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Surgeon Simulator: Anniversary Edition – Recensione

Publisher: Bossa Studios Developer: Bossa Studios
Piattaforma: PS4 Genere: Simulazione Giocatori: 1-2 PEGI: 18 Prezzo: 10,99 €

Surgeon Simulator è certamente tra gli indie più famosi degli ultimi tempi, grazie anche e soprattutto a Youtube, che ha permesso a moltissimi giocatori di registrare le proprie catstrofiche prodezze chirurgiche e poi condividerle con il mondo intero. Mai arrivato su console prima di questa Anniversary Edition, i ragazzi di Bossa Studios hanno tentato il grande passo. Come è andata? Beh, un po’ lo abbiamo intuito ancora prima di cominciare a giocare, quando abbiamo visto un aggiornamento (anche) correttivo che per poco non pesava più del gioco stesso…

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L’allegro (e pazzo) chirurgo

Cominciamo con il descrivere il semplice quanto idiota (in senso positivo) concetto di base: voi impersonerete un chirurgo, tramite una visuale in prima persona e l’utilizzo della sua mano, e dovrete effettuare delle operazioni per nulla delicate – come trapianti di cuore, di reni, o di cervello – a dei poveri pazienti. In effetti, svolgere il ruolo del pediatra non sarebbe stato poi così esaltante, ne converrete.
Il genere è quello simulativo, che tanto va di moda ultimamente in ambito “agrario”, diciamo così, specie a livello di casual gaming: ci stiamo riferendo a FarmVille, tanto per fare un nome. Più che di simulazione in senso stretto, però, in questo caso parlerei di parodia del genere simulativo – dovendo fare un altro nome in questo ambito, quello di Goat Simulator sarebbe senza dubbio quello più indicato -, visto che le situazioni in cui ci troveremo saranno volutamente esagerate e strampalate. Speriamo, almeno: la sanità italiana non è il top, però per finire ai livelli di Surgeon Simulator ce ne vuole… O forse no?
Quello che ha reso celebre Surgeon Simulator, comunque, è il tono dalle fortissime tinte “trash”: per effettuare un trapianto di cuore, ad esempio, dovrete prima di tutto spaccare la cassa toracica del vostro paziente a martellate, per poi togliere brutalmente a mano i vari organi, come fegato o polmoni, che vi separano dal vostro obiettivo. O ancora: per sostituire qualche dente (nuova operazione introdotta in questa Anniversary Edition, insieme al trapianto di occhi) dovrete ancora una volta fare ricorso al martello, spaccando le arcate del malcapitato, incisivi e canini sani inclusi, a meno che non siate dei fenomeni in termini di precisione, e poi “attaccare” quelli nuovi. Gli sviluppatori di Bossa Studios non si sono (volutamente) formalizzati troppo, e se metterete dei molari dove invece ci andrebbero degli incisivi, non sarà un problema: a meno che il paziente non muoia, l’operazione sarà ritenuta un successo.

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Già, perché il paziente può anche lasciarci le penne, durante l’operazione. La sua barra vitale è costituita dai litri di sangue totali: una volta che il liquido rosso sgorgherà tutto fuori dalle ferite riportate al paziente, sarà “Game Over”. Ovviamente gli oggetti di “distruzione” come trapano, laser, bisturi e simili, sono la maggioranza, ma non mancano quelli utili a rimediare al danno fatto, in primis una siringa contenente una specie di anestetico che rallenterà la perdita di sangue (mentre nel caso vi pungerete voi per sbaglio, vi ritroverete ad avere la stessa visione di un hyppie in quel di Woodstock, più o meno). A spronare il giocatore a fare sempre meglio c’è anche un grado di giudizio espresso alla fine di ogni operazione, dato da quanto tempo ci avete messo e da quanto male avete fatto allo sciagurato che è capitato sotto i vostri ferri.
A complicare notevolmente le cose, c’è un controllo poco funzionale, impreciso e piuttosto macchinoso, che scade nel frustrante una volta arrivati alle ultime missioni. Con lo stick analogico sinistro muoverete la mano del chirurgo, con lo stick destro o i sensori di movimento la ruoterete, con “L2” la abbasserete, ed infine con “R1” e “R2” stringerete rispettivamente le prime due dita della mano – pollice e indice – e le ultime tre – medio, anulare e mignolo -. Trasferire una mappatura dei tasti efficente da PC a console non era cosa semplice, su questo non ci piove, ma di sicuro era possibile fare di meglio. Vi basti sapere che sarà praticamente impossibile prendere il trofeo di platino salvo esaurimenti nervosi, dal momento che sono richieste prestazioni assolutamente fuori portata proprio per via di tanta scomodità nell’operare. Aggiungeteci una fisica quantomeno rivedibile (in caso di scatti improvvisi, colpire un oggetto potrebbe significare vederlo volare al soffitto!) e contatti tra oggetti ed organi assolutamente approssimativi: avrete un quadro della faccenda che non trasuda proprio la parola “divertimento”.

