Primo PianoBattlefield 4 - Recensione

Battlefield 4 – Recensione

Publisher: Electronic Arts Developer: DICE
Piattaforma: PS3 (dal 29/11 anche su PS4) Genere: FPS Giocatori: 1 (Online PS3: 2-24; Online PS4: 2-64) PEGI: 18

La serie di Battlefield negli ultimi anni si è guadagnata, a suon di ottimi titoli, una fetta di utenza sempre maggiore, a discapito del rivale per eccellenza, Call of Duty, che con il primo Modern Warfare, sviluppato da Infinity Ward, fece pensare ad un dominio lungo una generazione intera di console. Così evidentemente non è stato, perché Electronic Arts e DICE hanno saputo prima affiancare e poi superare il nemico (videoludico). D’altra parte, quel palazzo che crolla nel bel mezzo di una partita online con 60 e più giocatori, ce lo abbiamo in mente un po’ tutti… Ma Battlefield 4 avrà saputo mantenere in toto le promesse fatte? E soprattutto, dovremo aspettare PlayStation 4 per vedere il VERO Battlefield?

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Colpo grosso al drago rosso

Sostanzialmente due sono le modalità principali di Battlefield 4, che poi si ramificano in una manciata di varianti ed esperienze diverse, una offline e una online. La prima è la classica “Campagna”, che vede il videogiocatore catapultato in una serie di missioni legate tra loro da un filo narrativo. Nello specifico, in Battlefield 4 impersoneremo il soldato Daniel “Reck” Recker, membro della squadra Tombstone, in un contesto geograficamente collocato nelle principali città di Medio ed Estremo Oriente (Baku e Shangai, tanto per fare due nomi).
La location è, come logica vuole, frutto di una scelta legata alla trama: ci troveremo infatti, in qualità di forze statunitensi, a dovere mettere freno al caos dilagante scoppiato per un colpo di stato nella Repubblica Popolare Cinese. In perfetto stile Guerra Fredda, i russi hanno deciso di fare fuori – proprio fisicamente – l’esponente politico cinese più disposto al dialogo con l’Occidente, e di rimpiazzarlo con l’ammiraglio Chang, che proprio non resisterà alla tentazione di diventare l’antagonista principale di questo Battlefield 4. Last but not least, saranno proprio gli Stati Uniti ad essere incolpati (una volta tanto ingiustamente…) di quanto accaduto, ed è proprio a questo punto che entriamo in gioco noi, nei panni, prevalentemente, del buon Reck.
Pur essendo molto spettacolare e praticamente mai noiosa (anche perché quando la durata dell’avventura è di cinque, sei ore, è oggettivamente difficile fare in tempo ad annoiare), il single player risulta il punto debole dell’intero gioco. Se infatti vi divertirete nel completare le diverse missioni, alla fine avrete la forte sensazione che niente, dentro, vi sia rimasto, soprattutto a livello emotivo. A questo contribuiscono in maniera decisiva dei personaggi poco profondi, poco caratterizzati, e uno sviluppo della trama che, pur partendo da premesse allettanti, di interessante ha poco e niente, e finisce con il non avere nemmeno nessun risvolto o riflessione degni di nota.

Da quest'immagine vi sembra che l'atmosfera del Single Player di Battlefield 4 sia stimolante? Le apparenze ingannano...
Da quest’immagine vi sembra che l’atmosfera del Single Player di Battlefield 4 sia stimolante? Le apparenze ingannano…

Battlefield 4, insomma, assomiglia un po’ troppo al classico polpettone contemporaneo hollywoodiano, che puntualmente finisce con l’essere il solito, sterile prodotto ad alto budget dotato di molta professionalità, ma nessuna sperimentazione artistica. Per fare un esempio: più che uno “007 Skyfall”, dove gli effetti speciali erano sì consistenti ma la trama e la regia si rivelavano ottimi a loro volta, la modalità single player di questo Battlefield è più un “Fast & Furious” a vostra scelta, ossia un film con effetti speciali eccelsi ma misero sotto quasi ogni altro profilo.
Come detto, a (non) migliorare la situazione è la longevità, bassa anche se in media con molti degli altri FPS sul mercato. A migliorare leggermente la situazione, c’è una rigiocabilità potenzialmente buona, considerando la presenza di collezionabili, e di un punteggio assegnatovi alla fine di ogni missione in base alla vostra prestazione bellica, migliorabile di volta in volta grazie ad una conoscenza sempre maggiore della missione da affrontare.
Nessun grande stravolgimento a livello di gameplay, Battlefield è il solido FPS che tutti conosciamo: i fan della serie si troveranno subito a proprio agio in questo nuovo capitolo, mentre i nuovi adepti dopo avere macinato qualche ora di gioco non potranno che apprezzare la connotazione tattica e strategica pensata dagli sviluppatori per il proprio titolo. Forse anche più che in passato, visto che questo quarto capitolo sembra più “clemente” rispetto ai predecessori, permettendo un’entrata più rapida nei meccanismi della simulazione bellica. Una menzione spetta anche all’approccio stealth, più efficace rispetto al passato più prossimo.

