Publisher: Sony Computer Entertainment Developer: Naughty Dog
Piattaforma: PS4 Genere: Action/Adventure Release Date: 10 maggio 2016

Siamo stati ospiti degli amici di Sony PlayStation per provarlo. Sì, circa un mese prima dell’uscita, in anteprima, abbiamo messo mano al single player di Uncharted 4: Fine di un Ladro, killer application che potrebbe valere da sola il prezzo del biglietto chiamato “PlayStation 4”. A dispetto di quanto fatto da tutti qualche tempo fa con l’Open Beta del multiplayer, abbiamo avuto la fortuna di saggiare con mano il cuore dell’ultima fatica Naughty Dog, quello totalmente offline. E siamo rimasti a bocca aperta.

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L’atto finale

Premessa: il rinfresco prevedeva birra in maniera totalmente gratuita, ma siamo stati ligi e zelanti rispetto al nostro dovere e mentre giocavamo alla demo eravamo assolutamente lucidi e sobri – quello che è capitato dopo, signori, è un’altra storia, di cui forse un giorno parleremo. Forse. Puntualizzata dunque la faccenda, siamo stati introdotti nell’atmosfera di gioco da una presentazione tenutasi da parte di Ricky Cambier e Arne Meyer di Naughty Dog nell’incantevole Salone dei Tessuti in quel di Milano.
I primi punti toccati sono stati quelli “storici”, sotto due aspetti. Il primo, quello relativo alla serie: per chi non lo sapesse ancora, infatti, Uncharted 4: Fine di un Ladro sarà il capitolo conclusivo della saga. E’ vero, era stata detta la stessa cosa per il terzo episodio, ma abbiamo motivo di credere che questa “sia la volta buona” (ahinoi). Il secondo, invece, quello assoluto: come chi ha giocato almeno un capitolo saprà, ogni episodio di Uncharted comincia con un mistero o, comunque, con situazioni non troppo trasparenti, spesso ambientate secoli fa. Uncharted 4 non fa eccezioni, e prende le mosse dalla comparsa, improvvisa, del fratello di Nathan, all’anagrafe Sam, che proporrà al nostro la risoluzione di un caso rimasto in archivio da ormai troppo tempo. Si tratta del ritrovamento del tesoro di Henry Avery, mitico – ma realmente esistito – pirata del diciassettesimo secolo: ecco dunque Nathan, il fratello Sam e l’irreprensibile Sully partire alla scoperta di Libertalia, leggendaria colonia fondata da un gruppo di pirati, che si pensa sia durata circa venticinque anni, nell’entroterra del Madagascar. Non mancherà chi, anche in questo caso, non vorrà fare altro che metterci i bastoni tra le ruote, e a detta degli sviluppatori, il dinamico duo che si è già intravisto in qualche trailer – come quello riportato in calce all’articolo, nell’ultima pagina – è il nemico più “attrezzato” dell’intera saga.

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Mi chiamo Henry Avery, e questa è la mia storia

Avery, dopo essersi ammutinato insieme all’equipaggio e avere preso il controllo della nave – la Charles, poi ribattezzata da lui stesso Fancy – sulla quale era “soltanto” un ufficiale in seconda, diventa capitano e al grido, si dice, di “Ora sono io il capitano di questa nave, sono diretto verso il Madagascar per fare fortuna per me e per tutti gli uomini che mi seguiranno!” inizia a tutti gli effetti la sua carriera da protagonista nella Storia, con la “S” maiuscola. Ancor prima di arrivare a destinazione, quel Madagascar che gli consentirà di ottenere denaro, tessuti e spezie per via delle tratte dei pellegrini, Avery saccheggia tre navi inglesi e due danesi, ma la preda che consegna il pirata alla leggenda è la Ganj-i-Sawai, la punta di diamante della flotta del Gran Mogol, guidata da Muhammed Ibrahim. Su questa nave Avery, tra le altre cose, trova la figlia del Gran Mogol, la sposa (con conseguente ira furiosa del padre) e nessuno può permettersi di toccarla: ben diversa sorte toccherà alle altre superstiti, che saranno oggetto dei peggiori crimini, come ricorderà successivamente un pirata arrestato. Breve ma intensa, ed inoltre assurdamente redditizia, la sua vita da pirata, visto che il tesoro da lui accumulato è tra i più grandi che il sentire umano ricordi. Di sicuro ricercato, forse morto in povertà, certamente mai catturato e forse, chissà, truffato a sua volta, la fama di Avery finisce nell’immensità del mare da lui a lungo navigato, con qualche comparsa in diverse commedie (e in un videogioco, a breve) a tenerne vivo il ricordo nei posteri.

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