Muv-Luv – Recensione

Sviluppatore: Ixtl Publisher: PQube Piattaforma: PS Vita Genere: Visual Novel Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 39,99 € Italiano:

Il mondo delle visual novel è da sempre molto diffuso in Giappone, ma gradualmente sta raggiungendo anche il mercato occidentale. Ci troviamo di fronte ai primi due capitoli di una trilogia nata nel 2003 a sfondo erotico e resa poi “all ages” in epoca recente, tanto da essere presa come ispirazione per una serie animata di grande successo. Premettiamo che non conosciamo la serie animata né la prima versione e quindi analizzeremo il prodotto solamente dal punto di vista videoludico e non della fedeltà rispetto all’opera ispiratrice. Inoltre, non abbiamo (ancora) giocato Muv-Luv Alternative, terzo e ultimo capitolo venduto separatamente.

Extra: Takeru-chan!

Durante il primo capitolo impersoneremo Takeru, amico d’infanzia e vicino di casa di una svampita signorina di nome Sumika. Un giorno, durante il risveglio, Takeru si ritrova un’affascinante ragazza nel suo letto che afferma di essere legata a lui dal destino. Quest’ultima, di nome Meiya, è la proprietaria di un’azienda multinazionale ricchissima, e fin da subito invaderà la casa del proprietario riempiendola con il suo personale. Da qui la vita di Takeru e Sumika cambierà radicalmente e, in sostanza, il protagonista dovrà capire quale delle due ragazze rappresenta la sua metà: il destino o la vita di tutti i giorni? E soprattutto: quale destino? A questo dualismo si aggiungono inoltre Chizuru, Tama e Ayamine, tre bellissime compagne di classe di Takeru.

Questa semplice e genuina visual novel, la cui prima run ci accompagnerà per circa dieci ore, raffigura vita quotidiana costituita da rapporti umani e da moltissimi pensieri. Fin da subito noteremo come i personaggi siano delineati in maniera evidente: ognuno ha la sua personalità, il suo modo di agire, il suo fascino. Le nostre scelte riguarderanno quindi cosa mangiare per pranzo o che strada percorrere per tornare a casa, non ci viene richiesto di salvare il mondo e la vita di Takeru non verrà sovraccaricata di avvenimenti eccessivi e poco credibili.

Le ragazze corteggiabili sono ben sei, in base alle scelte di dialogo che ci verranno poste. Ognuna delle corrispettive run carbura lentamente per poi esplodere nei finali che si manifestano per la loro potenza emotiva, di un realismo spiazzante. Tutte le parole e i dialoghi che fino a quel momento ci sono sembrati superflui andranno a combaciare come i pezzi di un magnifico mosaico. Si tratta, a nostro avviso, di uno dei migliori esponenti di rapporti umani adolescenziali (ma estremamente maturi) che potete trovare sul mercato. Vi consigliamo quindi di avere pazienza durante le prime, macchinose, fasi di gioco.

Unlimited: TSF vs BETA

Cos’è che dicevamo delle scelte di Takeru sul pranzo e sul non salvare il mondo? Dimenticatevi tutto, perché il prologo di Unlimited proietta il povero Takeru in una realtà parallela dove la Terra è stata invasa da creature aliene ostili (denominate BETA) e le compagne di avventura del primo capitolo fanno parte di una squadra militare che utilizza dei robot giganti (denominati TSF) per combattere l’invasione e salvare il genere umano a rischio estinzione.

“Perché?” vi starete chiedendo. Non lo sappiamo (sinceramente neanche lo comprendiamo), ma riteniamo la scelta piuttosto azzardata, essendosi Extra costruito una sua identità e potendosi considerare autoconclusivo. Nonostante lo scalpore di questo plot twist, Unlimited riesce a non farsi del tutto disprezzare. La maggior parte delle ragazze della realtà parallela si manifesta con un’identità del tutto simile rispetto al primo capitolo (a eccezione di Marimo e Miki Tama, mentre c’è una sorpresina per quanto riguarda Mikoto…) e le sensazioni su cui fa leva questo sono decisamente più angoscianti. Qui è lo spirito di sopravvivenza e di cooperazione a determinare le azioni dei protagonisti, coinvolti in discussioni morali che potrebbero portare a tragiche conclusioni. La morte ha un ruolo cruciale nella narrazione di Unlimited tanto quanto l’amore in Extra, mentre sparsi qua e là ci sono messaggi piuttosto rilevanti da assimilare per la vita di tutti i giorni. Purtroppo i dialoghi e le problematiche affrontate da Takeru saranno troppo leggeri rispetto al contesto in cui è ambientato Unlimited; sarà infatti il mondo ad abituarsi allo stile di Takeru e non viceversa.

La storia di Unlimited vi intratterrà, nella sua interezza, per circa venti ore (contro le cinquanta offerte dalle run di Extra), ma il ritmo del presente capitolo, dopo una breve fase di ambientamento a inizio gioco, non lascia respiro al videogiocatore. Nonostante ciò, la trama vive di alcuni momenti di incoerenza fra la gravità della situazione e il comportamento di alcuni personaggi che, alle volte, sembrano quasi dimenticarsi di essere in guerra. Ci è dispiaciuto inoltre che tale contesto sia rimasto quasi esclusivamente ai margini della trama, si parla costantemente di BETA, di morte e di guerra, ma non interagiremo mai con nulla di tutto questo.

