Sifu – Recensione

Sviluppatore: Sloclap Publisher: Sloclap Piattaforma: PS5 (disponibile anche per PS4) Genere: Azione Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 39,99 € Italiano: Sottotitoli

Disciplina, impegno, dedizione e… vendetta? Sifu è la personificazione interattiva e videoludica dei principi sottesi al Kung Fu, l’insieme delle arti marziali di origine cinese. È un percorso tortuoso, che richiede ferrea concentrazione e allenamenti costanti, nella consapevolezza che le cadute arriveranno. L’importante è rialzarsi sempre, anche se con qualche ruga e qualche capello grigio in vista.

Questa è l’arte marziale secondo Sloclap, team indipendente di Parigi il quale, dopo avere conquistato la sua prima cintura con Absolver, ha provato a scalare i ranghi passando direttamente a quella nera con la sua ultima opera. Perché se il loro debutto è stato forse incapace di contenere le tante idee degli autori, pur dimostrandosi valido, ora le loro ambizioni possono dirsi concretizzate appieno nel loro nuovo picchiaduro single player. Sifu non fa sconti a nessuno e la sua gestione della difficoltà potrebbe convincere molti ad arrendersi, eppure, proprio a chi saprà dimostrare tenacia e carattere si aprirà un’esperienza indimenticabile.

Sifu

Vendetta per vendetta

La filosofia delle arti marziali rifugge gli scontri diretti, ma quando entrano in campo gli affetti familiari, tutto cambia. Aiutato da un’ottima regia, l’incipit del gioco è di grande impatto scenico e narrativo. Facendosi avanti a colpi studiati lungo una grande abitazione, un misterioso guerriero giunge infine al suo bersaglio, rivelando l’amara verità: quel presunto nemico che abbiamo appena ucciso a mani nude è il saggio Sifu (traducibile in “maestro” dall’antica tradizione cinese) e noi non siamo l’eroe di turno, bensì il boss finale, la causa scatenante di una giovinezza consumata dalla vendetta che colpisce lo sventurato spettatore di tale tragedia.

Yang e i suoi quattro alleati non avrebbero potuto immaginare che il figlio (o la figlia, in base alla propria scelta) fosse nascosto in un angolo ad assistere alla morte del padre, né tanto meno che un curioso amuleto ad anelli lo avrebbe salvato, quella notte, in quel sanguinante dojo. L’ossessione del protagonista lo porta a otto lunghi anni di allenamento per prepararsi a eliminare i cinque assassini del suo genitori, traslandoli al numero di livelli a difficoltà crescente.

La caccia del ragazzo non è solo una cieca fame di vendetta: nel tempo ha compilato una bacheca di appunti, ritagli, indizi vari per investigare sulle ragioni dei suoi avversari che si riempirà di ulteriori dettagli nel corso del gioco. Oltre ad arricchire il versante narrativo, questo stratagemma si collega anche al sistema di progressione di Sifu, dando persino la possibilità di velocizzare porzioni intere di certi livelli.

Sifu

Di grandi maestri e di un alunno eccellente

Come accennato in apertura, Sifu s’inserisce nel solco di Absolver in quanto action in terza persona basato su battaglie continue corpo a corpo, riuscendo però a evolverne ogni aspetto. Più varietà di colpi, una risposta dei comandi simile e una telecamera posizionata alle spalle con movimenti tridimensionali liberi, ma vincolati dalla posizione degli avversari sono caratteristiche mutuate ed espanse dall’ultima fatica di Sloclap.

I nemici sfoggiano una temibile varietà di pattern. Questo costringe il giocatore a cambiare strategia di volta in volta, a imparare le tecniche, le loro combinazioni e a non lesinare sulle schivate. In questo troviamo un altro parallelo possibile, ovvero God Hand (2006, PlayStation 2). Il gioco di Shinji Mikami consiglia sì di attaccare, ma anche di muoversi per averla vinta, evitando di lasciarsi circondare. Così anche in Sifu, con maggiore semplicità, è necessario studiare l’area, facendo attenzione a possibili vicoli ciechi e ai nemici élite con una sorta di scudo penetrabile solo a suon di mazzate concatenate.

Queste possono essere alternate all’utilizzo di oggetti da lancio, come delle bottiglie di vetro, o di strumenti che si trasformano in armi, come bastoni o tubi di ferro. Ciò non significa che il protagonista avrà vita facile nella sua danza delle uccisioni da circa quindici ore. Una longevità ben commisurata tanto al genere di appartenenza, quanto alle scelte di design. Reiterare una mossa non è sinonimo di vittoria, anzi, poiché l’avversario saprà barricarsi e contrattaccare. Chi riuscirà ad avere i giusti riflessi, potrà invece prenderlo ed eseguirgli una mossa finale brutale e coreografata in maniera tanto spettacolare quanto dal taglio cinematografico, con interazioni ambientali in vicinanza di tavoli o altri elementi degli scenari.

