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Batman: Arkham City – Recensione

Publisher: Warner Games Developer: Rocksteady
Piattaforma: PS3 Genere: Action/Adventure Giocatori: 1 PEGI: 16 Altro: 3D

Il trionfante Cavaliere Oscuro che il team Rocksteady ci ha fatto conoscere nel 2009 si è fatto attendere con trepidazione, ma finalmente è tornato e sembra sia ancora intenzionato a camminare a testa alta per le strade malfamate di Gotham City.

La criminalità, a gambe se la dà!

La nuova avventura di Batman comincia circa un anno dopo gli eventi narrati in Arkham Asylum: in seguito all’inefficienza del manicomio, parte di Gotham City è stata adibita a centro di amministrazione del crimine: alte mura cingono quella che è stata denominata Arkham City, una città in cui sono relegati tutti i malviventi di Gotham City sotto la sorveglianza della squadra para-militare TITAN.
Bruce Wayne (per chi non lo sapesse, il vero nome di Batman – thanks Captain Obvious), ha deciso di darsi alla politica, contrastando questo nuovo sistema di sicurezza cittadina: secondo il nostro supereroe Arkham City non è altro che un centro organizzato della malavita, e proprio per questo motivo va trovata una soluzione alternativa.

Durante uno dei suoi comizi, Wayne viene catturato dalle squadre TITAN sotto ordine di Hugo Strange, il malefico scienziato a capo della città manicomio: il motivo vi verrà spiegato durante la sezione introduttiva del gioco – che non vogliamo assolutamente spoilerare – e presto nel gioco si verranno a creare le condizioni necessarie per permettere a Wayne di indossare la sua celebre tuta-armatura, pronto per vegliare su Arkham City.

Questo nuovo capitolo farà scendere in campo tantissimi volti noti, primo tra tutti ovviamente The Joker seguito da Due Facce, l’Enigmista, il Pinguino, Catwoman, Robin, Poison Ivy, Mr. Freeze e chi più ne ha più ne metta: un cast di tutto rispetto che quasi fa impallidire quello di Arkham Asylum.

Arkham City comincia a tremare

…e corre, corre Batman!

Prendete tutto quel che di buono avevano le meccaniche di gioco di Arkham Asylum e miglioratelo. Con questa semplice frase potrei chiudere il paragrafo relativo al gameplay di Arkham City perchè sì, questo nuovo capitolo perfeziona tutti gli elementi di gioco che avevano reso Arkham Asylum un gioco di altissimo livello, ma forse è anche bene andare nel dettaglio per esaltare il lavoro svolto da Rocksteady.

Iniziamo dalla struttura della città, stavolta ingrandita sia orizzontalmete che verticalmente: grande quattro volte rispetto la superficie del manicomio da noi ripulito due anni fa, Arkham City è bella da osservare e da esplorare. I suoi stretti vicoli, le sue zone desolate, i più mastodontici grattacieli e i più insoliti palazzi sono tutti raggiungibili dal nostro supereroe, mantenendo una notevole coerenza stilistica che conferisce alla città un aspetto tetro e magnifico allo stesso tempo.
Grazie ad un perfetto sistema di controllo messo a punto dal team di sviluppo, siamo in grado di correre sui tetti, saltare, planare ed agganciarci su altri palazzi senza il minimo sforzo, dandoci quel senso di fluidità e completezza che solo pochi giochi riescono ad offrire (basta dare un’occhiata a Bionic Commando per avere l’esatto opposto in termini di qualità).

L’uomo pipistrello non può scalare i palazzi in stile Ezio Auditore o Cole McGrath, ma grazie al suo fido rampino può raggiungere ogni vetta istantaneamente, senza accennare al minimo passo falso.
Altro pilastro cardine del gameplay di Arkham City è il sistema di combattimento che, ci crediate o meno, è stato migliorato rispetto al suo predecessore: sebbene per certi versi sembra sia stato semplificato, dall’altro lato viene caratterizzato da una profondità maggiore che vi permetterà addirittura di contrattaccare anche 3 avversari in contemporanea: vi basterà soltanto essere abili pad alla mano e dai riflessi rapidi.

Un gioco da ragazzi!

