Ghost of Tsushima Director’s Cut – Recensione

Sviluppatore: Sucker Punch Productions Publisher: Sony Interactive Entertainment Piattaforma: PS5 (disponibile anche per PS4) Genere: Azione/Avventura Giocatori: 1 (Online: 2 - 4) PEGI: 18 Prezzo: 79,99 € Italiano:

Sangue versato

Morte inarrestabile

Per proteggere vita e onore.

E’ passato un anno dal rilascio di una delle punte di diamante di PlayStation Studios, l’opera più maestosa e rilevante mai prodotta da Sucker Punch. Il 2020 è stato, videoludicamente parlando, un anno pieno di sorprese, tra titoli validissimi e cocenti delusioni, e forse proprio a causa dell’uscita di “cugini” di maggior spessore mediatico – come The Last of Us Parte II – Ghost of Tsushima, seppur apprezzato all’unanimità da critica e pubblico, è forse passato un po’ in sordina.

Cosa fare, dunque, se non parlarne ancora una volta. E quale occasione migliore per farlo, grazie all’uscita della nuova edizione del capolavoro di Sucker Punch, Ghost of Tsushima Director’s Cut. Eravamo certi di risfoderare la katana del clan Sakai, di salire in groppa al nostro cavallo e liberare accampamenti, e questo è il giorno.

Ghost of Tsushima Iki Island

La via del samurai è assai tortuosa

Ghost of Tsushima Director’s Cut è il “primo del suo nome” in quanto a edizioni Director’s – dicitura avviata da Death Stranding – eppure c’è da dire che la sua presentazione non è stata delle migliori. Assolutamente non per questioni legate alla qualità dei contenuti, a quello ci arriveremo a tempo debito. L’edizione, a differenza di ciò che incarna l’opera stessa, ha mancato di trasparenza e peccato di accessibilità a causa dell’incredibile confusione generata dall’upgrade su PlayStation Store. Tante le discussioni sul web, dal domandarsi come aggiornare la sua copia base alla nuova versione alle – giuste – preoccupazioni dovute al prezzo di listino. Oggi non è neppure più possibile acquistare l’edizione standard digitale sul PlayStation Store: pacchetto completo a prezzo pieno o niente.

Una falsa partenza, però, solo nella sua presentazione, per l’appunto. Il pacchetto di Ghost of Tsushima Director’s Cut comprende tutto ciò che è stato fatto per il titolo e di più. Oltre all’ovvio gioco base, troviamo inclusi nel pack anche l’espansione online Leggende, contenuti bonus come un artwork digitale e un video commentary e la nuova espansione di gioco, ambientata sull’Isola di Iki – o Ikishima. Pur essendo questo il contenuto più importante per chi il titolo già lo possiede, è doveroso tornare indietro nel tempo e riscoprire, seppur brevemente, cos’è Ghost of Tsushima.

E perché no, sembra anche più importante ricordare l’impatto che la produzione ha avuto nel mondo videoludico e non, tra prove di coesione nello staff con la gara al Platino, la consonanza del pubblico giapponese sulla qualità dell’opera e aiuti non indifferenti al restauro di un cancello Torii situato proprio a Tsushima, isola che riconosce il titolo di Sucker Punch come patrimonio.

Ghost of Tsushima Iki Island

Autunno, anno 1274. E’ l’era delle conquiste per il popolo mongolo che, guidato dal potente leader Khotun Khan, ora prova a bussare alla porta del Giappone. Il primo obiettivo per assicurarsi l’espansione del suo impero è proprio l’isola Tsushima, territorio strategico sul quale istituire una base da cui poi attaccare il resto del Paese. Navi piene di mongoli sbarcano sulle coste della spiaggia di Komoda, ma a difendere l’isola vi sono solo una manciata di samurai che, sopraffatti dalla maggioranza numerica avversaria, non riescono a gestire l’offensiva degli invasori. Tra i protettori di Tsushima figura Jin Sakai, il protagonista della storia, miracolosamente rimasto in vita dai feroci attacchi del Khan e tratto in salvo dalla ladra Yuna.

Venuto a conoscenza della sopravvivenza di suo zio, Lord Shimura, ora catturato dai mongoli, Jin intraprenderà un viaggio tortuoso e vendicativo, in cui imparerà a dover mettere da parte le sue virtù e scambiarla con la pace e la salute della sua gente, adottando metodi che nulla hanno a che vedere con il bushidō e non esattamente condivisi dallo shōgunato.