httpvh://www.youtube.com/watch?v=lcOxhH8N3Bo

Non c’è poi molto da dire nemmeno sul lato tecnico: la grafica del gioco è stata oggetto di miglioramenti, anche se i passi in avanti fatti rispetto al predecessore non sono poi troppi, e qualche sporadico pop up o effetto screen tearing non manca. DICE, comprensibilmente, ha preferito dare il massimo su PlayStation 4, riadattando il lavoro svolto per la potenza di calcolo inferiore di PlayStation 3, che comunque sarà capacissima di soddisfare (e, ancora una volta, stupire) moltissimi giocatori. Sul lato sonoro, Battlefield 4 offre una serie di brani che ben si adattano al contesto bellico di appartenenza, offrendo un doppiaggio in italiano di buon livello. Ciliegina sulla torta e sintomo di buon gusto risulta essere Total Eclipse of the Heart di Bonnie Tyler, che “apre”la prima missione.

L’evoluzione si chiama Levolution

L’altra modalità, quella online, è invece il pezzo forte del titolo, oltre ad essere il principale motivo dell’acquisto per molti. Partiamo con il descrivere le diverse “discipline”. Troviamo alcune vecchie conoscenze come Conquista, Corsa, Deatmatch a squadroni, Deathmatch a Squadre e Dominazione, sulle quali è inutile dilungarsi, e il ritorno della modalità “Comandante”, che vi consentirà di avere il ruolo di vero e proprio stratega della vostra squadra (in Battlefield 4 potrete svolgere questo compito, udite udite, addirittura da un tablet!).

Il tratto più spettacolare del sistema Levolution, un grattacielo che crolla. Una rivoluzione per gli FPS tutti?
Il tratto più spettacolare del sistema Levolution, un grattacielo che crolla. Una rivoluzione per gli FPS tutti?

Ciò che risulta degno di maggior interesse sono invece due modalità assolutamente inedite: “Obliteration” e “Defuse”. La prima prevede un “random respawn” di una bomba che dovrà essere piazzata dalle due squadre in una delle tre postazioni nemiche a disposizione. La seconda, invece, risulta estremamente spietata verso i giocatori, dal momento che non prevede né i classici mezzi armati tipici della serie né alcun tipo di respawn.
La vera rivoluzione e l’autentico salto in avanti, sia per il brand sia per il genere degli FPS in generale – speriamo -, è però costituito dal Levolution, ossia il sistema che garantisce in maniera dinamica l’evoluzione della mappa stessa, con pesanti ripercussioni a livello di gameplay. Nel caso del già citato grattacielo caduto, vi troverete a combattere in una mappa piena di detriti e polvere, ad esempio; in un’altra mappa, delle dieci disponibili, avrete la possibilità di fare schiantare sulla costa un enorme incrociatore, così da cambiare la morfologia del campo di battaglia; terzo caso, forse il più interessante anche se meno spettacolare, potrete fare saltare una diga per inondare un’intera città: questo farà sì che gli edifici diventino vere e proprie “isole” con ripari e protezioni proprie, rendendo il tutto molto più tattico.

Il multiplayer di Battlefield 4 è tra i migliori di questa generazione e non solo, malgrado la versione PS3 sia inferiore rispetto a quella PS4, soprattutto in termini "numerici"
Il multiplayer di Battlefield 4 è tra i migliori di questa generazione e non solo, malgrado la versione PS3 sia inferiore rispetto a quella PS4, soprattutto in termini “numerici”

Qualitativamente, dunque, l’evoluzione rispetto al precedente capitolo c’è tutta. Ma. C’è un “ma”. La versione presa in esame per questa recensione è quella per PlayStation 3, nata in condizioni di inferiorità palese rispetto a quello che Battlefield 4 sarà su PlayStation 4. Se fosse solo una questione di ridimensionamento grafico o tempi di caricamento, non ce ne faremmo un problema. Il punto però è che le lacune della versione PS3 rispetto a quella PS4 toccano un fattore fondamentale online, quale è il numero di giocatori presenti in una partita. Il numero massimo nelle versioni current-gen di giocatori online è di 24, sulle versioni next-gen la cifra sale esponenzialmente fino a 64. Inutile stare a sottolineare che la differenza si nota tantissimo, specie non potendo non notare che certe mappe sono state concepite per più di 60 giocatori e non per poco più di venti.

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Commento finale

Battlefield 4 per PS3 risulta essere tra i migliori FPS di questa generazione: DICE ha svolto un grande lavoro per quanto riguarda l’online, anche se nella “Campagna” offline era lecito aspettarsi molto di più. Il problema principale, comunque, consiste nel fatto che Battlefield 4 è un “FPS di questa generazione” fino a un certo punto, tanto è vero che tra meno di un mese ne arriverà una nuova versione per la prossima generazione di console, e sarà quella la versione che ci mostrerà il VERO Battlefield 4, con più di 60 giocatori pronti a darsi battaglia in immense mappe dinamiche. Di conseguenza, l’esperienza ludica su PS3 risulta limitata.
Il consiglio è di cominciare a giocare comunque su PS3 per poi passare alla versione PS4: lo potete fare spendendo solo una decina di euro grazie a degli accordi tra Sony e Electronic Arts, e così facendo, con un po’ di “gavetta”, sarete pronti più degli altri per la distruzione totale.

8/10

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Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.