MobileJack Daniel’s lancia un'applicazione in AR per scoprire la sua storia

Jack Daniel’s lancia un’applicazione in AR per scoprire la sua storia

Jack Daniel’s ha una storia da raccontare, unica, originale, ricca di tradizione e speranza. E’ quella che ha contribuito a renderlo uno dei brand più iconici. Per andare ancora più a fondo e scoprirne ogni dettaglio, dal processo produttivo alla storica distilleria di Lynchburg, Jack Daniel’s ha progettato un’applicazione dedicata, con tecnologia AR (realtà aumentata), per portare tutti i consumatori in Tennessee.

Attraverso Jack Daniel’s AR Experience, disponibile gratuitamente per piattaforme iOS e Android, è possibile realizzare un viaggio virtuale nella Jack Daniel’s Distillery attraverso una serie di pop-up che richiamano lo stile dei diorami, un percorso impreziosito di contenuti che offrono un’esperienza coinvolgente ricca di storie e immagini, in un modo che è unicamente quello di Jack. 

Una volta scaricata, sarà sufficiente puntare la fotocamera davanti l’etichetta di una bottiglia di Old N° 7 per far partire la magia e scoprire animazioni, i racconti della voce fuori campo e tutte le storie che hanno reso, in oltre centocinquanta anni, Jack Daniel’s il whiskey più celebre al mondo. Dall’acqua di sorgente utilizzata per produrre ogni goccia di Jack al processo di distillazione, e così via fino all’imbottigliamento. 

L’esperienza di Jack Daniel’s AR Experience è divisa in tre parti uniche: all’apertura dell’applicazione, l’etichetta anteriore di Old N° 7 si anima diventando la scenografia di una versione in miniatura della distilleria, in cui addentrarsi per scoprirne la struttura. Il secondo scenario disponibile è dedicato alla spiegazione passo dopo passo del processo di creazione del Tennessee Whisky. Il terzo, infine, è interamente dedicato alla storia e alle leggende su mister Jack.

Per sviluppare l’app, Jack Daniel’s ha collaborato con Tactic, azienda con sede a San Francisco specializzata nella produzione di esperienze avvolgenti.

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Maria Enrica
Grata dal 1994 ai videogiochi per sopperire a pigrizia e mancanza di fantasia, è stata svezzata da mamma Nintendo, allevata da Sony fin dalla prima PlayStation, cresciuta con un pad in mano e il Game Boy Advance nell'altra. Laureanda in Lettere classiche, avversa ai videogiochi in digitale, sogna per questo una casa dove custodire una collezione degna di tale nome.