Primo PianoWarhammer 40.000: Deathwatch - Recensione

Warhammer 40.000: Deathwatch – Recensione

Publisher: Funbox Media  Developer: Rodeo Games
Piattaforma: PS4 Genere: Strategia Giocatori:PEGI: 12 Prezzo: 54,99 €

Quando parliamo dell’universo di Warhammer, parliamo di una serie di contenuti videoludici di spessore non indifferente. Il suddetto marchio ci ha regalato moltissimi titoli, tra i più disparati nel loro genere, alcuni ben fatti, altri un po’ meno. Lo scorso 24 febbraio è uscito l’ennesimo titolo della saga, il progetto in questione si chiama Warhammer 40.000: Deathwatch. Il gioco non è altro che il porting su console della versione uscita per dispositivi smartphone qualche anno prima. Lo abbiamo analizzato per portarvi le nostre opinioni.

Tra le stelle… una minaccia

Warhammer 40.000: Deathwatch ci porta tra i pianeti dello spazio profondo, più precisamente in un settore dello spazio imperiale in cui incombe una minaccia pericolosissima. Il quadrante è infatti minacciato dagli spietati Tyranid, una razza aliena intenta a scacciare l’impero da quel settore e impadronirsene.

In Deathwatch impersoneremo quindi una squadra di Space Marine, proveniente appunto dalla divisione Deathwatch, intenta a difendere il suddetto settore. In più di 40 brutali missioni dovremo destreggiarci per riuscire a sopravvivere e completare i vari obiettivi per riuscire a liberare la galassia dagli invasori.

Alle armi!

Come già detto, in Deathwatch comanderemo una piccola unità formata da cinque soldati ognuno con una specifica funzione all’interno del gruppo. Dalle profondità delle navi aliene fino ai grandi e aridi asteroidi ci troveremo ad affrontare livelli con obiettivi sempre diversi in cui dovremo dare fondo a tutte le nostre tattiche ed energie per riuscire a completare lo stage ed arrivare al punto di estrazione. Prima di iniziare la campagna, il sistema ci mette davanti a un prologo facoltativo della durata di quattro missioni, che ci illustra i vari comandi base, le varie azioni che potremo compiere e ci mostra alcuni scenari che potremo trovare nelle missioni della storia principale. I controlli all’inizio non saranno subito intuibili e facili da comprendere ma avremo bisogno di un po’ di dimestichezza per apprenderli a pieno.

La nostra squadra… la migliore squadra!

Essendo il titolo uno strategico a turni, il perno del gioco si focalizza tutto sulla nostra unità. Questa sarà formata da cinque sanguinari combattenti. Ogni soldato all’interno del gruppo potrà avere un ruolo differente a seconda della nostra tattica di gioco che utilizzeremo. All’inizio di ogni livello ci verrà chiesto di scegliere i membri del gruppo che faranno parte della missione, badate che la scelta non sarà semplice. La strategia migliore sopratutto nelle difficoltà elevate è quella di diversificare il nostro approccio a seconda di cosa affronteremo. Il titolo mette a disposizione oltre quaranta tipi di soldati, ognuno con una peculiarità che lo contraddistingue. Partendo dai soldati semplici potremo arrivare ad usare unità di livello avanzato come le guardie sanguinarie oppure i maestri delle reliquie. Le varie unità si potranno sbloccare completando i vari livelli della storia. Questi ci daranno anche alcune carte che andranno a potenziare e arricchire il nostro arsenale.