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Mr. Bug, I presume

Come detto nel paragrafo precedente, i bug sono tutto tranne che assenti, in Surgeon Simulator Anniversary Edition. Oltre che nel controllo, di errori ce ne sono in quantità industriale soprattutto a livello visivo: le compenetrazioni tra poligoni, in particolare, non si contano. Oltre a questo, mentre il “tema” musicale di fondo continua ad essere assai orecchiabile, il titolo non brilla nemmeno per impatto visivo, tutt’altro: ad una prima occhiata, questo Surgeon Simulator potrebbe essere un “remaster” in HD di un dignitoso gioco PlayStation 2, assolutamente non all’altezza degli standard non solo PlayStation 4, ma nemmeno PlayStation 3. Quello che separa il titolo in questione da un’insufficienza è che comunque tutte le imprecisioni e gli errori di programmazione presenti si sposano (quasi) bene con l’atmosfera generale del gioco, che, come detto, risulta essere assolutamente fuori di testa e grottesca. Siamo un po’ dalle parti del già citato Goat Simulator e del suo memorabile trailer di lancio, che faceva dei bug, appunto, un punto di forza apertamente dichiarato, cosa che, in un mondo fatto di persone che si prendono troppo sul serio, non ci spiace affatto.

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Quello che comunque va sottolineato è che, da qualsiasi punto la si guardi, un gameplay così buggato può risultare divertente giusto per qualche ora, ma in seguito il giocatore finirà con l’esserne annoiato ed infastidito. L’ombra della noia non tarderà ad arrivare anche per un altro motivo, ossia la ripetitività di fondo: è vero, sono state introdotte le operazioni ai denti e quelle agli occhi, ma le diverse tipologie disponibili risultano essere cinque in croce, destinate a ripetersi ad oltranza, pur con il variare della location.
Si passerà infatti con l’operare in una comune sala operatoria, per poi arrivare a farlo direttamente su una barella in corsa e dentro un’ambulanza, con i vostri accessori sempre in movimento e spesso dentro il paziente stesso. Bisturi, orologi, forbici sparsi nelle interiora altrui diventeranno praticamente un cliché. Last but not least, non mancheranno luoghi e pazienti ancora più assurdi, come vedete dall’immagine poco sopra, in cui ci intrufoliamo dentro un alieno.
L’innovazione principale introdotta in questa versione di Surgeon Simulator pensata ad hoc per PlayStation 4 è, in fin dei conti, la modalità in cooperativa: molto semplicemente, un altro giocatore potrà prendere il controllo dell’altra mano del chirurgo, in modo tale da potere operare in due. Pur non venendo a mancare tutti i problemi di cui abbiamo parlato, si tratta senza dubbio di un’interessante aggiunta che aumenterà la longevità del titolo e il divertimento complessivo. Almeno per un po’. Ultima menzione spetta alla lista dei trofei, uno più scemo (e impossibile) dell’altro: una coppa virtuale per l’ottenimento prevede un trapianto di due occhi di colore diverso al paziente, un altro un trapianto di cervello “al volo”!

httpvh://youtu.be/QsCxl1uG9j4

Commento finale

Surgeon Simulator: Anniversary Edition è il gioco che tutti conosciamo, con molti difetti e pochi pregi. Tra i primi annoveriamo un comparto visivo scadente, una certa monotonia di fondo e bug sotto praticamente qualsiasi profilo. Tra i secondi invece la scemissima idea di fondo, l’inedita modalità cooperativa e bug sotto praticamente qualsiasi profilo. Già, perché diversi errori tecnici sembrano quasi messi apposta per rendere più grottesco il tutto, riuscendoci, tra l’altro, e strappandovi pure qualche risata, a meno che non abbiate il trofeo di platino come obiettivo (in questo caso, vivissimi auguri). Un prezzo accessibile salva il titolo Bossa Studios dall’insufficienza.

6/10

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Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.