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Pixel Ripped 1995, presto in arrivo su PlayStation VR

Lo sviluppatore ed editore brasiliano ARVORE è orgoglioso di annunciare che Pixel Ripped 1995 sarà presto disponibile su PlayStation VR. Il gioco è già uscito in alcune regioni del mondo, tra cui Regno Unito e Malta. Per il lancio in Italia è necessario aspettare ancora (non è stata annunciata la data ufficiale, ma ARVORE garantisce che si tratta di “qualche giorno”).

Non sarà presente la localizzazione in italiano. Le lingue prescelte, oltre all’inglese, sono francese, tedesco, spagnolo latinoamericano, coreano e giapponese. ARVORE sta inoltre lavorando su funzionalità più interessanti e contenuti extra gratuiti per Pixel Ripped 1995 che verranno aggiunti al gioco nei prossimi mesi. L’obiettivo degli sviluppatori è aggiungere ancora più sfide, divertimento e rigiocabilità.

Con Pixel Ripped 1995, ARVORE vuole coinvolgere in un turbinio di emozioni i giocatori navigati che potrebbero riscoprire il fascino dell’epoca a 16 e 32 bit, senza però trascurare le nuove generazioni, offrendo loro un’esperienza attraverso la realtà virtuale.

In questo videogioco, l’eroe Dot (impersonato da Ana Ribeiro, creative director di ARVORE che ha curato lo sviluppo del gioco) recluta un ragazzino di nove anni di nome David con lo scopo di affrontare le sfide nel mondo dei videogiochi in 2D e dei primi in 3D. Vivranno un viaggio all’interno dei migliori giochi degli anni Novanta spaziando fra più generi – GdR, sparatutto, platform e così via -, cercando al contempo di evitare la rabbia dei genitori.

Una curiosità risale al fatto che gli sviluppatori sono stati fin dalle prime fasi della genesi di Pixel Ripped 1995 in stretto contatto con la community di fan di Pixel Ripped 1989, titolo lanciato nel 2018 e protagonista di diciassette nomine, alcune di queste scaturite in premi prestigiosi. E’ stata infatti la community a decidere, attraverso un sondaggio, l’anno in cui sarebbe stato collocato il gioco, il 1995.

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Giovanni Paolini
Catalizzatore di flame sul web e drogato seriale di fantacalcio, Giovanni vede il videogioco come un'espressione artistica piuttosto che come un mero intrattenimento privo di contenuti significativi. Per questo motivo, ripudia il 90% dei AAA e si tuffa sfacciatamente nel mercato indipendente, rimanendone il più delle volte scottato seppur senza rimorsi. Amante della musica di qualità, delle narrazioni articolate e di design ispirati, si è tuttavia mostrato fin dall'adolescenza ossessivamente attratto dai personaggi femminili antropomorfi, mistici o animati, universalmente conosciuti come waifu. Rappresenta orgogliosamente la vena toscana del Bit.