Haven – Recensione

Sviluppatore: The Game Bakers Publisher: The Game Bakers Piattaforma: PS5 Genere: Avventura Giocatori: 1-2 PEGI: 18 Prezzo: 24,99 € Italiano:

Chi si aspettava un sequel spirituale del frenetico Furi dovrà cambiare idea. The Game Bakers sbarca su PlayStation 5 con il suo secondo titolo per console Sony offrendo un’esperienza diametralmente opposta a quella che aveva permesso al team francese di acquisire visibilità. Scelta giusta? Scopritelo nella nostra recensione!

Fuga d’amore

Il concept di Haven ci presenta una società interplanetaria perfettamente armoniosa ma con regole rigide. Fra queste, quella dell’imposizione di un partner sentimentale al raggiungimento di una certa età. Una pilota di nome Yu dalle spiccate doti ingegneristiche viene assegnata al monarca folle del proprio paese. Tuttavia, lei si è innamorata di Kay, un giovane ricercatore abile ai fornelli dall’animo buono e spensierato che ricambia i sentimenti. I due decidono di fuggire dalla morsa oppressiva di questa società e d’involarsi su un altro pianeta che sembra possedere le caratteristiche di vivibilità giuste per condurre il proprio amore senza freni.

Il viaggio si conclude con successo ma, a causa di un guasto meccanico successivo all’atterraggio, la coppia sarà obbligata a esplorare il pianeta che si scoprirà ben presto essere già stato colonizzato. La madre di Yu cercherà di convincere la figlia a redimersi e tornare indietro, altrimenti sarà guerra. La trama sostanzialmente non si diramerà molto da questa linea guida, andando a vivisezionare la quotidianità della giovane coppia fra un combattimento feroce e una partita a carte, fra un’esplorazione in cerca di risorse e una notte di sesso sfrenato. La narrazione sarà proposta attraverso finestre di dialogo in stile visual novel in cui è presente un’ottima localizzazione in italiano.

Haven

La delusione inaspettata

Che il rapporto fra Kay e Yu sia protagonista indiscusso dell’opera, lo si evince non solamente dalla massiccia quantità di dialoghi e scene che vedono la coppia protagonista, ma anche dalla realizzazione di quelle che sono le altre due meccaniche: l’esplorazione e il combattimento.

L’esplorazione è incentrata sull’assorbimento dei flussi di energia che inondano il pianeta e grazie ai quali i nostri protagonisti potranno planare sulle diverse superfici che incontreranno, sfruttando una meccanica di gameplay che ci ha ricordato molto lo splendido Flower di thatgamecompany e durante la quale i due ragazzi si cercheranno con le mani. Compie un ottimo lavoro il DualSense con le funzioni di vibrazione sui grilletti che trasmettono sensazioni di estremo coinvolgimento durante le planate. Il mondo di gioco è poco variegato e frammentato, rendendo il tutto piuttosto dispersivo, complice anche una mappa un po’ confusa. Si esplora prevalentemente per cercare risorse utili per il crafting o, ancor più frequentemente, per sbloccare nuove sequenze della vita quotidiana di Yu e Kay.

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Il combattimento è probabilmente una delle componenti che più ci ha deluso, e si tratta di una sorpresa visto che si trattava forse della punta di diamante di Furi. Dovremo affrontare mostri selvatici resi ostili da una strana infezione di ruggine che sta infettando la flora e la fauna del pianeta. Purtroppo, la varietà dei mostri è piuttosto limitata e il combattimento a turni, in cui controlleremo simultaneamente entrambi i personaggi, ne risente in maniera evidente.

Le possibilità di gameplay si riducono a funzioni di attacco base, attacco potenziato, difesa e placare. Questo perché noi non uccideremo mai alcuna bestia, bensì la indeboliremo per poi placarla e farla tornare allo stato originario, ossia pacifico. Ci dispiace dover descrivere un gameplay davvero poco profondo e tattico, che risulterà ben presto monotono. Inoltre, combattere non è molto utile per l’evoluzione della storia e, sebbene il game over non sia punitivo (si tornerà alla base mantenendo tutti i progressi ottenuti), ci sarà uno sbilanciamento di alcuni mostri inspiegabilmente troppo forti da cui è impossibile fuggire.

Bentornato Danger

Apriamo un capitolo su quello che Haven regala ai nostri occhi e alle nostre orecchie. Cominciando da quest’ultime, la colonna sonora è stata affidata interamente a Danger, autore di musica synthwave che già aveva collaborato con The Game Bakers alla realizzazione di alcune delle tracce più iconiche di Furi. Ebbene, la soundtrack (potete ascoltarla qui) non delude le aspettative e viene promossa a pieni voti. Le cuffie 3D di PlayStation 5 ci trascinano in un mondo di sound profondi e ritmi delicatamente martellanti che faticheremo a rimuovere dalla nostra memoria. Non così superlativo è stato invece il supporto riservato al comparto audio sull’effettistica dei mostri o del mondo di gioco. Ricordiamo il ventaglio di effetti sonori che accompagnavano le nostre scorrazzate sul pianeta di Journey to the Savage Planet, e avremmo desiderato qualcosa di simile.

