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Two Point Campus – Recensione

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two point campus

Nonostante ad agosto le scuole siano chiuse, siamo andati in università per realizzare la recensione di Two Point Campus. Il nuovo gestionale di Two Point Studios approda finalmente su PlayStation, pronto a far divertire milioni di appassionati del genere. Venite con noi tra i banchi di scuola per scoprire quali siano i migliori corsi da seguire nella contea di Two Point.

Dalle corsie ai dormitori

Sembra ieri che uscivamo dal nostro ultimo ospedale, trasformati ormai in perfetti manager. La pubblicazione di Two Point Hospital però risale a ben quattro anni fa. Nel 2018 il team di Two Point Studios portava su console un gestionale divertente, appagante e maturo. L’esperienza di veterani provenienti dagli studi di BullFrog, Muckyfoot e Lionhead aveva permesso di dar vita al degno erede del mitico Theme Hospital. Da quel giorno, di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, portando con sé anche numerosi DLC. Il percorso tra le corsie d’ospedale era però in via di conclusione, dunque urgeva un cambio di rotta.

Non stupisce quindi un passaggio dai malati agli studenti, con l’annuncio di Two Point Campus. Il tema portante di questo nuovo gestionale è infatti la vita universitaria. Non solo corsi e docenti ma anche di relazioni tra studenti. Proprio come nella loro precedente opera, i ragazzi di Two Point Studios non si perdono in fronzoli o trame articolate. I giocatori vengono gettati subito nel vivo dell’azione. L’incipit vede noi, novelli rettori, desiderosi di avviare una serie di università di successo. Per farlo però è necessario partire dal basso. Si inizia da città con poche pretese, per diventare con il tempo delle star dell’educazione. Questa sfida si traduce concretamente nella gestione di dodici diversi campus, ognuno con specifiche tematiche.

Senza troppo rivelarvi della lucida follia che pervade Two Point Campus (e che già era ben visibile nel suo predecessore ospedaliero), possiamo dirvi che gli studenti dovranno diventare spie, cuochi e scienziati. In tutto questo non mancano possibilità di rilassarsi. Ci si può iscrivere a qualche confraternita oppure dedicarsi allo sport. Non manca nemmeno, come vedremo, la possibilità di stringere legami sia d’amicizia che amorosi. Tutto, quindi, ricorda in maniera incredibilmente fedele una vera università, composta sia da corsi e strutture che da persone reali, con desideri e sentimenti.

Architetto e psicologo

Tutto quello che abbiamo descritto nella nostra prosaica introduzione si condensa in un gestionale di stampo classico. Il titolo prende ovviamente spunto da Two Point Hospital, modificando però alcuni dei suoi aspetti peculiari. Il primo e più evidente cambiamento è legato al tema. Two Point Campus è come detto incentrato sulle università. Non stupisce quindi che la gestione non sia più strutturata in mesi ma piuttosto in anni scolastici. All’inizio di ogni ciclo viene chiesto al giocatore d’implementare una serie di strutture, fondamentali per l’educazione degli studenti. Una volta completata la costruzione, è possibile avviare un nuovo anno, attirando studenti desiderosi di apprendere.

Oltre alle aule dedicate alle lezioni, è possibile poi creare una serie d’infrastrutture. Queste sono volte a rendere più interessante la vita universitaria degli iscritti. Il dormitorio permette di riposarsi, la biblioteca di approfondire la propria conoscenza e le sale relax di staccare la spina tra un corso e l’altro. Inutile dire che in tutto questo non abbiamo ancora citato l’elemento più importante: le persone. Oltre a dover creare un’università accattivante per attirare studenti, il giocatore è chiamato ad assumere insegnati pronti a trasmettere la loro conoscenza. Indispensabili anche gli inservienti, in grado di tenere il nostro ateneo pulito e in ordine. Ognuno di questi soggetti, diversamente dagli studenti che affluiscono liberamente e in maniera casuale, può essere scelto sulla base di criteri quali stipendio e abilità.

Fin qui i giocatori storici di Two Point Hospital potrebbero pensare che si tratta di un more of the same, con un semplice cambio di tematica. Si tratta di un’affermazione parzialmente vera. Decade infatti nel momento in cui si approfondisce maggiormente la gestione delle persone, piuttosto che dell’università vera e propria. Sotto questo aspetto, infatti, Two Point Campus dimostra tutta la sua forza.

Compagni di banco

Il passaggio alla vita scolastica ha permesso al team di Two Point Studios d’implementare un nuovo elemento da gestire, ossia i desideri degli allievi. Mettiamo in chiaro fin da subito che non siamo di fronte a un’imitazione di The Sims. I rapporti interpersonali e più in generale l’aspetto umano restano comunque marginali. Anche così, comunque, tutto risulta implementato alla perfezione in meccaniche già collaudate e ben oliate, quali sono quelle di costruzione e creazione dell’università. Selezionando i singoli studenti è possibile scoprirne stato d’animo e desideri da soddisfare per aumentarne la felicità. Alcuni potrebbero volere posti in cui relazionarsi, altri semplicemente aree in cui rilassarsi.