Fortunatamente non tutto il racconto è una revenge story. Tanti sono i personaggi che accompagneranno lord Sakai nella sua impresa di scacciare i mongoli, tra questi spiccano, appunto, la scaltra Yuna, il saggio e tormentato Ishikawa sensei, la furibonda lady Masako e il rivale storico di Jin Ryuzo, grazie al quale comprenderemo un’altra faccia della medaglia. Le scelte sono all’ordine del giorno, quantomeno nei dialoghi; fatte quelle giuste, il gioco ci offre la possibilità di scavare più a fondo nell’universo di Tsushima e scoprire sfaccettature dei personaggi altrimenti ignote. Quella che sembra una tipica storia basata sulla vendetta, in pratica, smentisce presto il giocatore prevenuto; Ghost of Tsushima presenta invece scene struggenti e di estrema riflessione, alcune delle quali non faranno dormire la notte.

La pace non si ottiene sempre con la calma

Quiete esaudente

Solitudine imprescindibile

Un letto freddo sotto le stelle.

Con la Director’s Cut di Ghost of Tsushima vengono finalmente approfondite tematiche e dettagli precedentemente lasciati volutamente irrisolti o solo lievemente accennati. La scelta di proporre solo adesso tali temi è però giustissima, in quanto raccontare ciò che circonda Jin e il clan Sakai al di fuori dell’invasione mongola poteva effettivamente risultare fuori posto e un po’ fatto per allungare il brodo. Più che condivisibile, dunque, la scelta di ambientare il contenuto aggiuntivo nell’Isola di Iki, luogo saldamente legato al protagonista.

Il DLC di Ikishima, tuttavia, è pensato esclusivamente per chi Ghost of Tsushima l’ha già portato a termine. Non solo la componente narrativa si colloca precisamente dopo gli eventi del gioco base, ma la contenutistica stessa costringe il giocatore a mettere in atto tutto – ma proprio tutto – ciò che ha imparato per arrivare al Khotun Khan. Come se non bastasse, tante altre meccaniche vanno ad aggiungersi all’esperienza, confezionate appositamente affinché l’Isola di Iki risulti più di una semplice espansione. Finire nel dettaglio del gameplay del gioco base sarebbe ridondante, in quanto il nostro Salvatore ha già brillantemente analizzato quegli aspetti nella recensione dell’anno scorso.

Tornei con bokken, nuovi utilizzi del rampino e la nuova, entusiasmante carica con il cavallo sono solo la punta dell’iceberg; fanno capolino armature speciali, amuleti legati ad abilità con l’arco e persino skin peculiari che omaggiano i classici PlayStation (come l’armatura del fantasma di Sparta, omaggio a God of War). Anche solo per le aggiunte gratuite, tra cui il lock-on sui nemici e il lip-sync in giapponese, varrebbe la pena tornare a sfoggiare il vessillo dei Sakai.

La trama del DLC, pur appoggiandosi su questioni all’apparenza banalotte, ha il suo perché ed è in grado di tirare fuori tutta la vena artistica di Sucker Punch grazie a uno storytelling dai giusti compromessi e grazie alla scelta dell’approfondimento del passato di Jin. Lo Spettro, venuto a conoscenza che l’invasione mongola sta avendo atto anche sull’Isola di Iki, e spaventato e al tempo stesso incuriosito dagli sciamani mongoli che pian piano hanno cercato di insidiarsi nuovamente a Tsushima, decide di tagliare la testa al toro e partire per Iki.

L’isola è però un territorio ostile per i samurai, specialmente per il clan Sakai, a causa di certe trattative andate per il verso sbagliato per conto del padre di Jin. Mascherato da Jin di Yarikawa, lo Spettro incontra l’Aquila, una mistica figura capace di risvegliare nelle persone i pensieri sopiti e far rivivere loro traumi e tragedie. Caduto a sua volta sotto l’influenza di quel veleno, il suo passato, i ricordi delle sue azioni e il tormento per non aver salvato suo padre perseguiteranno la psiche di Jin.

Anche se è possibile finire l’avventura di Ghost of Tsushima: Isola di Iki in poco più di cinque ore, riconosciamo un leggero allungamento del brodo in determinate quest, ma se non altro, com’è di consuetudine, le missioni secondarie pur essendo autoconclusive hanno un certo spessore narrativo.

Ghost of Tsushima Iki Island

Un panorama leggendario

Ciliegi in fiore sul far della sera

Anche quest’oggi

E’ diventato ieri.

E’ inutile anche ribadirlo. Ghost of Tsushima Director’s Cut è di uno splendore incommensurabile. Gli incredibili biomi, il soffio del vento e i colori vibranti sono senza esagerazione quanto di meglio si sia visto su PlayStation 4. E con l’upgrade a PlayStation 5 le cose non potevano che migliorare. La definizione e i singoli dettagli, sia dell’ambiente che dei modelli dei personaggi, fanno uscire il gioco direttamente dallo schermo, avremo trascorso un’oretta piena solo in compagnia della modalità foto. L’Isola di Iki, poi, sprizza vivacità da tutti i pori: nonostante le tante crudeltà subite, il paesaggio e le coste di Ikishima trasmettono gioia al giocatore. Entra di diritto tra i paesaggi più belli mai esplorati in Ghost of Tsushima. Ma anche l’orecchio vuole la sua parte, e il titolo stupisce anche su questo punto di vista grazie a una colonna sonora sontuosa.