Ecco che Sifu può essere visto come la versione contemporanea di certi picchiaduro a scorrimento degli anni ’90. Il tutto però con una personalità unica e un tasso di sfida che solo i più forti sapranno padroneggiare. Vi assicuriamo che non si tratta di frasi fatte e a dimostrarlo è pure il suo originale sistema di progressione.

Sifu

L’età non è solo un numero

Si comincia con un protagonista di appena 20 anni, slanciato e agile grazie alla sua giovinezza, ma a ogni game over il costo per ripartire dallo stesso punto nel quale eravamo stati sconfitti sarà doloroso, ovvero la perdita di qualche anno in maniera progressiva. Al primo K.O. sarà possibile riaprire gli occhi come se fossero trascorsi 12 mesi, al successivo saranno ventuno più due, quindi ventitré anni. Con la terza morte si contano ventitré più tre anni, pertanto ventisei e così fino al superamento dei settanta, quando l’ultimo tentativo sancirà il sollievo del protagonista o la sua caduta definitiva.

Insieme a dei connotati estetici, con il personaggio che vede aggiungersi dei capelli bianchi, delle rughe o una folta barba, tale sistema ha dei risvolti impattanti sul gameplay. Al passaggio tra una decade e la successiva, si abbassa la barra della salute, aumentano i danni subiti, ma la conoscenza maturata permette di assestare colpi più potenti. L’esperienza guadagnata negli scontri diventa come denaro da spendere in potenziamenti passivi, grazie a delle rare statuine rintracciabili lungo gli scenari, o in nuove tecniche per l’arsenale dell’alter ego.

Sifu

Repetita iuvant

Oltre ad avere la possibilità di migliorare la propria rigenerazione e la resistenza agli stordimenti, da un menù apposito si accede a un elenco di mosse inedite da comprare fino alla prossima morte, o in maniera definitiva con un piccolo sovrapprezzo. Senza rischiare d’impazzire – non è impossibile, ma difficile arrivare al boss di turno senza fallire neanche una volta – è bene specificare che esiste la libertà di ripetere i livelli già finiti. Anzi, questa pratica è fortemente consigliata.

Il gioco salva l’età con cui si raggiunge un determinato livello, pertanto percorrere strade già toccate dal sangue degli sconfitti è utile per cercare di abbassare questo limite, avendo accortezza di aprire delle scorciatoie inaccessibili in precedenza. In questo risiede l’unico metodo per facilitarsi l’esperienza, in modo molto relativo: darsi tempo e riconoscere di dovere tornare indietro per andare poi avanti, ma più forti.

Cintura nera artistica

Sifu è tecnica pura tanto nel gameplay, quanto nel comparto artistico. A riprova del fatto che la sola grafica può essere compensata da uno stile ispirato, Sloclap ha studiato il suo gusto personale ormai riconoscibile al pubblico. Si ripropongono la scelta del low-poly, delle texture a volte accennate e dell’illuminazione soffusa.

Ogni ambientazione di stampo urbano è costellata di dettagli a tema, aiutando l’immersione, aprendosi a un level design quasi sempre ben articolato, tranne per qualche leggera banalità. Il cammino dell’aspirante campione di arti marziali viene cristallizzato da un’ottima colonna sonora che mescola in modo sapiente e funzionale strumenti tradizionali cinesi e tracce dell’elettronica.

Trofeisticamente parlando: impara il Kung Fu e non metterlo da parte

Al pari dell’esperienza principale, la strada per il completamento di Sifu al cento per cento richiederà una concentrazione massima. La lista trofei è composta da 26 coppe di bronzo, 13 d’argento, 3 d’oro e l’agognato Platino, per un totale di 43 obiettivi da portare a casa. Nella guida trofei pubblicata sul nostro forum PlayStation Bit potrete trovare un buon shifu digitale, dovendo passare per due partite complete, una per apprendere i fondamentali, la seconda per assurgere al rango di maestro indiscusso.

VERDETTO

Sloclap deve avere passato cinque anni nella sua stanza dello spirito e del tempo in quel di Parigi, a ben vedere la loro rapida maturazione profusa in Sifu. Senza timore alcuno di risultare troppo impegnativo al grande pubblico, l'ultima fatica degli autori francesi è un grande omaggio ai beat 'em up a scorrimento degli Anni Novanta, inserito nel mondo del Kung Fu. In poche parole: imperdibile per qualsiasi amante dei giochi d'azione.

Guida ai Voti

Maria Enrica
Grata dal 1994 ai videogiochi per sopperire a pigrizia e mancanza di fantasia, è stata svezzata da mamma Nintendo, allevata da Sony fin dalla prima PlayStation, cresciuta con un pad in mano e il Game Boy Advance nell'altra. Laureanda in Lettere classiche, avversa ai videogiochi in digitale, sogna per questo una casa dove custodire una collezione degna di tale nome.