Lo stile grafico scelto da The Game Bakers è quello di un cel-shading ibrido. I prati che dovremo solcare sono molto simili a quelli che il Rider atrofizzava durante i titoli di coda di Furi. In questo caso, tuttavia, si è deciso di sposare un design più soave nelle linee avvicinandosi al cartoonesco (solo a noi Yu ricorda Kat di Gravity Rush?), esaltando particolarmente gli effetti di luce energetica, davvero ben realizzati. Molto ispirato il design dei mostri e delle infrastrutture, stupende la direzione artistica e la paletta cromatica utilizzata per colorare il mondo di gioco. Sale in cattedra la regia in molte cutscene, dove le inquadrature non risultano mai casuali. Gli unici difetti sono caricamenti non proprio fulminei, qualche animazione discutibile e alcune collisioni e compenetrazioni sballate che non avremmo voluto vedere su PlayStation 5. Infatti, sebbene sia uscito attualmente solo su PlayStation 5, Haven appare già come un porting su next-gen che conserva tutte le limitazioni imposte dalla “vecchia” console.

Haven

M’ama, non m’ama…

Haven, come già accennato, fa particolarmente leva sul sentimento che lega Yu e Kay e su come la loro fuga d’amore possa svilupparsi. La storia principale vi terrà impegnati per una ventina di ore, giungendo a un finale che vi lascerà un senso di sospensione piuttosto forte, similmente a quanto avviene con The Last Of Us. Lo sviluppo del rapporto fra i due personaggi è molto curato, sia nei dialoghi che nei gesti. I due cercheranno spesso il contatto fisico durante le esplorazioni e vivono il proprio amore con spensieratezza nelle azioni quotidiane (svegliarsi, farsi la doccia, pranzare e così via), senza rinnegare la passione del rapporto carnale, ben presente e neanche troppo celato.

Il vero problema strutturale è l’incoerenza fra l’estrema cura del rapporto e la poca credibilità di come questo non possa incappare in incidenti di percorso. Qualsiasi cosa facciate o qualsiasi opzione di dialogo selezioniate, la coppia diverrà più affiatata. Si tratta di un’evoluzione relazionale irrealistica e, dunque, “finta”. Un vero peccato, poiché i momenti di coppia, per una persona che conosce il sentimento dell’amore e vuole viverne in terza persona una rappresentazione curata, sono numerosi e ben realizzati.

Haven

A fronte di queste considerazioni, Haven è un titolo gradevole da vedere e ascoltare, rilassante da giocare ed emozionante nel modo in cui rappresenta un rapporto d’amore simultaneamente adolescenziale e maturo, presentando un pianeta lontano e una società distopica interplanetaria piuttosto intrigante. Le azioni che vi verranno richieste per proseguire l’avventura possono risultare monotone, ma se quello che cercate è lo sviluppo di un rapporto interpersonale intimo fittizio, Haven è ciò che fa al caso vostro. Chiaramente, se non vedete di buon occhio questo sentimento o se siete reduci da brutte esperienze in tal campo, evitate di avvicinarvi al videogioco di The Game Bakers perché potrebbe stizzirvi e non poco. Consigliato invece alle coppie di videogiocatori, che potrebbero addirittura uscirne arricchite.

Trofeisticamente parlando: scegliere è potere

La lista trofei di Haven è mediamente ricca e comprende un Platino di difficoltà medio-bassa. Per farlo vostro dovrete ottenere entrambi i finali, sconfiggere tutti i boss opzionali e terminare Haven con meno di tre k.o. Dovendo effettuare due run e non essendoci trofei legati al livello difficoltà, la caccia sarà più lunga che complessa.

VERDETTO

The Game Bakers, dopo il successo di Furi, sterza e cambia radicalmente genere, offrendo un mix di JRPG, survival e visual novel e incentrando l'intera narrazione sull'amore di una giovane coppia in fuga su un pianeta sconosciuto. Il titolo è rivolto a un target preciso, composto da coppie salde o persone che considerano l'amore un sentimento puro e incondizionato. Pur mantenendo un livello alto sotto il profilo della colonna sonora, della direzione artistica e del character design, Haven non è esente da difetti tecnici e riesce solo parzialmente a offrire un'esperienza d'intrattenimento ludico nelle componenti del combattimento e dell'esplorazione. Se questi inciampi non vi interessano, potete tranquillamente aumentare la valutazione complessiva di un punto e andare a colpo sicuro con l'acquisto. In caso contrario, vi invitiamo ad attendere un calo di prezzo ma a dargli comunque una chance. Haven è la nemesi spirituale di Furi, i fan di quest'ultimo sono ammoniti.

Guida ai Voti

Giovanni Paolini
Catalizzatore di flame sul web e drogato seriale di fantacalcio, Giovanni vede il videogioco come un'espressione artistica piuttosto che come un mero intrattenimento privo di contenuti significativi. Per questo motivo, ripudia il 90% dei AAA e si tuffa sfacciatamente nel mercato indipendente, rimanendone il più delle volte scottato seppur senza rimorsi. Amante della musica di qualità, delle narrazioni articolate e di design ispirati, si è tuttavia mostrato fin dall'adolescenza ossessivamente attratto dai personaggi femminili antropomorfi, mistici o animati, universalmente conosciuti come waifu. Rappresenta orgogliosamente la vena toscana del Bit.