Il finale di Unlimited che, al contrario di Extra, è unico, è definitivamente una pugnalata al cuore e lancia nel migliore dei modi Alternative, il capitolo conclusivo della saga. Considerato lo stretto legame fra Unlimited e Alternative e quello invece solo apparente fra Extra e Unlimited, probabilmente sarebbe stato più idoneo vendere Extra separatamente, ma a livello di marketing suscitare curiosità con la fine di Unlimited siamo sicuri abbia dato i suoi frutti.

Visual novel: prendere o lasciare

In sostanza, questa dilogia che mischia fanservice, robot e tutto ciò che si trova nei tradizionali anime moderni, piomba nel mondo dei videogiochi con un grandissimo impatto nonostante vi siano alcuni difetti lampanti. Sono spesso mal gestiti i ritmi della narrazione, che nel caso di Extra si protrae lentamente verso un finale esplosivo, mentre in Unlimited è talmente confusa e tecnica da renderla dura da digerire in alcune fasi; in questo caso il ritmo è fin troppo frenetico (anche a causa del contesto).

L’alternanza fra i pensieri del protagonista e i dialoghi è proposta in maniera eccezionale e ci fa entrare prepotentemente nello spirito di Takeru, ma alle volte non si riesce a capire bene se quello che si sta leggendo si tratti di un pensiero o no, mancando una finestra di dialogo. L’impossibilità di poter impattare sulla psicologia e i comportamenti di Takeru, per quanto questo rappresenti un cliché delle visual novel, impedisce al titolo di esprimersi al suo intero potenziale. Questo perché impersonare un ragazzo che agisce in modo che noi non condividiamo o non capisce cose che noi invece captiamo facilmente fa perdere a livello di coinvolgimento.

Categorizzare i videogiochi per genere implica porre dei limiti e degli obblighi alle caratteristiche di questi ultimi. Riuscire a raggirare o infrangere alcuni limiti imposti da un genere e ritagliarsi un limbo può portare a risultati unici. Per quanto la storia di Muv-Luv sia scritta con cura e racconti un’esperienza potentissima a livello emotivo, la sua rappresentazione a livello videoludico poteva essere di gran lunga superiore.

Un altro esempio può essere la quasi totale assenza di cutscene, non previste nelle visual novel, che in questo caso avrebbero giovato. Tale carenza viene tuttavia nascosta da una cura estrema dei disegni e dalla quantità immane di animazioni che offrono dinamismo (oltre a numerose animazioni versione chibi, decisamente iconiche). A questo si aggiunge una colonna sonora godibile e riconoscibile e un doppiaggio stupefacente. E’ proprio il doppiaggio a emozionare e a fare un buon 70% del lavoro, mentre il restante 30% è determinato in gran parte da alcuni personaggi di uno spessore carismatico invidiabile, compresi alcuni secondari quali Mikoto o Yuuko.

Non abbiamo apprezzato la sterzata di concept avvenuta fra Extra e Unlimited, non perché sia meglio il primo rispetto al secondo (lì si entra inesorabilmente nel campo della soggettività), quanto perché un passaggio così radicale spiegato con un “ti sei svegliato in un mondo parallelo” ci è sembrata una carenza enorme di narrazione, che speriamo venga adeguatamente giustificata con Muv-Luv Alternative. Vedere ragazze a cui facevamo la corte nel primo capitolo che arrossivano dinanzi a un innocuo saluto diventare sottospecie di marine al femminile è stato scioccante. In sostanza, Muv-Luv non è esente da difetti, ma la storia e i messaggi sono talmente affascinanti da farci chiudere un occhio. Questo non cancella i difetti, ma li rende accettabili. La fama di “miglior visual novel di tutti i tempi” è forse un’esagerazione, ma giustificata.

Trofeisticamente parlando: Triple Baka!

La dilogia comprende complessivamente sedici trofei, tra cui il Platino. Come di consueto per le visual novel, sarà sufficiente selezionare determinate opzioni di dialogo per sbloccare i finali alternativi a cui sono collegati i trofei. Seguite la nostra guida per prenderli tutti.

VERDETTO

Muv-Luv è una collection che comprende i primi due capitoli di una trilogia. Il primo, Extra, racconta di uno studente e dei suoi rapporti con le compagne di classe in quello che è a nostro avviso uno dei migliori esponenti di videogiochi d’amore. Personaggi di spessore e dialoghi scritti con estrema cura riescono a emozionare anche il più glaciale dei videogiocatori, soprattutto per merito di un doppiaggio magistrale. Nel secondo, Unlimited, si ha un plot twist raccapricciante in cui dovremo comandare dei robot giganti per salvare l’umanità da un’invasione aliena. Una trama più angosciante in uno scenario apocalittico che tuttavia non viene valorizzata a dovere, ma anzi genera qualche incoerenza narrativa che alla lunga può stuccare. Un voto che deriva dalla media dei due capitoli, aspettando Alternative che ci auguriamo possa rispondere ad alcune domande rimaste aperte e chiudere una trilogia di alto livello.

Guida ai Voti

Giovanni Paolini
Catalizzatore di flame sul web e drogato seriale di fantacalcio, Giovanni vede il videogioco come un'espressione artistica piuttosto che come un mero intrattenimento privo di contenuti significativi. Per questo motivo, ripudia il 90% dei AAA e si tuffa sfacciatamente nel mercato indipendente, rimanendone il più delle volte scottato seppur senza rimorsi. Amante della musica di qualità, delle narrazioni articolate e di design ispirati, si è tuttavia mostrato fin dall'adolescenza ossessivamente attratto dai personaggi femminili antropomorfi, mistici o animati, universalmente conosciuti come waifu. Rappresenta orgogliosamente la vena toscana del Bit.