente. Il primo passo era stato fatto nel 2016, circa tre anni dopo l’uscita nipponica, quando il primo capitolo arrivò finalmente su PlayStation 3 e PlayStation Vita. Da lì abbiamo assistito a un continuo crescendo: l’arrivo del secondo capitolo e l’annuncio del completamento della saga entro il 2020. Un solo problema andava ancora risolto, cioè quello di permettere a tutti di recuperare senza problemi i primi tasselli per meglio prepararsi alla conclusione del puzzle. Dopo l’arrivo del primo episodio su PlayStation 4, eccoci quindi pronti ad analizzare anche il sequel diretto. La Class VII avrà avuto il trattamento che merita?

Welcome back, Erebonia

So che in una recensione bisognerebbe quanto più possibile mantenersi oggettivi, ma il secondo capitolo di The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel rappresenta per me un gioco speciale. Esso infatti è stato il primo “grande titolo” che ho recensito per PlayStationBit e mai finirò di benedire il giorno in cui le capocce del sito mi hanno accolto a bordo del loro equipaggio. Potevo quindi perdere l’occasione di mettere le mani sulla versione potenziata del gioco che ha sancito l’inizio della mia avventura da critico videoludico? Certo che no. Questa sarà quindi una recensione, volutamente, molto particolare. Ho tralasciato molti aspetti del gameplay e della componente narrativa, andando a evidenziare con maggiore enfasi tutti quegli aspetti rivisti e migliorati di questa versione rimasterizzata. Troverete però tutti i dettagli più tecnici nella recensione della versione PlayStation Vita. Detto questo, facciamo le dovute presentazioni.

Gli ultimi atti del primo capitolo avevano gettato Erebonia nel caos più totale. Il cliffhanger finale aveva finalmente rivelato gli schieramenti in gioco. Da un lato l’alleanza dei nobili, composta da molti personaggi che ci avevano precedentemente aiutati nelle nostre avventure; dall’altra i sostenitori del vecchio governo, tutti ormai ridotti alla clandestinità proprio come i membri della Class VII.

Questo gruppo di giovani guerrieri provenienti dell’Accademia di Thors era stato scelto senza tenere conto della loro estrazione sociale, ma solo considerando le abilità personali. Il nostro Rean si troverà ora solo con Celine, un simpatico gatto parlante, e il suo Divine Knight Valimar, disperso tra le montagne della sua città natale: Ymir. Ripresosi dal dispendioso scontro, il giovane dovrà subito recuperare le forze e lanciarsi nella ricerca dei suoi compagni, gli unici in grado di aiutarlo a portare un po’ di ordine in mezzo a questa guerra civile.

Sebbene il titolo richieda necessariamente la conoscenza degli avvenimenti passati per capire le nuove vicende, i ragazzi di Nihon Falcom hanno creato un ottimo espediente per renderlo accessibile ai nuovi giocatori. Dal menù principale è possibile accedere a un ricco glossario in cui sono catalogati a dovere gli avvenimenti del capitolo di debutto, permettendo così a tutti di avere una conoscenza completa di tutte le dinamiche. Questo aspetto è molto importante perché, a differenza del primo capitolo, il ritmo di questo sequel sarà più frenetico, lasciando quindi ben poco tempo per capire tutti i collegamenti e le story all’interno di questo mondo. La qualità della narrazione e dei personaggi in gioco convince ampiamente come già aveva fatto due anni fa, con un ritmo narrativo incalzante, protagonisti perfettamente caratterizzati e una serie di colpi di scena che manterranno sempre quell’incertezza su tutto. Insomma, questo Trails of Cold Steel II sa il fatto suo.

Ivan Presutto
Ivan, tra studio e basket, riesce a ritagliarsi il suo angolo della giornata per immergersi nel magico mondo dei videogiochi. Gioca un po' di tutto ma i generi preferiti sono: gli shooter (TPS e FPS) e gli action (in particolar modo quelli con una forte componente stealth). Se gli date un controller... sogna!

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