Piattaforma: PS4 Genere: Puzzle / Adventure Release Date: 2015
“Non fate spegnere quella luce, ma vegliatela come cosa preziosa e lasciatela dilatare. In questo espandersi della luce risiede l’unico grande gioioso senso della vita di ogni uomo.”
Lev Tolstoj
Sono veramente innumerevoli gli scrittori, i registi, i filosofi, i musicisti o più recentemente, perché no, i game designer che si sono interrogati sul senso della vita. Mai nessuno ha potuto offrire la garanzia di dare una risposta certa ai propri ascoltatori: indiscutibile però è il fatto che un quesito del genere goda e godrà sempre, fino a che vita ci sarà, di un fascino intramontabile, a prescindere dal fatto che ad una conclusione si arrivi o meno. Una perla abbagliante come Toren sembra essere il prossimo esponente del nostro medium preferito a tentare l’azzardo. E noi siamo qui a parlarvene, perché portare alla luce titoli che non siano blockbuster, quando così promettenti ed intriganti, è praticamente un dovere professionale. Con buona pace dei 1080p, dei 60fps, del free roaming, del 3D e del gioco online, tanto per citare cinque delle componenti più inutili che il mondo videoludico odierno ci costringe ad ingurgitare.
Se sai solo di videogiochi, non sai nulla di videogiochi
Perché un’introduzione tanto “carica” per quello che potrebbe essere semplicemente un altro indie come i tanti – troppi – che affollano il mercato? Perché, tanto per cominciare e a testimoniarvi che del tutto fuori strada il sottoscritto non sta andando, Toren è stato oggetto della Lei Rouanet o Cultural Incentive Law, la legge nazionale brasiliana (gli sviluppatori, i ragazzi di Swordtales, sono un piccolo studio che ha sede proprio in Brasile) che incentiva la diffusione della cultura. Solitamente a godere di questo privilegio sono media di maggior prestigio, almeno nella concezione più comune e limitata, come musica, teatro e cinema: questa volta, invece, è stato il turno di un videogioco.
Inoltre, grazie all’appuntamento concesso a PlayStation Bit in quel della GamesCom di Colonia, il sottoscritto ha potuto scambiare due parole con chi ha messo mano al codice del titolo, lo ha pensato, ci ha “perso” dietro del tempo. Proprio grazie ad una chiaccherata con un ragazzo di Swordtales, ho avuto modo di apprendere meglio quali siano state le principali fonte d’ispirazione per procedere alla creazione di Toren: un ruolo determinante nello sviluppo, ancora in corso, è stato quello di Fumito Ueda, che vanta nel suo curriculum titoli che hanno segnato in maniera indelebile il mondo dei videogiochi, quali Ico e Shadow of the Colossus, più o meno recentemente rimasterizzati in versione PlayStation 3.
Ma come facilmente deducibile dal titolo del paragrafo, non solo di videogiochi si è parlato: con sommo piacere del sottoscritto, alle basi di questo promettentissimo indie ci sono anche registi del calibro di Guillermo del Toro (Il labirinto del fauno, oltre al prossimo Silent Hills, in collaborazione con Kojima) e di Hayao Miyazaki, fondatore dello Studio Ghibli (La città incantata, Ponyo sulla scogliera, Il mio vicino Totoro), da poco andato in pensione per il dispiacere di tutti i cinefili.
Last but not least, non poteva mancare anche un riferimento letterario: Toren infatti ha la struttura di un poema il cui titolo però non è mai stato (o non ancora) svelato. In ogni caso, il filone è quello del principe che deve salvare la principessa, rinchiusa in un torre. Ecco però il repentino cambio di prospettiva che ti coglie di sorpresa: il giocatore assume il controllo della prigioniera, che, impaziente per il mancato arrivo del proprio salvatore, decide di costruirsi da sola la propria via di fuga, tentando di fuggire dall’insidiosa prigione.
[…] stati stanziati fondi dal ministro della cultura brasiliana per promuovere ulteriormente il gioco: si trattava di Toren. A mesi e mesi (e ancora mesi) di distanza, gli sviluppatori di Swordtales e il publisher Versus […]