Soddisfare i bisogni significa avere studenti felici, in grado di lavorare al meglio e aumentare così il prestigio del nostro campus. Ogni elemento risulta così correlato, creando un vero e proprio simulatore di vita universitaria, che tocca ogni aspetto di questo mondo. Gli studenti possono stringere amicizie tra loro e persino innamorarsi. Il giocatore, nel mentre, segue tutto dall’alto. La consueta visuale isometrica permette rotazioni di telecamera e zoom per controllare ogni aspetto con tranquillità. In tutto questo non ci si dimentica della praticità. Two Point Campus si rivela infatti estremamente semplice anche con un pad alla mano, con un sistema di costruzione identico a quello visto nel precedente capitolo. In pochi istanti è possibile creare stanze piene di oggetti, pronte per accogliere docenti e allievi.

L’accessibilità è uno dei più grandi punti di forza di Two Point Campus. Il team si è impegnato a fondo per creare un prodotto dall’elevata scalabilità, che permette a chiunque di avvicinarsi al genere dei gestionali. Che siate giocatori esperti che escono da migliaia di ore di Sim City oppure neofiti che si avvicinano per la prima volta a questo mondo, non ci sono (o quasi) mosse che distruggeranno il vostro lavoro. Un minimo di attenzione permette di creare strutture incredibilmente popolose e perfettamente funzionanti. Inutile dire che questo regala un’enorme soddisfazione. Non mancano comunque sfide secondarie e momenti più intensi, che faranno felici anche chi ama impegnarsi maggiormente.

Laureato in tuttologia

A livello tecnico, Two Point Campus ripropone tutti gli elementi che hanno fatto la fortuna del capitolo ospedaliero. Le sensazioni, DualSense alla mano, sono ottime. I controlli sono d’immediata comprensione e la creazione di strutture risulta semplice e rapida. L’accessibilità è totale, con anche la possibilità di modificare alcune funzioni dal menu opzioni. Piccola chicca, la possibilità di aumentare la dimensione del testo a schermo. Per il resto, l’interfaccia è pressoché uguale a quella proposta in Two Point Hospital. Le levette analogiche sono dedicate a movimento e rotazione della telecamera, i grilletti allo zoom e tasti frontali alle azioni.

Il gioco risulta incredibilmente fluido. Gli occasionali rallentamenti e un paio di piccoli bug verranno gestiti dall’immancabile patch al day one. Anche così, comunque, il risultato ottenuto dal team è più che eccellente. Una trasposizione pressoché perfetta, che non fa rimpiangere in alcun modo mouse e tastiera. Altrettanto di qualità il comparto grafico, con il consueto aspetto cartoon e uno humor “inglese” unico nel suo genere. Osservare le lezioni, gli sport e in generale l’animosità del campus è una vera e propria gioia per gli occhi. A volte si rischia persino di perdersi ad ammirare il gioco in movimento, dimenticandosi della gestione. Di livello altrettanto alto il sonoro, che propone il consueto mix di tracce melodiche che vi si pianteranno nel cervello. Fischietterete i motivetti anche a console spenta, li metterete come suoneria e non vedrete l’ora di sentirli di nuovo dal vivo. Unica pecca, il doppiaggio solo in lingua inglese, che toglie un pizzico di fascino al tutto. Eccellente invece la localizzazione di tutti i testi in italiano.

Chiudiamo come di consueto la nostra recensione parlando della longevità. Two Point Campus si porterà via un’enorme fetta del vostro tempo libero. Terminare la campagna principale richiede già di per sé una discreta quantità di ore, ma non basta. Nel gioco sono infatti presenti varie modalità, che permettono di modificare l’esperienza. Personalizzare la sfida, ancora una volta, garantisce un’accessibilità pressoché totale.

Trofeisticamente parlando: Platino da 110 e lode

Al momento della pubblicazione, la lista trofei di Two Point Campus non è ancora visionabile. Nonostante questo, siamo certi che come da tradizione, pur non essendo eccessivamente punitiva, richiederà un grande dispendio di tempo per essere completata. Come nel precedente capitolo, anche in questo elenco è probabile che trovino spazio coppe legate alla campagna principale e tante sfide di miscellanea da portare a termine mentre si gestiscono le varie università. Niente d’impossibile, ma anche i cacciatori più abili dovranno mettere in conto una cinquantina di ore per ottenere il Platino universitario con bacio accademico.

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
9/10
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Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.