Sixty Words by POWGI – Recensione Speedrun

Sviluppatore: Lightwood Games Publisher: Lightwood Games Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS5) Genere: Puzzle Giocatori: 1 PEGI: 3 Prezzo: 7,99 € Italiano:

Dopo qualche mese di astinenza torniamo nel mondo delle parole per la recensione Speedrun di Sixty Words by POWGI. Il team inglese di Lightwood Games sfida gli appassionati di schemi di parole con una proposta intrigante.

Dammi tre parole

Se siete dei fan dei giochi targati Lightwood Games saprete bene che azione e trama sono due elementi che non troverete in nessuna delle loro opere. Sixty Words non fa ovviamente eccezione: siamo infatti di fronte a un’opera che mette alla prova le abilità oculari e mentali dei giocatori. Una volta avviato il titolo ci si trova senza troppi preamboli di fronte al menu principale, composto da un elenco di categorie.

Due cose risultano evidenti fin da subito: la prima è che Sixty Words è, come tutti i suoi predecessori, fruibile solo in lingua inglese. La seconda è che non ci saranno tutorial o lunghe spiegazioni a frapporsi tra i giocatori e il divertimento. Scorrendo le categorie è inoltre possibile notare come i ragazzi di Lightwood Games si siano sbizzarriti con gli argomenti (e anche coi nomi scelti). “Say Aah”, ad esempio, è dedicato ai termini dentistici, mentre “A Little Green” si focalizza su frutta e verdura. Tutto ben congegnato, per offrire un’esperienza semplice ma non per questo meno divertente.

Trovane sessanta

Come il titolo del gioco lascia intuire, il fulcro del gameplay di Sixty Words è legato all’individuazione di un totale di sessanta parole, nascoste in una griglia dalla forma variabile. I termini sono inseriti in orizzontale, verticale e diagonale e possono essere scritti sia nel verso corretto che invertiti.Si tratta quindi di un classico cruciverba “trova la parola”, come ce ne sono da sempre sulla mitica Settimana Enigmistica e su numerose riviste simili.

In questo caso però il twist è l’assenza di un elenco di parole da trovare. I giocatori si trovano quindi a dover cercare i termini senza un riferimento, se non la propria abilità. Man mano che si proseguirà nella risoluzione, comunque, le lettere non più utili per eventuali incroci diventeranno grigie. Questo escamotage permette di diventare progressivamente più veloci nell’individuazione dei termini ed evita di bloccarsi.

Questo è, a conti fatti, tutto ciò che Sixty Words ha da offrire ai giocatori. La grafica è incredibilmente basilare, con lettere in stampatello e fondali bianchi (modificabili in nero dal menu opzioni) colorati dalle parole da noi trovate. Piccola chicca: i colori possono essere totalmente personalizzati. Gradevole la colonna sonora, pacata quanto basta per aiutare a concentrarsi, mentre è ottima la longevità. Completare tutti gli schemi (ripetibili all’infinito) richiede infatti una discreta quantità di ore.

Trofeisticamente parlando: trentuno motivi per cercare

La lista trofei di Sixty Words by POWGI è incredibilmente generosa. Trentuno coppe in totale, di cui ben ventidue d’argento e tre d’oro. Immancabile il Platino, che può essere ottenuto senza sforzi in un’oretta circa di gioco. A parte la richiesta di completare uno schema in meno di cinque minuti (richiesta comunque tutt’altro che impossibile), le altre sfide sono alla portata di qualsiasi tipo di giocatore.

VERDETTO

Sixty Words by POWGI è un passatempo interessante, che permette agli appassionati di parole crociate di divertirsi cercando una serie di termini. La presenza della sola lingua inglese rappresenta però sia un'opportunità di ampliare il proprio vocabolario, sia un enorme ostacolo per tutti coloro che non masticano la lingua. Nonostante questo, la nuova opera di Lightwood Games merita sicuramente di essere provata, magari per spezzare il ritmo tra un enorme Tripla A e l'altro, divertendosi in leggerezza.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.