Tropico 6 – Recensione

Sviluppatore: Limbic Entertainment Publisher: Kalypso Media Piattaforma: PS4 Genere: Strategico Giocatori: 1 (Online: 2-4) PEGI: 16 Prezzo: 59,99 € Italiano:

A più di quattro anni dall’uscita di Tropico 5 e dopo qualche rinvio di troppo rispetto alla versione PC, finalmente il nuovo capitolo del simulatore dittatoriale di Kalypso Media è arrivato sulle nostre PlayStation 4. El Prez, come è stato annunciato fin dall’E3 2018, è ritornato grazie alla mano di Limbic Entertainment e non di Haemimont Games, lo sviluppatore che ha curato la saga dagli albori. Siamo qui per raccontarvi il sesto capitolo di una saga di gestionali spassosi, in grado di tenervi incollati alla console per ore e ore al ritmo di elezioni truccate e musica latina.

tropico 6

Tropicani si nasce

Se nei precedenti capitoli veniva proposta una sorta di trama, la modalità di gioco principale di Tropico 6 ci mette davanti a una serie di scenari che ci condurranno via via per le numerose avventure vissute da El Presidente e il suo fedele Penultimo. Non una campagna standard ma degli episodi che riusciranno a farci provare tutte le diverse sfaccettature del gioco. Esattamente come nel precedente capitolo l’avventura dell’immortale Presidente affronterà diversi periodi storici, a partire dall’era coloniale fino ai tempi moderni che inizieranno con il termine della Guerra fredda. In ognuna di queste epoche avremo possibilità di scegliere i nostri alleati senza però avere mai la sensazione di stare facendo la cosa giusta o sbagliata.

Ovviamente, essendo davanti a episodi creati ad hoc, succederà che alcune fazioni influenzeranno la missione più di altre e vi chiederanno di remare contro i diretti avversari politici. Sebbene venga etichettato come un simulatore di dittatura, Tropico 6 è uno strategico-gestionale strampalato che lascia libero spazio alla fantasia e alla creatività del videogiocatore. Nessuno vi obbligherà a truccare le elezioni o a istituire un regime se non lo vorrete ma sappiate che, comportandovi bene, prima o poi farete una brutta fine. Tropico non è assolutamente intenzionato a farsi prendere sul serio e lo si vede da quello che accade in gioco con i diversi personaggi con cui interagiamo, carismatici ma sempre impostati su un assetto ironico e lontano dalla serietà che ci aspetteremmo da altri videogiochi del genere.

tropico 6

E’ un bel Presidente, è un santo!

Inizieremo la nostra avventura nel pieno del colonialismo inglese, non prima di aver giocato un lungo tutorial di un paio d’ore non trascurabile, utile a insegnarci tutti i meccanismi di base per mandare avanti la baracca mentre cerchiamo di soddisfare le numerose richieste dei leader delle fazioni. Capitalisti, comunisti, industriali, religiosi e ambientalisti cercheranno di rompervi le scatole in ogni scenario che affronterete e, dipendentemente dalla storyline che starete affrontando, alcuni di essi prenderanno il sopravvento su altri. Ogni gruppo difenderà i propri interessi e, spesso, sarete costretti a scegliere se accontentare l’uno o l’altro o nessuno dei due. Succederà di trovarvi a trasformare un paradiso tropicale macina-soldi in un regime comunista in cui l’unico alloggio permesso per poveri, benestanti e ricchi sfondati sarà sempre e solo una casa popolare in un tipico complesso condominiale. A volte dovrete, al contrario di quanto detto sopra, aprire al libero scambio e al turismo e cominciare a fare qualche soldo extra con attività illecite da svolgere nei posti più remoti della vostra isola, magari laddove il controllo degli agenti di polizia è più basso.

Fra comunismo e capitalismo, c’è sempre da non sottovalutare un background che riguarda l’economia del sistema che stiamo cercando di gestire. Budget iniziale a parte, spendere e spandere vi porterà ben presto a esaurire tutte le risorse dello stato, anche perché più si costruisce, più aumentano le spese mensili per il mantenimento delle attività, per i salari e per gli alloggi dei tropicani. Qual è la soluzione? Far girare sempre e comunque l’economia servendosi dei principali strumenti che il gioco ci mette a disposizione: esportazioni e turismo.

tropico 6

Perché solo un’isola?

