Trek to Yomi – Recensione

Sviluppatore: Flying Wild Hog Publisher: Devolver Digital Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS5) Genere: Avventura Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 19,99 € Italiano:

Trek to Yomi è l’ultima fatica di Leonard Menchiari per Flying Wild Hog. Una struggente e altamente cinematografica esperienza samurai che trasporterà il giocatore in un’avventura figlia dei vecchi film giapponesi degli anni Cinquanta e Sessanta. Akira Kurosawa, Hiroshi Inagaki e altri, sono sicuramente le influenze da cui gli sviluppatori hanno preso spunto per il titolo e che molto probabilmente faranno impazzire i fan di tali film e progetti. Visivamente accattivante e con una buona giocabilità, Trek to Yomi sicuramente riuscirà a trattenere i giocatori allo schermo fino al finale; ma possibile che tutto possa filare così liscio? Mettetevi comodi e preparatevi ad attraversare il regno dei morti, in compagnia di Hiroki e della nostra recensione.

Hiroki Monogatari (ヒロキ物語)

All’inizio di tutto c’erano Izanami e Izanagi, le due divinità primordiali della cultura giapponese da cui nacque tutto il resto. Dopo aver partorito Kagutsuchi, la divinità del fuoco, Izanami finì nello Yomi, la terra dei morti di cui ella ne diventò la divinità. Nutrendosi del frutto di quella terra, Izanami divenne un demone che, mortificata dal suo aspetto quando Izanagi tentò di salvarla, cercò di uccidere il suo compagno.

Un po’ come Izanagi, anche Hiroki intraprenderà un viaggio nello Yomi, dettato dall’amore, dalla vendetta e dal dovere. Il titolo inizia con il giovane ragazzino, orfano, intento ad allenarsi con il suo maestro Sanjuro che a seguito di un’invasione dei briganti locali, perderà la vita, non prima di chiedere al giovane di prendersi cura del villaggio e di sua figlia Aiko. Molti anni nel futuro i due, ormai cresciuti, governano e amministrano il villaggio, fino a quando, nelle vicinanze, i contadini lamenteranno l’arrivo di altri briganti pronti a devastare ogni cosa gli capiti a tiro. Hiroki, impugnata la spada, si lancerà in quello che sarà l’inizio del suo viaggio, la sua caduta e la sua ascesa.

Come recita un vecchio proverbio giapponese: “Cadi sette volte, rialzati otto” (七転び八起き), così sarà il percorso di Hiroki, che cercherà di ristabilire l’ordine nella sua vita e in tutto ciò in cui crede.

Bushidō (武士道)

La particolarità di Trek to Yomi è indubbiamente la scenografia, la potenza visiva delle immagini che il giocatore si ritroverà di fronte. Scenari impressionanti e curati in ogni particolarità, panorami mozzafiato e una gestione fuori scala della telecamera, renderanno il titolo una vera gioia per gli occhi. Ma, come fu Ghost of Tsushima prima di lui, questo titolo poteva essere indubbiamente gestito meglio nel gameplay, oltre che nella componente visiva.

Trek to Yomi è un titolo a scorrimento 2,5D, dove il percorso del protagonista non conoscerà particolari deviazioni e sarà formato da piccole fasi di combattimenti generici e altri in cui combatteremo contro miniboss che daranno l’accesso a nuove abilità di combattimento, riconoscibili da piccoli dialoghi prima di sfoderare la katana. Sotto questo aspetto, Hiroki potrebbe essere tranquillamente considerato un protagonista Shōnen, ovvero un personaggio che inizierà un percorso di crescita dettato anche dall’incontro con altri personaggi più forti di lui. Forse uno dei problemi più grandi del titolo è proprio il poco interesse posto nello sviluppo dei combattimenti, che termineranno nel giro di una combo e di una esecuzione.

Anche alla difficoltà più elevata non ci saranno particolari problemi nel portare avanti questo viaggio, tranne che forse in un fastidioso input lag dei comandi, che vi farà più e più volte pensare di lanciare il pad dalla finestra. In un titolo dove la precisione e l’eleganza di un samurai dovrebbero farla da padrone, ci ritroveremo più e più volte a impazzire appresso alla pressione dei tasti che, molte volte, non faranno ciò che dovranno.

Kensei (剣聖)

Il punto veramente forte di Trek to Yomi è indubbiamente la parte estetica, capace di dare veramente tantissima soddisfazione ai giocatori. Nessun calo di frame, una fluidità assoluta e un uso sapiente della telecamera faranno esclamare tantissime volte di gioia gli occhi del pubblico giocante. A tutto ciò unite una colonna sonora indimenticabile e sempre calzante e l’80% del titolo potrebbe già essere pronto così. Ma se l’autore aveva intenzione di rendere il titolo un’esperienza narrativa, perché applicarsi inserire fasi di combattimento sempre uguali e capaci di essere superate con la pressione di tre semplici tasti?

Boss fight comprese, il combat di Trek to Yomi non risulta per nulla soddisfacente, anche senza il problema del lag dei comandi. Ai combattimenti all’arma bianca si alternerà la possibilità di utilizzare armi da lancio come shuriken, arco e frecce ed un fucile ozutsu. Il risultato di questa aggiunta sarà che arrivati alla fine del gioco vi sarete anche dimenticati di averli perché non serviranno praticamente a nulla. Simpatica, invece, la raccolta dei collezionabili che amplieranno la vostra conoscenza del mondo di gioco e delle credenze religiose dei giapponesi dell’epoca Sengoku. Oltre che aumentare le vostre statistiche di salute e stamina.

Trofeisticamente parlando: Trek to Platinum

Veniamo alla sezione più amata dai nostri lettori. Arrivare alla coppa di Platino in Trek to Yomi sarà relativamente semplice e rapido: ci vorranno solamente una quindicina di ore, tutto sommato. Eliminando i trofei di miscellanea, ci sarà da occuparsi di quelli relativi ai collezionabili, divisi in oggetti per la lore e potenziamenti. Poi i trofei relativi alla difficoltà e infine quelli relativi ai finali, 3+1 segreto, che vi porteranno a dover rifare, purtroppo, tre run del gioco. Ma dopo aver superato tutte le sfide esistenti non potrete far altro che sfoggiare una coppa dalla indubbia bellezza nella vostra bacheca! DING!

VERDETTO

Trek to Yomi è l'ultima fatica di Leonard Menchiari per Flying Wild Hog. Il titolo è un action a scorrimento 2,5D dall'impressionante comparto artistico che porterà i giocatori a vivere l'avventura di Hiroki, un giovane samurai. Come già detto, brillante artisticamente ma estremamente scarno sotto il punto di vista dal gameplay che risulterà noioso, mal curato e per nulla soddisfacente. Menzione d'onore alla colonna sonora estremamente emozionante.

Guida ai Voti

Raffaele Verde
Anche se i videogiochi sono la sua passione, fin dalla tenera età, continua, ancora oggi a cercare di capirci qualcosa, ovviamente senza riuscirci.