Crash Team Rumble – Recensione

Sviluppatore: Toys for Bob Publisher: Activision Piattaforma: PS5 (disponibile anche su PS4) Genere: Azione Giocatori: 1 (Online 2-8) PEGI: 7 Prezzo: € 29,99 Italiano: Audio + Sottotitoli

In un modo o nell’altro, Activision e Toys for Bob sono riusciti a rendere uno spin-off ancora più atteso del mainline Crash Bandicoot 4: It’s About Time. Ed era ora per davvero; dopo tante speculazioni, rumor, presunti leak e addirittura ipotesi di cancellazione del progetto, alla fine eccolo qua. Quel fantomatico Wumpa League, come lo ha soprannominato la community, ha preso il nome di Crash Team Rumble (omaggiando “gli altri” CTR) e ha finalmente fatto una super panciata verso PlayStation 5.

Nonostante le voci volessero un free-to-play oppure un multiplayer di Crash 4, Rumble non è stato né l’uno né l’altro. Come ogni prodotto degli ultimi anni legato al paramele, anche quest’ultima fatica di Toys for Bob ha dato uno scossone ai fan con un gameplay carico di carattere. Ma sarà stato all’altezza delle aspettative?

Spacca tutto

Contrariamente all’originale CTR (Crash Team Racing) dove di “team” c’era poco o niente, Crash Team Rumble è interamente costruito sul gioco di squadra e sull’online-only. Gli eroi e i cattivi della saga di Crash Bandicoot si sfidano con due squadre composte da quattro personaggi in una caccia ai celeberrimi frutti wumpa. La prima squadra a raccogliere e depositare nella propria banca duemila wumpa vince la partita e la gloria del momento, oltre a una sonora sbeffeggiata agli avversari.

L’esperienza a grandi linee di Crash Team Rumble si può effettivamente riassumere con queste poche righe; non ci sono premi per concludere le partite se non i punti esperienza accumulati e il relativo sblocco dei cosmetici per i personaggi utilizzati. Non c’è neppure una trama dietro lo svolgimento di queste bizzarre partite. Non se ne sentiva il bisogno, essendo uno spin-off, ma almeno Crash Team Racing si è fatto apprezzare anche per il suo stravagante incipit.

I motivi narrativi dietro Rumble, invece, sono da ricercarsi in una semplice schermata di caricamento, in cui tra le curiosità è riportato che “forse” è stata tutta un’idea di Coco. Un po’ di impegno in più non avrebbe guastato, insomma, considerando la briga presa nell’introdurre il nuovo personaggio di CatBat. Tutto ciò che sappiamo su di lei lo dobbiamo a delle strisce pubblicate sui social dall’artista Nicola Saviori (che ha disegnato tutti gli splendidi artwork disseminati per il gioco e che vi invitiamo a seguire).

Il gameplay di Crash Team Rumble

A dispetto di una trama inesistente, ciò che il gioco propone in termini di gameplay si rivela essere sin dalle prime partite ben più profondo di come si può immaginare. Quello che a livello di concept viene visto come un Pokèmon Unite con i personaggi di Crash Bandicoot, ha in verità uno scheletro molto più robusto e variegato, nonostante la sua semplicità di fondo.

In un’area di gioco ben studiata, né troppo grande né troppo piccola, si sfidano otto giocatori in squadre da quattro. L’intento è, come già anticipato, di agguantare più frutti wumpa degli avversari. A fare da contorno a questo obiettivo principale, i giocatori troveranno diverse piattaforme con aiuti od ostacoli da sbloccare con le Reliquie. Altre pedane, appartenenti alla categoria “Gemma”, sono fatte apposta per dare un boost temporaneo agli eroi di una squadra.

La scelta è stata quindi quella di creare una struttura relativamente semplice, che consenta ai giocatori di focalizzarsi sulla “battaglia” (se così possiamo chiamarla) per accaparrarsi i frutti wumpa e fare punto. Ad aggiungere ulteriore pepe però ci pensano i personaggi, ognuno dotato di tratti unici, che fanno sì che sia indispensabile trovare il giusto equilibrio di squadra per avere successo.

Squadra che vince non si cambia (forse)

I personaggi di Crash Team Rumble sono divisi in tre categorie. Marcatori (a cui appartiene Crash), Difensori (tra cui Dingodile) e Potenziatori (con Coco e il Dr. Neo Cortex), volte a sottolineare i lineamenti dei personaggi. I Marcatori sono personaggi migliori con cui segnare, ovvero portare i wumpa in banca. Dispongono generalmente di tasche più capienti per conservare i wumpa, sono rapidi nei movimenti e all’evenienza anche capaci di difendersi bene in battaglia – o di attaccar briga.

I Difensori sono i “tank” di Rumble. Sono dotati generalmente di tanti punti vita e i loro colpi ne prosciugano altrettanti, ma devono fare i conti con una lentezza nei movimenti e con determinate vulnerabilità. Ciononostante restano i migliori personaggi da usare se si decide di ostacolare la squadra avversaria. Si potranno colpire i nemici, facendo cader loro i wumpa dalle tasche e mettendo magari a segno qualche sonoro K.O.

Per ultimi abbiamo i Potenziatori, il ruolo più tattico del gioco e, forse per questo, relegato alle uniche menti della saga, Coco e il Dr. Cortex. Il loro è però un ruolo particolarmente sbilanciato e molto mirato al supporto; ideale se c’è del lavoro di squadra, un po’ meno se si va per l’individualità. I Potenziatori essenzialmente possono raccogliere circa il doppio delle Reliquie sparse per la mappa, usandole per attivare le aree bonus quali gli aiuti di Aku Aku, Uka Uka e le maschere quantiche.