La grande novità di questo sesto capitolo è la possibilità di amministrare un arcipelago, con l’opportunità di collegare le isole con infrastrutture tutte nuove che permettono di avere a disposizione di ogni scenario diversi tipi di ambienti e, di conseguenza, una buona varietà di materie prime da sfruttare per guadagnare denaro dalle esportazioni e per sfamare i tropicani rifornendo il mercato locale. Anche se Tropico 6 è certamente un gestionale più leggero e spensierato rispetto ad altri grandi esponenti del genere, la conduzione di alcuni aspetti è volutamente ostica e mette a dura prova la riuscita di ogni missione. Ad esempio, le rotte commerciali disponibili indicano tutte le merci richieste dai Paesi dell’epoca in cui ci troviamo, ma non dicono cosa effettivamente possiamo permetterci di esportare. Ne deriva che, se stiamo usando le piantagioni di tabacco per produrre sigari, nessuno ci vieta di stringere un accordo per esportare il tabacco non lavorato, anche se poi la rotta commerciale rimane in stallo e non produce alcun introito. Anche i raid sono uno strumento da non sottovalutare; per intenderci, stiamo parlando di attività illecite correlate alle quattro epoche presenti nel gioco che permettono di guadagnare soldi extra o benefici non ottenibili in altri modi. In epoca coloniale ci serviremo dei pirati per il contrabbando di noci di cocco imbottite di lingotti d’oro mentre, nei tempi moderni, chiederemo ai nostri hacker di falsificare recensioni per incrementare il turismo.

E vissero felici e contenti… grazie al taglio delle tasse

Tropico 6 vi lascia il libero arbitrio su come disporre gli edifici sul territorio e lascia passare molti errori di pianificazione del giocatore. I tropicani, invece, non perdonano! Il cittadino medio di Tropico vuole casa e bottega nello stesso posto, una copertura sanitaria adeguata, divertimento e, perché no, anche un luogo in cui pregare sufficientemente vicino. Tutti questi fattori risultano decisivi per conquistare il consenso della popolazione e riottenere il mandato. Di tanto in tanto non potremo affatto scappare dalle elezioni (in realtà ci viene concesso anche questo, ma con conseguenze ancora più disastrose del normale). I tropicani dovranno giudicare il nostro operato ed eventualmente votare per una rielezione o sbatterci fuori dal nostro lussuoso palazzo. Prima delle elezioni è possibile redigere un discorso, riassumendo in quattro punti i problemi del Paese e le promesse che El Presidente intende soddisfare per gli umili cittadini di Tropico. Inutile dirvi che se non si è sufficientemente bravi a mantenere il gradimento a livelli accettabili, si dovrà per forza ricorrere a misure disperate per ottenere il consenso minimo o sarà game over.

tropico 6

Qui entra in gioco la vena ironica e spietata di Tropico. I cittadini non sono contenti? Soddisfare le loro esigenze costa troppo? Bene, allora corrompiamo i capi delle fazioni e, se è proprio necessario, diamo il diritto di voto solo ai cittadini ricchi. E se le cose ancora non vanno, è possibile mettere d’accordo amici e nemici con uno degli editti più efficaci di sempre: il taglio delle tasse! Parlando di politica abbiamo appena nominato gli editti, i potenti strumenti che permettono a El Presidente di lanciare misure aventi efficacia immediata che impattano sulla qualità della vita dei cittadini, su economia e relazioni con le altre forze politiche. Alcune di queste misure sono disponibili fin dall’inizio, le altre sono sbloccabili tramite i punti ricerca ottenibili costruendo edifici che accrescono la cultura del Paese. A ogni rielezione potrete cambiare una miriade di punti della costituzione secondo le vostre esigenze ma, soprattutto, in base alle richieste che vi permettono di portare a termine lo scenario.

Proviamo a collaborare

Tropico 6 include anche una modalità multigiocatore, permettendo a un numero massimo di quattro persone di condividere lo stesso scenario e scambiarsi risorse o dichiararsi guerra a vicenda. Per ora, purtroppo, entrare in una partita online è più facile a dirsi che a farsi a causa di frequenti messaggi di errore. La modalità sandbox dà uno slancio significativo al numero di ore di gioco, mettendo a disposizione una varietà di isole e arcipelaghi molto più ampia rispetto alle missioni e permettendo ai giocatori di impostare diversi parametri riguardanti l’aggressività delle fazioni, l’economia e la difficoltà in generale.