Una tattica accurata

Una volta iniziato il livello, la solita voce fuori campo ci aggiornerà sulla situazione in cui ci troveremo e ci illustrerà i vari obiettivi che dovremo portare a termine per poter completare la missione. Ogni turno sarà composto da quattro azioni chiamate “Action Point” o più brevemente AP. Le AP saranno limitate per ogni nostro Space Marine a disposizione. Essendo il titolo formato da una griglia di caselle ogni qualvolta ci muoveremo all’interno dello scenario, in base ai passi fatti i nostri AP si consumeranno. Ogni movimento o ogni azione di attacco costerà 1 AP quindi avendo 4 AP a disposizione per personaggio, le nostre scelte saranno limitate e dovremo scegliere se alternare turni di sole mosse di movimento o turni di attacco. Come detto sopra, ogni classe avrà una specifica caratteristica che la contraddistingue e ovviamente alcune debolezze. Un esempio possono essere i classici soldati che avranno un raggio di attacco molto ampio e potranno colpire i nemici da molto lontano ma saranno deboli ad attacchi ravvicinati oppure le unità avanzate che potranno usare anche attacchi corpo a corpo ma saranno più deboli a distanza.

Modalità Overwatch

Una particolare abilità di ogni Space Marine è quella della modalità Overwatch. Questa non è altro che una sorta di “modalità vedetta”, dove il soldato designato resterà fermo nel punto dove è stata attivata l’abilità e ogni qualvolta un nemico spuntasse nel raggio di azione del marine questo inizierà a sparare automaticamente per tentare di ucciderlo. Overwatch consuma tutti gli AP del combattente se localizza e uccide il bersaglio. Badate anche che l’attivazione di questa modalità non consente poi di spostare il marine fino al prossimo turno. Nello scenario sarà presente la classica nebbia di guerra per evitare di farci scoprire le tattiche del nemico, questa sparirà nel momento in cui ci muoveremo nella mappa. Infine una volta completate le nostre mosse e passata la mano al nemico non dovremo far altro che aspettare e vedere quale subdolo mezzo userà contro di noi per cercare di metterci in difficoltà. Bisogna dire che nonostante il sistema di gioco ben fatto, le meccaniche piuttosto semplici potrebbero risultare poco motivanti a costruire una strategia sempre nuova ed alla lunga potrebbero stancare.

Un arsenale di tutto rispetto

Un aspetto bello e appagante di Deathwatch è quello delle ricompense di fine partita. Ogni volta che finiremo uno stage, oltre ai classici punti esperienza che faranno salire di livello le nostre unità, il sistema ci darà delle ricompense che potranno essere lo sblocco di una determinata classe oppure delle carte che conterranno armi e potenziamenti per arricchire il nostro arsenale. Ogni carta sbloccata andrà a confluire nell’inventario che potremo visualizzare nel menù principale. Le carte da collezionare sono moltissime, queste sbloccheranno nuovi armamenti e upgrade per le classi dei nostri personaggi rendendoli più forti, più versatili e più adatti a missioni con difficoltà elevate. Un ultimo appunto va fatto sul comparto visivo. I modelli poligonali non sono nuovissimi ma grazie al Unreal Engine 4 usato dagli sviluppatori, il titolo risulta molto bello e godibile da giocare. L’atmosfera sempre molto cupa che caratterizza gli scenari rispecchia in ottimo modo lo spazio profondo. Un appunto purtroppo negativo va fatto sulle mappe di gioco. Queste saranno monotone e povere di particolari ed alla lunga potrebbero inasprire l’esperienza di gioco.

Trofeisticamente parlando: deathwatch all’attacco!

Warhammer 40.000: Deathwatch conta 38 trofei di cui 2 ori, 19 argenti ed il resto bronzi, più il classico platino. La maggior parte dei trofei sono concentrati sul collezionare le varie armi, far salire di livello i nostri Space Marine e completare alcuni obiettivi secondari nelle missioni della storia. Per ottenere il platino tanto ambito dovremo quindi dedicare un tempo non indifferente al gioco, sopratutto perché le missioni con difficoltà elevata saranno molto tediose e complesse da portare a termine.

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Simone Giunta
Per gli amici "ZioSimo". Adora informarsi su tutto il mondo dell'informatica e dei videogiochi, ma apprezza anche serie TV, film e anime. Predilige qualsiasi videogame dove ci sia un minimo di logica e, per concludere, spera di diventare un avvocato, dato che si sta laureando in giurisprudenza (a tempo perso).