L’esperienza su PlayStation 5 è pensata per essere compatibile con le funzionalità più popolari del DualSense, come il feedback aptico generale, l’utilizzo sapiente dello speaker interno e con la magistrale gestione del trigger, che dà il meglio di sé impugnando l’arco. Migliora l’esperienza anche con DualShock 4: prendendo ispirazione dal supporto del nuovo controller, anche su PlayStation 4 è sono stati aggiunti effetti ambientali e voci provenienti dalle casse del controller: sentire un violento “clang” dopo aver colpito uno scudo mongolo ci ha fatto sobbalzare.

Al download del pacchetto della Director’s Cut sono inclusi anche due contenuti gratuiti: un pack chiamato Contenuti bonus e l’espansione online Leggende. Sebbene non sia propriamente un must have, Ghost of Tsushima: Leggende è una componente sicuramente ben riuscita, appagante, divertente e per certi versi causa anche dipendenza. Scontrarsi contro ondate e ondate di nemici in compagnia di uno o più alleati ha il suo perché, grazie anche alla versatilità degli ambienti: ci sono mappe che richiedono – o meglio, sostengono – un approccio stealth, mentre in altre ci aggireremo tra un tetto e l’altro a suon di rampini e difenderemo le aree contrassegnate da ondate e ondate di mongoli e demoni. Forse è proprio a causa della sua componente narrativa leggermente accennata e con un focus sul paranormale che Leggende non è riuscito a sfondare come big. Sempre meglio di Resident Evil Resistance però, questo è sicuro.

Ghost of Tsushima Iki Island

Il contenuto bonus, invece, non è assolutamente da bistrattare. Pesa solo 7 GB e contiene al suo interno più di cinquanta artwork, tra bozzetti di personaggi, equipaggiamenti e ambienti, tutti disegnati magistralmente e con un tono che va dal disegno classico a vignette a mo’ di fumetto. Una chicca da non perdere, eppure il protagonista del contenuto, a nostro parere, è il video commentary. Si tratta di un video girato durante lo sviluppo di Ghost of Tsushima, in cui Nate Fox di Sucker Punch, il mitico Shuhei Yoshida e un esperto di storia svelano dettagli non solo sul gioco e sulle sue meccaniche, ma chiacchierano approfonditamente anche, appunto, della storia di Tsushima. Quarantadue minuti che scorrono lisci, fatti di pura storia, trattata in maniera approfondita e scanzonata al tempo stesso. Fatevi un favore, ritagliatevi del tempo libero e guardate questo documentario, gratuito anche per chi non possiede il gioco.

Trofeisticamente parlando: due mongoli con una freccia

Il set di trofei di Ghost of Tsushima, come segnalato già nella nostra guida, non è affatto complicato. Così come nel gioco base, anche i trofei del DLC di Ikishima prevedono il completamento assoluto, tra raccoglimento dei collezionabili, haiku composti e visite ai santuari dei cervi e dei gatti. I trofei dell’espansione sono però divisi in due set distinti, uno dedicato alla sola storia e al suo completamento e l’altro legato all’esplorazione più pura. Ma, come scritto, si va a colpo sicuro completando tutto il completabile senza curarsi troppo di tutto il resto. Avete già vinto il Platino del gioco base su PlayStation 4? Ghost of Tsushima Director’s Cut pensa anche a questo: importate i vostri salvataggi da PlayStation 4 a PlayStation 5 e il gioco è fatto, auto-pop automatico di tutti i trofei già ottenuti. Due Platini al prezzo di uno.

VERDETTO

Ghost of Tsushima ha avuto la sfortuna di uscire solo un mese dopo l’onnipotente The Last of Us Parte II e pertanto è passato ingiustamente in sordina. Ma ora, con Ghost of Tsushima Director’s Cut, l’arte di Sucker Punch è tornata sotto i riflettori e lo fa con grande stile: una maestosa ambientazione, personaggi ricchi di carattere e una storia avvincente – seppur leggermente allungata – fanno da cornice a una rivisitazione in piena regola del titolo. Pur portandosi, purtroppo, gli stessi problemi e i limiti del gioco base, il titolo è sorretto da nuove meccaniche di gameplay e dal feedback aptico di DualSense (o dalle nuove feature per DualShock 4), non c’è momento migliore per alzare al vento lo stemma del clan Sakai e tornare in azione. L’espansione e tutti i contenuti aggiuntivi fanno lievitare, anche se leggermente, il voto che attribuiamo alla produzione: un otto tendente al nove.

Guida ai Voti

Andrea Letizia
Cresciuto a pane, Kamehameha e Crash Bandicoot, inglesizzato grazie a Kingdom Hearts. Grande amante degli action RPG e dei platform, dei cani e del wrestling.