Un tempo di gioco, quello offerto da Tropico 6, ampiamente appagante già con le missioni principali, dato che servono un paio d’ore per completare gli scenari iniziali e molte, molte di più per quelli più avanzati. Considerando il rischio di fallimento che è sempre dietro l’angolo e la rigiocabilità delle missioni elevata, possiamo essere soddisfatti dei contenuti proposti. Kalypso Media potrebbe e dovrebbe considerare la possibilità – come avvenuto per lo splendido Railway Empire – di arricchire ulteriormente il gioco rilasciando contenuti scaricabili con nuove missioni principali e qualche contenuto in più per enfatizzare la modalità multigiocatore.

tropico 6

Progresso tecnologico

Anche se la versione PC rimane in assoluto quella che sfrutta meglio il passaggio della serie a Unreal Engine, mostrandosi superiore da ogni punto di vista, il porting di Tropico 6 su PlayStation 4 non ha difetti troppo marcati. Qualche texture di bassa qualità e qualche incertezza nel movimento della telecamera non rovinano l’esperienza di gioco, contando anche che i possessori di PlayStation 4 Pro possono scegliere se giocarlo in 1080p a 60 fps o in 4K a 30 fps.

Non ci è piaciuta moltissimo la poca variazione degli edifici standard al passaggio da un’era all’altra, così come l’impostazione dei comandi nel menù di costruzione, dove la sovrapposizione di più livelli della stessa finestra di dialogo induce il videogiocatore all’errore, con la conseguenza di dover ricominciare tutto da capo. Peraltro, spesso è complicato trovare alcuni edifici più complessi, ma si sa che il principale ostacolo di un gestionale per console è proprio la mappatura dei comandi che, in un modo o nell’altro, non riuscirà mai a sostituire un dispositivo di puntamento. Il comparto audio è come sempre di alto livello grazie alle splendide musiche che accompagnano il videogiocatore per ore senza mai stancare, anche grazie al doppiaggio in italiano che riduce lo sforzo di dover leggere qualsiasi cosa si presenti a schermo.

Trofeisticamente parlando: un Platino caraibico

Per platinare Tropico 6 preparatevi a passare decine e decine di ore di gioco a suon di musica caraibica e richieste strambe. I trofei più lunghi sono senza dubbio quelli legati alle missioni principali, che normalmente portano via da due a cinque ore ciascuna ma possono essere affrontate tranquillamente a difficoltà Facile. A seguire ci sono diverse sfide da affrontare in-game, come quella di non indire elezioni per vent’anni, e alcuni trofei da guadagnare in modalità multiplayer e sandbox. Un Platino tutto sommato semplice per chi ha voglia di sfruttare ogni briciola offerta dal gestionale di Kalypso Media. L’elenco trofei è disponibile sul nostro forum.

VERDETTO

Ogni capitolo di Tropico porta la serie sempre più in alto, aggiungendo via via nuove meccaniche rispetto ai suoi predecessori. Tropico 6, però, non brilla tutto di luce propria per il grosso ammontare di caratteristiche ereditate dalle precedenti iterazioni. Insomma, al primo appuntamento, Limbic Entertainment ci è arrivata preparata ma con i piedi di piombo, in segno di rispetto verso lo sviluppatore originale e, soprattutto, verso il pubblico che segue da tanti anni ogni capitolo di questa saga. Se Tropico 6 avesse contenuto le giuste innovazioni, avrebbe senza dubbio sfiorato l’eccellenza, ma resta comunque un capitolo imperdibile per gli appassionati del genere.

Guida ai Voti

Salvatore Terlizzi
Scopre i videogiochi con Monkey Island e Indiana Jones, per poi rimanere legato a vita al genere delle avventure grafiche. Grazie a PlayStationBit scopre, quasi per caso, la serie Yakuza e finisce per innamorarsene. Ha ancora l'immenso piacere di farsi sorprendere da un settore in continua evoluzione. Ehi guarda laggiù! Sisi, c'è una scimmia a tre teste...

1 commento

Comments are closed.