Questo combat system funziona così bene che si ha sempre voglia di scendere dai tetti e mettere K.O. ogni gruppo di criminali in vista: è questo uno dei fattori che maggiormente distingue il titolo firmato Rocksteady rispetto a tanti altri giochi appartenenti allo stesso genere. La voglia di combattere, di contrattaccare, di avere il giusto tempismo, di realizzare la combo più lunga possibile: un sistema che funziona egregiamente. Batman può inoltre contare sui gadget presenti nello scorso episodio a lui dedicato, a cui se ne aggiungono altri da sfruttare sia in fasi esplorative che durante i combattimenti.

Over and Beyond

Batman: Arkham City è uno di quei giochi che, una volta portato a termine l’avventura principale, non lo si vuole togliere dal tray della console: Rocksteady ha lavorato anche su questo, ed ha riempito la città manicomio di attività secondarie capaci di aggiungere ore e ore di gioco all’avventura – la cui linea narrativa principale corrisponde a circa 10/12 ore di gioco. Si comincia dai collezionabili, con oltre 400 trofei dell’Enigmista nascosti nella vasta rete urbana di Arkham City: questa volta i trofei saranno chiusi dentro gabbie semisferiche, per cui non basterà trovarli, ma bisognerà studiare il modo necessario per sbloccare le gabbie. Sarà spesso necessario sfruttare a pieno tutta la strumentazione ipertecnologica e l’agilità di Batman, e bisogna dire che il gioco non spiega praticamente nulla, il che all’inizio risulta parzialmente disorientante. Una volta però capito come agire, non si presenteranno grandi problemi nell’elaborare la giusta tattica per acciuffare ogni singolo collezionabile.

L'Enigmista fi farà davvero scervellare in determinate occasioni

Si uniscono profonde missioni secondarie che coinvolgono il serial killer delle cabine telefoniche, Victor Zsasz, l’imprevedibile Enigmista in persona, il misterioso Deadshot e via discorrendo, ampliando in modo deciso l’offerta ludica proposta dal gioco.
Per chi non riesce a resistere al galvanizzante sistema di combattimento, in Batman Arkham City tornano le sfide di combattimento, questa volta affiancate anche dalla possibilità di personalizzarle a proprio piacimento: ancora una volta un punto forte del primo capitolo che è stato ulteriormente migliorato.

Femme fatale

Come tanti di voi già sapranno, nel corso della trama di Arkham City assumerà un ruolo rilevante l’attraente Catwoman che, in determinate sezioni del gioco – se non avete comprato il gioco di seconda mano… – sarà anche giocabile. I controlli saranno pressoché identici a quelli dell’uomo pipistrello, ma alcune caratteristiche li differenzieranno con decisione: Catwoman è molto più rapida di Batman, e durante i combattimenti necessita di stare a distanza ravvicinata rispetto ai nemici. A colpi di frusta e artigli riuscirà a farsi strada nei quartieri più bui della città senza utilizzare mezzi termini. Fredda e letale.

Hey tu, guardami negli occhi!

Nelle fasi esplorative la sensuale eroina può camminare a testa in giù su determinate superfici, adottando un approccio ancora più stealth di quello del cavaliere oscuro mentre, per quanto riguarda i normali spostamenti, la donna gatto riesce a dare un senso di libertà eccezionale, grazie alle sue movenze feline, ai suoi salti nel vuoto e alla sua abilità di scalare i palazzi aggrappandosi su diverse parti degli edifici. Anche in questo caso si vede come Rocksteady non si sia limitata assolutamente a cambiare solo modello poligonale, ma abbia creato una struttura tutta nuova per offrire un’esperienza più varia e distinta.
Catwoman seguirà una storyline parallela ma meno profonda di quella dell’uomo pipistrello: si tratta comunque di ulteriori ore di gioco che contribuiscono a favorire la permanenza di Batman Arkham City nella vostra lucente PS3.

Commento finale
Batman Arkham City migliora in tutto e per tutto il proprio predecessore. L’unica critica pensabile riguarda la trama, che manca di importanti colpi di scena o momenti “da macella a terra” come solo Naughty Dog li sa offrire. La direzione artistica è un po’ meno ispirata rispetto a quella di Arkham Asylum, ma tutto ciò non riesce a scalfire la mastodontica qualità ludica offerta dal gioco. Che siate grandissimi fan di Batman o meno, Arkham City è un titolo che ogni appassionato di videogames non può (e non deve) farsi sfuggire.

9/10

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Alex Camilleri
Fondatore e admin. Nel lontano 2008 apre UPSBlogIt, un blog personale dedicato al mondo PlayStation. Il progetto cresce rapidamente ed evolve dopo tanti anni in PlayStationBit. Adesso sviluppa videogiochi.

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