Possono anche attivare più velocemente le piattaforme delle gemme, zone da conquistare come fossimo in un match Dominio in Call of Duty. Attivando le gemme, tutti i giocatori della squadra beneficeranno di un aumento temporaneo della capienza per trasportare wumpa alla banca. Tutto bello, ma i Potenziatori dovranno fare i conti con un bassissimo numero di punti vita e una mobilità pari o peggiore di quella di un Marcatore. Questo rischia di portare a parecchi K.O. subiti: sarà quindi fondamentale usare una tattica di “toccata e fuga”.

You’ve got a Higher Rumble

Oltre la scelta del personaggio, e quindi della classe, si aggiunge maggior varietà allo stile di gioco con i poteri. Questi hanno tripla valenza: possono essere potenziamenti di supporto alla squadra come il frigorifero di cura, individuali come il wumpa gigante o le casse trampolino e di danno come il Custode Gasmoxiano o le casse di spazzatura in caduta dal cielo, fatti per danneggiare ad area.

I potenziamenti sono tuttavia relativamente pochi; seppur sufficienti a plasmare uno stile di gioco unico, non avrebbe guastato avere a disposizione qualche abilità in più. Nulla comunque vieta agli sviluppatori di aggiungerne con contenuti post lancio, che dato lo stile del gioco immaginiamo saranno corposi.

La parola chiave “poco” però è davvero troppo ricorrente. Crash Team Rumble ha indubbiamente carattere e una forte anima, un gran titolo da aprire per farsi una partita mordi e fuggi di tanto in tanto, un po’ com’è stato Crash Team Racing: Nitro-Fueled. Ma questo potrebbe non bastare, se consideriamo che al lancio, confrontandolo con quest’ultimo, Rumble ha molti meno contenuti di gioco. Solo otto personaggi giocabili, poche mappe, pochi poteri e, invece, tanti cosmetici legati al battle pass, forti di azzeccatissime scelte di design ed enorme varietà nelle skin.

Il futuro di Crash Team Rumble

Con la Stagione 1 arriveranno nuovi poteri, personaggi e modalità, ma al momento della stesura di questa recensione tutto rimane vago. Risulta però evidente che soltanto un ciclo di aggiornamenti costanti come avvenuto nei primi sei mesi di CTR: Nitro-Fueled possa tenere in vita il titolo. Allo stato attuale, seppur estremamente divertente, soltanto la stuzzicante difficoltà nell’ottenere il Platino e completare il battle pass gratuito possono tenere viva la community, che inevitabilmente si stancherà di giocare l’unica modalità presente.

Crash Team Rumble può comunque funzionare nel lungo termine. Non è un pay to win e a giudicare dalle sue dinamiche non lo diventerà mai, ha a disposizione un universo di personaggi e ambientazioni stratosferiche. Può inoltre vantare un team di sviluppatori con talento e passione alle sue spalle. Va solo cotto al meglio, con Activision che deve lasciare i fornelli accesi per evitare la brusca fine di Crash On The Run. Ma la community, nel frattempo, va convinta con contenuti esaltanti e costanti.

Va assolutamente rinfrescato anche il modello online. Il matchmaking spesso non funzionanti nonostante il cross-play con PC abilitato e l’importante presenza di bot placeholder vanno inevitabilmente a intaccare la qualità delle partite, sbilanciando le squadre. Questo anche a causa di un’intelligenza artificiale non esattamente acuta. Da rivisitare anche il comportamento di alcuni personaggi rispetto ad altri, tra vulnerabilità totali alla panciata di Crash e super potenza e velocità inarrestabili di N Tropy.

Trofeisticamente parlando: Crash BandiGOAT

Il Platino di Crash Team Rumble è a metà tra l’occasionale e la sfida da veri pro gamer, e per questo ottimo per esaltare il pubblico che lo cerca e invogliarlo a migliorarsi in partita. I trofei sono tutti legati agli otto personaggi di lancio; si ottiene un trofeo a testa giocando e vincendo una partita con ognuno di loro con equipaggiati i diversi poteri disponibili.

Il difficile arriva con i trofei specifici, che richiedono ad esempio di colpire due o più nemici con una singola panciata di Crash, o ancora trasformare tutti i nemici in animali con la pistola a raggi di Cortex. Non mancano anche le coppe skill-based, tra le quali conquistare il 100% delle gemme per la propria squadra o eliminare dieci giocatori in una sola partita. Un elenco trofei a nostro avviso perfetto, che invoglia a provare e padroneggiare tutti i personaggi senza essere ridicolmente difficile.

VERDETTO

Crash Team Rumble ha saputo dissipare i dubbi con un gioco ricco di entusiasmo, divertente e colorato. Una partita tira l’altra come le ciliegie (o come i wumpa) e il cast di eroi e villain, seppur povero al lancio, sa offrire uno stile di gioco unico e ricercato per ogni giocatore. E’ un titolo complesso nella sua struttura, ma ciononostante è appassionante grazie alla sua semplicità e immediatezza. Crash Team Rumble ha però ancora alcune cose da affinare, tra lo sbilanciamento di alcuni personaggi al funzionamento corretto del networking. Rimangono i quesiti sulla vita del gioco e sulla qualità del suo supporto, questo fortemente necessario a tenere viva la community, che potrebbe presto perdere gli stimoli.

Guida ai Voti

Andrea Letizia
Cresciuto a pane, Kamehameha e Crash Bandicoot, inglesizzato grazie a Kingdom Hearts. Grande amante degli action RPG e dei platform, dei cani e del wrestling.